Ciò che possiamo licenziare

martedì 4 marzo 2014

Berlusconi Silvio non può andare all’estero. La magistratura ci vuole male.


Il congresso del Ppe dovrà fare a meno di Silvio Berlusconi, tutta colpa della magistratura. Angela Merkel, Joseph Daul e tutti gli altri saranno tristi e soffriranno in silenzio. Sarà un congresso senza scherzi e obbligatoriamente serio. Però si potrebbe fare un po’ per uno: per vent’anni l'ha tenuto l’Italia per i prossimi venti lo può tenere il mondo. Magari versando un argent de poche, per il disturbo.

Non solo l'Italia suda freddo
E così il dottor Silvio Berlusconi (dottore in quanto laureato e in giurisprudenza e non in medicina anche se con una certa passionaccia per il “gioco del dottore”) non potrà andare a Dublino. 
Non che ci voglia andare per minime e anche un tantinello fiscali intenzioni come hanno fatto Sergio Marchionne e il giovane John Elkan, per intenderci quello che sa prendere al volo le occasioni che un’eredità è ben difficile da evitare specialmente se il nonno ha già organizzato tutto.
Comunque non è per bassi interessi economici che il Berlusconi Silvio vuole andare a Dublino. Anzi.

 La sua è una delle più nobili intenzioni: fare politica. La politica ha una forza attrattiva inimmaginabile su di lui. C’è chi addirittura su questa sua passione ci ha costruito un proverbio: «per Berlusconi tira più un filo (giusto un pelo) di politica che cento paia di buoi.» La politica è una malattia, benefica s’intende, soprattutto per chi non la fa per difendere interessi personali o di bottega ma si sacrifica per «il paese che ama». E infatti spesso l’hanno intrasentito mormorare la famosa cantilena che recitavano le vergini la prima notte di matrimonio «non lo fo per piacer mio ma per ……»

Accade quindi che il Ppe (Partito popolare europeo), che poi sarebbe il megapartitone dei democristiani e dei conservatori dell’Europa tutta, si incontri in quel di Dublino nei giorni del 6 e 7 marzo per il loro congresso. E lui, il Silvio Berlusconi, in quel consesso si è spesso esibito in profonde ed interessanti performance, ma questa volta mancherà. In compenso ci saranno i suoi amici di una vita, tutti personaggi di spicco. Ci sarà la sua amica Angela Merkel che ogni volta che lo sente nominare ricorda lo scherzo del cu-cù e subito le viene il buon umore e sorride, Ci sarà il francese Joseph Daul che è un po’ meno amico, anzi un pochino antipatizzante, tanto che ebbe a dire: «il Ppe è unito contro ogni forma di populismo e contro gli approcci anti-europeisti». Ma non si riferiva, con tutta evidenza,  a Berlusconi Silvio. Magari ad un altro Berlusconi Silvio. Senz’altro un omonimo. Ci sarà anche Wielfried Martens che ancora pensa con divertimento e nostalgia alla barzelletta sul kapò e poi anche  Herman Van Rompuy un altro che lo ricorda con simpatia. A tutti questi mancherà quel mattacchione del Silvio.  E tutto questo per colpa dei giudici.

Eh già, questi giudici, con la loro mania di voler applicare la legge. Peraltro è un modo di fare che pare sia comune in Europa: le leggi vanno rispettate. Già perché, ed è sentire comune, dal Manzanarre al Reno (e anche un po’ più in là) e dall’Alpi alle piramidi (pure un po’ più a nord e un po’ più a sud) chi truffa lo Stato viene condannato e a chi è condannato viene ritirato il passaporto. È solo per questa semplice bagatella che il nostro dottor Silvio Berlusconi (quello con la mania del gioco del dottore) e non il suo omonimo non potrà andare a Dublino. E non solo lì. In nessun altro Paese. E l’Italia se lo deve tenere. Però….

Eh però, i giudici dovrebbero pensare anche all’interesse nazionale. Cioè, come dire, va bene salvaguardare l’Europa ma l’Italia … che minc…a centra l’Italia. In fondo si potrebbe fare un po’ per uno per vent’anni se l’è tenuto l’Italia e per i prossimi venti se lo tengano gli altri che sono pure tanti e se lo possono scambiare. Come succedeva con le figurine dei calciatori. Magari si può dare una piccola sovvenzione, un sorta di argent de poche,  per il disturbo. I giudici dovrebbero pensare in modo creativo chessò  decidere di farlo uscire dal Paese e poi applicare la legge che «chi va via perde il posto all’osteria» sarebbe un modo nuovo, carino e divertente, per  disincentivare gli atti malavitosi. 

E poi, diciamolo chiaramente, non si può impedire ad un povero pensionato di godersi la casa al mare. Quella comprata con i risparmi di una vita. E lui una casa al mare ce l’ha: ad Antiqua. Bel posto: sole, mare, tranquillità, isolato con poche distrazioni magari gli viene voglia di studiare per davvero medicina e si metterà a fare il gioco dell’avvocato. Perché anche un’articolo del codice penale può tirare più di cento paia di buoi. anche se è meno divertente.



6 commenti:

  1. Le toghe rosse, sempre loro. Lo faranno zanto zubito

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  2. certo che un Partito Popolare Europeo degno di questo nome dovrebbe trasferire i suoi lavori in Italia per permettere a silvio berlusconi di parteciparvi ed assicurare all'assemblea un quarto d'ora di buon umore. . Solo il cardinal Mindszenty ha sofferto a causa di giudici e politici comunisti quello che sta soffrendo il povero berlusconi: santo subito.

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    1. Castruccio Castracani5 marzo 2014 alle ore 23:38

      anche allora giudici e anche allora comunisti! Dove si andrà a finire di questo passo!

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  3. capacissimi di fargli saltare le nozze a Ischia con la scusa del domicilio coatto. Altro che il Pellico o Settembrini; oggi peggio che sotto gli Asburgo od i borboni, per il povero berlusconi.

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  4. Si è fatto un favore ai leaders del PPE che non sono cosi obbligati a dargli la mano!!

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  5. Mandiamolo pure all'estero, ma proibiamogli di tornare in Italia.

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