Per il 20
settembre ci bastava Porta Pia ma Belpietro ha voluto strafare. La prima volta de
La Verità fu nel 1936 ad opera di Nicola Bombacci. Senz’altro sarà un caso. I principi
di riferimento sono quelli del New York Times, con la speranza che là non lo
sappiano. Si definisce indipendente, ma indipendente da chi?
maurizio Belpietro fondatore e direttore de La Verità |
La data di oggi,
20 settembre, passerà alla storia. Qualcuno penserà che il 20 settembre nella
storia c’è già da un pezzo e non solo. A questa meravigliosa data oltre che
innumerevoli righe sui libri di storia delle medie e dei licei, prima del regno
e poi della Repubblica, sono già state dedicate, vie, corsi, viali e pure
piazze. Ma di queste ultime meno perché in concorrenza con Garibaldi che
essendo biondo, barbuto nonché rosso camiciato e capace di montare a cavallo se
ne è accaparrate di più: avere le phisique
soprattutto quand’è phisique du role ha la sua bella importanza
e fa la differenza.
Comunque, per tornare sul punto della data la breccia di
Porta Pia e la conseguente unificazione dell’Italia da oggi in avanti sarà
nulla al confronto dell’epocale evento: avere la verità. A dire che finalmente
ci sarà la verità a portata di mano viene un po’ di panico. Ma come? la si sta
cercando da millanta anni senza mai trovarla e adesso, con un battito di ciglia
ce la si trova lì, a portata di mano. Ma come? la verità, la tanto agognata verità
su cui si sono macerate le menti più eccelse dell’umanità e che nessun libro
sapienziale è mai riuscito a disvelare adesso la si serve così, agli angoli
delle strade e quasi a costo zero? Ebbene sì, da oggi la verità la si potrà avere
spendendo un solo eurino e a quasi ogni angolo di strada, purché ci sia un
edicola. Di questo ringrazieranno imperituramente le prossime generazioni l’autonominatosi
dispensatore: un nome,una marca, una garanzia: Maurizio Belpietro.
Proprio lui il canuto e mascelluto, per non dire prognatuto, ex direttore di Libero, de Il Giornale, di Panorama
e del Tempo. Giusto per non perderne
i riferimenti culturali e politici..
Ovviamente La
Verità si definisce quotidiano indipendente. Indipendente da chi? Ma tant’è,
il Belpietro Maurizio la sua indipendenza, quand’era al servizio di Berlusconi
Silvio, l’ha dimostrata ad abundantiam
. Oddio, qualche volta un po’ boccalone lo è stato, come quando si beveva tutte
le panzane sulla nipote di Mubarak et
similia, ma d’altra parte nessuno è perfetto. Ora pensa di rimediare
dichiarando di avere come riferimento The
New York Times. Si spera solo che i newyorkesi non lo vengano a sapere: non
sarebbe bello sentire le loro risate che quelle della Merkel e Sarkozy al
confronto parranno buoniste.
Bizzarro che come testata si sia scelta La Verità che non è propriamente di
primo pelo e con qualche spiacevole ricordo sule spalle. L’invenzione di questa,
nel 1936, fu opera di Nicola Bombacci già socialista massimalista romagnolo, poi
esponente del Partito Comunista d’Italia per approdare nel Partito Fascista
Repubblicano e finire a Dongo. Il Bombacci, un nome che è già di suo un
programma, aveva come riferimento internazionale la Pravda che, per l’appunto vuol dire verità. Altro che il New York
Times. Le origini quindi sono per così dire scarsamente indipendenti. Però,
chissà, magari, un domani ci potranno essere evoluzioni e cambiamenti. A suo
onore, la certezza di avere la verità in tasca il Belpietro Maurizio pare non avercela
proprio tutta tutta se un po’ annacqua il tronfio titolo con un più dubbioso «Quid
est veritas? » Già:« che cosa è la verità?»
E così l’area di centro destra
oltre ai già indipendenti il Giornale,
Libero e il Foglio potrà contare
anche su questa quarta gamba. Evidentemente da quelle parti si crede ciecamente
nel marketing se si arriva a segmentare l’elettore di centro-destra in ben
quattro aree. Quella coperta da Belpietro sarà senz’altro la più dura (viene difficile
definirla anche “pura”) e virulenta. Ora
non resterà che attenderne la durata. Tutto dipenderà dalla capacità di
attrarre lettori, anche se la storia insegna che i più sfegatati hanno poca
dimestichezza con l’abecedario, e dalle disponibilità dei soci: per quanto
tempo e per quanto ammontare avranno voglia di perdere il loro denaro. Comunque
un nuovo quotidiano, saranno contenti quelli di Prima Pagina, non se ne sentiva la mancanza al contrario di quel
che pensa il Belpietro Maurizio ma d’altra parte questo è un Paese che un
sigaro e la direzione di un quotidiano non la nega a nessuno.
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