Caro
Celeste,
è
da tanto tempo che voglio scriverti ma fino ad ora non ho osato. Io
sono solo un chierichetto, per dirla alla vecchia maniera ché adesso
ci chiamano ministranti ma nessuno sa pronunciare questo nome e
sopratutto nessuno capisce quel che vuol dire. Sai com'è la
modernità.
Io
servo messa tutti i giorni, la mattina presto, e la domenica ne ho
due. Di cui una, quella del pomeriggio, addirittura cantata, un'ora e
mezza buona. La mia è una parrocchia tradizionalista, se la vedessi
senz'altro ti piacerebbe. So quanto tu tenga alle tradizioni. Basta
guardare come ti vesti e le camicie che indossi per capirlo. Qui da
noi si fanno ancora i 'raggi' come ai tempi di Gs (1).
Il parroco porta ancora la talare e ne infila i bordi nella cintura
dei pantaloni quando gioca al pallone così può correre più
liberamente e non inciampare.
Lo
so: io vado rasoterra mentre tu voli alto, con l'elicottero. Io vedo
piccole cose mentre il tuo sguardo spazia sull'infinito. Hai grandi
finestre nel tuo ufficio, piano alto.
Tu
sei il Celeste: il crocifero della regione Lombardia, il tedoforo
dell'eccellenza, il lucifero della sanità, il navicelliere del Pdl,
il turiferario di Comunione e Liberazione, il ceroferario (2)
della cosa pubblica. Ché ci vuole qualcuno a sorvegliare che l'argenteria di casa non sparisca con tutti i malintenzionati che ci sono in giro.
Poi tu, come Memor Domini (3), vivi di
povertà, castità e obbedienza. Che bellezza. Come t'invidio.
Per
la prima non ho problemi, ci convivo da un po' e so come funziona.
Sono le altre due che mi fregano. Sopratutto la seconda. Ma la
perfezione non è di questo mondo, vero? Anche tu lo dici quando
parli dei tuoi compagni di giunta e ricordi che anche Gesù non
sempre scelse bene.
Sì
però, scusa se te lo ricordo, lui fece un solo errore che poi, a
ben vedere, non lo era neanche tanto. Giuda era funzionale al
disegno. Se non ci fosse stato come si sarebbe chiusa la storia?
Mentre i tuoi sarebbe stato meglio non incontrarli proprio. E poi
sono tantini tra inquisiti ed arrestati. Eh sì, ti è mancata 'la
virtù che dispone la ragione pratica a discernere in ogni
circostanza il nostro vero bene e a scegliere i mezzi adeguati per
compierlo'.(4) La chiamano prudenza.
Andare
in televisione è bello e gratificante. Quello che non è bello è
mettersi a urlare e dire alla propria addetta stampa «Tu adesso
stai qui e spacchi la faccia a Cristina Parodi e a questa banda. E se
non lo fai sei licenziata». Vuoi aumentare la disoccupazione? Ci
pensa già la crisi non mettertici pure tu. E poi la Parodi si è
vendicata dandoti del cafone via radio 24 e dalla stessa ti ha richiesto
scuse pubbliche. Non è così che ci hanno insegnato. Ci hanno detto che dobbiamo 'rispettare i
diritti di ciascuno e stabilire nelle relazioni umane l'armonia che
promuove l'equità nei confronti delle persone'. Ricordi? La chiamano
giustizia.
La
vita è dura e piena di tentazioni. Anzi, Oscar Wilde diceva che
sapeva resistere a tutto fuorché alle tentazioni, ma tu certo non
hai letto un autore così peccaminoso e per giunta gay.
È stato anche in prigione per questo. Io l'ho letto solo un pochino, sai per via di quella faccenda della incapacità a resistere. D'altra parte anche tu, con quei viaggi di capodanno ai Caraibi. Certo erano viaggi carucci, sotto tutti i punti di vista, e almeno un po' cozzavano con la questione della povertà di cui sopra.
Ma non sempre si può avere quella 'virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene'. I preti la chiamano fortezza. Mica tutti ce l'hanno e soprattutto mica possono averla tutto l'anno e per tutti gli anni della vita. Dico bene?
È stato anche in prigione per questo. Io l'ho letto solo un pochino, sai per via di quella faccenda della incapacità a resistere. D'altra parte anche tu, con quei viaggi di capodanno ai Caraibi. Certo erano viaggi carucci, sotto tutti i punti di vista, e almeno un po' cozzavano con la questione della povertà di cui sopra.
Ma non sempre si può avere quella 'virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene'. I preti la chiamano fortezza. Mica tutti ce l'hanno e soprattutto mica possono averla tutto l'anno e per tutti gli anni della vita. Dico bene?
Certo,
un po' la vita la si deve godere altrimenti che vita è? Tuttavia bisogna
stare attenti moderare 'l'attrattiva dei piaceri ed essere capaci di
equilibrio nell'uso dei beni creati'. Cene, vestiti e week end
barcaioli e anche il narcisismo e l'egotismo che pure non sono
materiali, pare che caschino in questa categoria. E saper gestire il
tutto passa per essere una virtù. La chiamano temperanza.
Spesso
hai raccontato che prima di addormentarti ripassi la giornata e fai
l'esame di coscienza è contemplato anche il ripasso delle virtù del
buon cristiano?
È
già perché: prudenza,
giustizia, fortezza, temperanza sono
le quattro virtù cardinali, i cardini su cui deve girare la vita di ogni
buon cristiano. Quotidianamente..
Non
stupire. È il catechismo, bellezza.
Comunque
adesso puoi anche smettere di fare il Celeste – a proposito come ti
è venuto in mente di farti chiamare in questo ridicolo modo – e tornare tra
noi di tutti i giorni. E vedrai che certe virtù non farai fatica a
metterle in pratica ti ci obbliga la vita.
Per
il tuo bene, e anche il nostro, a presto tra noi.
Simpaticamente,
tuo chierichetto (anche se sto cercando di smettere).
- Gs acronimo che sta per Gioventù Studentesca, movimento fondato da don Giussani nel 1954 che precede la costituzione di Comunione e Liberazione
- Ceroferario è l'addetto ai candellieri
- Memores Domini associazione laicale cattolica i cui membri vivono i precetti di povertà, castità e obbedienza sotto l'egida del movimento Comunione e Liberazione
- tutti i virgolettati sono tratti da Il catechismo della Chiesa Cattolica – parte terza http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s1c1a7_it.htm
una gran bella lettera,dove ironia e sarcasmo predominano...
RispondiEliminaUn ringraziamento ai chierichetti del Santuario della B.V. Maria in Conscio (Treviso).
RispondiElimina(NELLA FOTO IN ALTO)