Pochi
hanno avuto il coraggio di essere sindacalisti duri e puri. In un’Italia di
“tengo famiglia” finalmente uno che le canta chiare ai poteri forti. Andreotti sbagliava quando diceva che solo i
matti pensavano di risanare le FFSS. La capacità di far apparire grandi, Capezzone
e Quagliariello e anche Lupi.
Mauro Moretti: ecco fatto! |
Mauro Moretti ha
iniziato la sua carriera da sindacalista e da sindacalista la sta, probabilmente,
concludendo.Nel 1978 entra nel fantasmagorico mondo delle ferrovie e dopo
pochissimo capisce che i lavoratori sono il cuore pulsante dell’azienda e devono
essere difesi, così si iscrive alla Cgil. D’altra parte è della
generazione cresciuta guardando alla tv dei ragazzi il cavaliere Ivanoe. Che
combatteva i cattivi e gli arroganti e difendeva i poveri e gli oppressi.
Moretti è uno
che si batte con così tanto coraggio e anche un po’ di tigna per salvaguardare
i giusti diritti dei ferrovieri e magari pure degli utenti che si è trovato
inopinatamente (e chissà se a sua propria saputa) a salire i ripidi scalini del
sindacato e con carriera lampo nel 1986 ne
diventa il segretario generale. In questo ruolo rimane fino al 1991
quando, guarda il caso, il management delle ferrovie lo richiama in servizio con
la proposta di diventare Vice Direttore Divisione Tecnologie e
sviluppo di Sistema che poi è come dire passare dall’altra parte della
barricata. Son cose che succedono nel mondo dello Stato. E non solo. Lui
accetta, ci mancherebbe, perché capisce che da quella posizione può meglio aiutare i lavoratori
e gli utenti. L’importante è non perdere la fede. Cosa che si può fare, magari
con qualche sforzo, anche come Amministratore Delegato. Carica alla quale
arriva passetto dopo passetto in soli 10 anni. Lui è uno che brucia le tappe.
Certo i ruoli sono diversi da sindacalista si contestano i conti aziendali mentre
da manager i conti bisogna pareggiarli. E magari renderli in utile.
L’eroico Moretti,
l’italico è popolo di eroi, santi e navigatori, ben conscio della sua storia di
sindacalista sa bene come si fa. Cosa può volere un dipendente se non avere più
tempo libero? Ebbene il sindacalista amministratore delegato Moretti fa di
tutto per accontentarli e in pochi anni ne libera dal lavoro circa 26mila.
Alcuni vanno in pensione altri semplicemente a spasso. Mica bruscoli. Poi agli
italici piace girare in auto anche solo per andare dal panettiere e lui li
accontenta con un fine stratagemma. I biglietti dei treni pendolari e delle piccole tratte diventano più
costosi e contemporaneamente se ne riduce l’efficienza e la manutenzione. Idee
geniali.
Comunque è l’anima del
sindacalista quella che continua a pulsare con forza nel suo petto e che lo
rende indomito e capace di affrontare ogni battaglia. Con lo stesso ardore con
cui negli anni passati difendeva i bigliettai i macchinisti e i capistazione oggi
si batte per quelli che stanno dietro le scrivanie. Si chiamano manager ma sono
pur sempre ferrovieri.
In un paese di «tengo
famiglia» lui, unico fra 500 manager di Stato che devono essere rinnovati, ha
fatto sentire forte e chiara la sua voce di sindacalista. Che, per farlo in
questo momento in cui i suoi primi protetti (considerandoli come una
sineddoche per il resto del Paese) tirano la cinghia, bisogna essere dei leoni
o qualcosa che con questi faccia rima. E non si giochi sul fatto che il suo
stipendio sia di 850mila€ cioè ventidue volte la busta paga media (che nella
media ci sta pure la sua) di un lavoratore delle ferrovie. Qualsiasi sindacalista
sa che un salario è un salario e va difeso. Punto. A prescindere dalla sua entità che tutto
sommato è solo un dettaglio.
E poi comunque i numeri
la dicono lunga: le ferrovie sono in utile. Sbagliava Andreotti quando raccontava che nei manicomi chi non diceva di essere Napoleone sosteneva di poter rimettere a
posto i conti delle ferrovie. Mauro Moretti c’è l’ha fatta. Il 2012 si è chiuso
con un utile di 380milioni€ su 8.2miliardi€. Mica male è. Poi c’è anche un indebitamento di 9miliardi€. Bazzecola.
Che se a tutto questo si aggiungono 2,4miliardi€ di sovvenzioni governative,
pizzellacchere, l’idea di Andreotti torna di moda. Anche perché pareggiare i
propri conti con i soldi degli altri non è un giochetto da ragazzi. E le frecce
rosse e quelle argento? Anche qui la saggezza popolare viene in aiuto: una
freccia non fa primavera. Ops, non fa utile in bilancio. Per farlo ci vogliono
prodotti e servizi.
Certo ci sono anche gli
scivoloni, come minacciare le dimissioni
che non è mai bello e poi comunque un sindacalista che si rispetti non lo fa perché si corrono due grossi rischi. Il primo è di far apparire di buon senso il
pasdaran Capezzone e il saggio Quagliariello, e ce ne vuole, che a suo tempo
dissero: «Le dimissioni si danno e non si promettono» Vero, chi può negarlo. Il secondo è far sembrare il serafico Maurizio
Lupi un fine umorista:«Se trova qualcuno che lo paga di più ci vada.» Eh già infatti c’è la fila fuori
dalla sede di Ferrovie dello Stato, in piazza della Croce Rossa 1, nemesi
storica nell’emblematico indirizzo, per
accaparrarsi Moretti e i suoi manager.
Sarà dura per
Moretti Mauro trovare il tempo per cercare un altro lavoro, non tanto per la crisi che lui la supera con un balzo ma perché, salvo
errori od omissioni, ha anche altri 13 impegni
istituzionali. (1) forse neppure pagati. Cosa vuol dire il disinteresse e la
bontà d’animo Tra questi anche quello sindaco di Mompeo, in provincia di Rieti, ma per il Comune fa tutto da Roma via telefono e ci va poco. È un Comune
senza stazione, quella ne più vicina è a 18 km.
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(1)
Incarichi di Mauro Moretti
· Componente elettivo del Consiglio Direttivo e del Comitato Tecnico Europa
di Confindustria dal 2012.
· Componente di Giunta Assolombarda.
· Da luglio 2013 fa parte del Consiglio Direttivo dell'Associazione Amici
dell'Accademia dei Lincei per il triennio 2013 - 2016.
· Membro della ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche) da
gennaio 2003.
· Vicepresidente con delega alle Grandi Infrastrutture dell'Unione
Industriali Napoli da dicembre 2010.
· Membro Comitato Scientifico Fondazione Politecnico di Milano per quadriennio
2011/2014
· Consigliere Generale Fondazione SLALA da febbraio 2008
· Presidente della Consulta del progetto FIGI - Facoltà Ingegneria Grandi
Imprese - dell'Università La Sapienza di Roma da gennaio 2013.
· Membro del Consiglio di
Amministrazione dell'Associazione CIVITA da Febbraio 2007
· Membro del Comitato d'Onore del Coro Polifonico Romano Oratorio del
Gonfalone. In carica dal 2010.
.
Questo presuntuoso interrogato per giustificare la ragione della soppressione di fermate alla stazione di Fossato di Vico disse: "Pensate, si lamentano perche' non faccio fermare alcuni treni ad un paesino di 3000 abitanti". Mica ha detto che vi facevano riferimento anche Gualdo Gubbio Sigillo Scheggia e Casacastalda...piu' di 50000 abitanti!!!Allora o e' imbecille o ...Ma basta salire su un treno della Roma Ancona...se ti scappa sei fregato, un wc per tre o quattro carrozze e schifoso...meglio il pannolone. Risanare come ha fatto lui anche Bebbeo. Se ne va? Faccio a piedi fino a S. Giacomo Campus Stellae
RispondiEliminaMa una caduta di stile cosi poteva essere evitata.
RispondiEliminaPer cadere occorre averlo lo stile ...
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