Dopo i disastri della giunta Formigoni
si potrebbe vincere facile. Ma il centrosinistra si ostina a
complicarsi la vita. Ora si fanno le primarie. E se le vincesse un outsider? Come è successo a Milano. E a Genova e a Cagliari e a Napoli e a Palermo e prima in Puglia.
E' cosa nota. Ogni volta si sposta
un tantino più in là. Ce
ne dà ampia prova anche il Pd della regione Lombardia.
Che dopo Berlusconi è
tutto dire.
Maurizio
Martina segretario regionale, Pippo (Pippo?) Civati, il consigliere
regionale ex rottamatorre rientrato nei ranghi, che twitta come un
fringuello, il vecchio gruppo dirigente ombra del pd (ex ds, ex pds,
ex pci) e un tot di altri si sono accordati per portarlo ancora un
po' più in là. Tutti alleati. Benché pur dichiarando posizioni
diverse ognuno fa, come si usava dire una volta "oggettivamente
il gioco dell'avversario".
Per
la presidenza della regione Lombardia, dopo i disastri della giunta
Formigoni, hanno iniziato proponendo il nome di Ambrosoli junior e
lui, seriamente, disse che non c'era il tempo per preparare un
progetto. Allora hanno ripiegato prima su Fabio Pizzul e poi sulle
primarie.
E l'elenco dei candidati si è fatto lungo, anzi
lunghissimo. E dentro c'è di tutto, fatevi venire in mente qualcosa
e lì lo trovate..
A questo stadio della storia, che altri ne
verranno, i candidati sono, in rigoroso ordine alfabetico: Roberto
Biscardini, Giulio Cavalli, Pippo Civati, Andrea Di Stefano
Alessandra Kustermann e Fabio Pizzul. Vengono lanciate le primarie
regionali e sono fissate per il 15 di dicembre. Bene. Si comincia a
fare quel minimo di chiarezza necessaria in ogni organizzazione
politica? Ma neanche per sogno.
Umberto Ambrosoli |
Domanda
1: se non c'era tempo qualche settimana addietro per preparare un
programma serio com'è che adesso, con meno tempo, il programma
serio si può fare? Non si sa.
Poi
Ambrosoli non contento del bailamme scatenato aggiunge che lui si
candida sì, ma fuori da coalizioni e da primarie. Perché si fa una
lista civica per conto suo. Che poi è come dire 'siete talmente alla
canna del gas che vi si può pure sbertucciare'.
Domanda
2: e gli altri che fanno?
Rispondono
a gran voce, giusto perché tutti sappiano del loro grado di
confusione mentale, che la situazione è caotica e che «si deve fare
attenzione altrimenti si va a sbattere». E per essere sicuri che
tutti, ma proprio tutti, lo sappiano lo dichiarano ai quattro venti,
a qualunque giornalista voglia sentirselo ripetere e su twitter e nei
circoli e nei comizi.
A
questo punto della storia un piccolo stop per definire la situazione:
1,ci sono le primarie già fissate con una data, 2, ci sono un tot
di candidati di coalizione e poi 3, c'è Ambrosoli che corre da solo
con una sua lista.
Per
inciso tutti dicono che l'avvocato Umberto Ambrosoli potrebbe vincere a mani
basse.
Domanda
3: mentre gli altri? Non si sa.
Domanda
4: e Bersani? E la segreteria del pd? Nel nulla non c'è nulla e
quindi lui e la sua segreteria, ci si trova a suo agio.
Il
giovane Maurizio Martina si barcamena in un dico ma non dico e poi
per trarsi d'impaccio, colpo di genio, annuncia che lui ha fatto quel
che poteva e sapeva fare (cioè niente) e che ora deve intervenire la
segreteria nazionale. Che poi è, come in una seduta spiritica, di
chiedere al morto di battere un colpo.
Finalmente
il 10 di novembre Bersani batte il colpo e “benedice” Ambrosoli.
Che viene benedetto pure da Pierferdinando Casini. Alleluia.
Domande
5 e 6 : e gli altri? e le primarie? Tranquilli c'è la soluzione.
Tipicamente italica e di ben trista memoria: abbiamo un candidato
(forte) ma le primarie continuano. Stile 8 settembre.
Alessandra Kusterman |
Magari,
azzarda qualcuno dopo un po', potrebbero essere primarie
confermative, come già si fece con Prodi e Veltroni. Gli esempi, per
come i due sono finiti, non portano bene ma di meglio in giro non
c'è. Neanche come riferimento.
Comunque
l'idea non viene accantonata, per il momento gli viene messa la
sordina. Può sempre tornar buona.
Nel
frattempo la lista dei candidati si sgonfia un pochino, qualcuno si
autorottama e qualcuno si ritira, l'ultimo è Pizzul che lo fa sabato
17 novembre. Ma tre - Biscardini, Di Stefano e Kustermann -
insistono.
Naturalmente
a questi va aggiunto Umberto Ambrosoli che comunica, bontà sua, «
sono pronto alla sfida». Meno male.
Ci
mancava dicesse il contrario. Le primarie del Patto civico sono
aperte: si faranno. Definitivamente.
Nelle
prossime giornate ci si aspetta che qualcun altro si ritiri. Anche
per semplificare la pratica.
Ma
c'è chi senz'altro è decisa ad andare avanti: la dottoressa Alessandra
Kustermann.
Che
anzi attacca e dichiara «Sono più vicina alle persone io di Umberto
Ambrosoli. Sono loro i miei poteri forti».
A moltissimi infatti è
stata vicina fin dalla nascita: la dottoressa Kustermann è, da tantissimi anni, ginecologa nella
storica clinica Mangiagalli di Milano.
Nel
frattempo il centro destra, dopo aver visto mezza giunta fare un giro
a San Vittore, cerca a sua volta di mettere insieme i cocci.
Domanda
7: come? Dividendosi, naturalmente. Ha due candidati: uomini nuovi.
Uno è Albertini Gabriele che considerava il ruolo di sindaco di
Milano paritario a quello di un amministratore di condominio e che
probabilmente pensa che governare la regione Lombardia sia come
gestire un villaggio turistico. Magari solo un po' più grande.
L'altro Maroni Roberto che quand'era ministro dell'Interno fece
gettare dalla finestra qualcosa come ottocento milioni dei
contribuenti per evitare accorpamenti di elezioni che probabilmente
avrebbero visto la sua parte soccombere. E questo la dice lunga sulla
sua capacità di interpretare il bene comune. In entrambi i casi
auguri.
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Poi
si fanno analisi per capire perché e come mai l'astensionismo sia
così forte e il M5S vinca.
Come
disse un tale:« Io ho un gatto e se il centro sinistra vuol vincere
le elezioni lo presto volentieri. Sarebbe un capolista eccezionale. Non parla».
Forse un pensierino ce lo si potrebbe pure fare. Anche per le
elezioni nazionali.
e auguri al tuo gatto, sarebbe certamente un presidente di regione in grado si andar a controllare cosa accade anche negli angolini nascosti del palazzo. E non c'è pericolo che qualcuno riesca a fargl fare il voto di obbedienza
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