Il Campidoglio fu salvato dalle oche nobili pennuti
simbolo di coraggio, fedeltà, lavoro di squadra, fiducia, amicizia, rinascita.
Se una di quelle che salvò Roma si reincarnasse nei giorni nostri sarebbe un
bel guadagno. È da polli, nel senso di gonzi, sapendo di vincere non prepararsi
per tempo. Il termine oca è bisex, solo a Bologna per i maschi si usa ocarotto
La Sindaca di Roma V.Raggi Di Maio del direttorio |
Non si sa se sia storia vera o solo leggenda, ma ben 2.406 anni addietro Roma fu salvata dalle oche. Era il 390 a.c. e l’Urbe era cinta d’assedio dai Galli Senoni, celti trapiantati nelle Marche, comandati da tal Brenno. Per interdeci quello che disse «Vae victis! (guai ai vinti!)» Furono le grida delle oche a svegliare i difensori della futura città eterna asserragliati nel colle del Campidoglio. Le oche a quell’epoca erano molto considerate, si pensava fossero le intermediarie tra gli umani e il mondo superiore, quello di mezzo non era stato ancora inventato e di Buzzi e Carminati non c’era neppure l’ombra, ed erano, le oche, sacre a Giunone. Solo per questo gli assediati non se le erano pappate dopo giorni e giorni di digiuno.
D’altra
parte le caratteristiche delle oche sono molto interessanti. Come noto migrano
da nord a sud per svernare e se durante il viaggio una di loro rimane ferita e
si attarda un’altra uscirà dallo stormo e le starà accanto fino a quando la
malata non guarirà o morirà. Non a caso in molte culture le oche rappresentano
simbolicamente il coraggio, la fedeltà, il lavoro di squadra, la fiducia, l’amicizia
e la determinazione. E come tutto ciò non bastasse l’oca era considerata l’uccello
solare associato alla vita, alla creazione e alla rinascita.
Ecco,
appunto, la rinascita. Deve essere stato per voglia di rinascita del
Campidoglio (sinonimo del Comume di Roma) a spingere i romani a dare alla
vincitrice delle elezioni dello scorso giugno una percentuale di voti quasi
bulgara. Magari pensavano di mandare in Campidoglio la reincarnazione di una di
quelle oche di duemila e briscola anni addietro fatte di coraggio, fedeltà,
lavoro di squadra ecc, Perché anche adesso il Campidoglio è assediato, non
dai Senoni di Brenno, ma dai nuovi barbari che si chiamano speculatori, mafiosi,
intrallazzatori, affaristi e via delinquendo. È assediato il Campidoglio anche
da forze politiche le più diverse che nel corso dei decenni di quella simpatica
cittadina zeppa di pietre antiche e con una straordinaria famigliarità con gli
intrighi ne hanno fatto il monumento vivente all’inefficienza. A Roma non
funziona nulla. Non funziona la metropolitana , non funziona la nettezza
urbana, non funzionano gli autobus, non funziona la circolazione, non
funzionano gli uffici pubblici, il pronto soccorso e via di seguito. Molti di questi non funzionamenti si sono
trasferiti anche in altre città, ma questo è un altro discorso.
Diciannove
i sindaci dal 1945 ad oggi che, chi più chi meno, hanno reso Roma quale è
adesso. Sono stati di centro, fino al 1962, di centro sinistra (Dc, Psi, Psdi,
Pri) fino al al 1976 e poi di sinistra (Pci e Psi) fino al 1985 e quindi ancora
di centro sinistra fino al 1993 quando inizia l’era Rutelli seguita da Veltroni
e poi Alemanno e Marino. Che quindi se le origini dei danni sono trentennali è
facile dargli un nome ed un cognome. Senza più quelle camarille e quei buchi di
bilancio e quel tanto apparire e quella minima sostanza anche a far poco si può
fare un figurone devono aver pensato i romani: «Saran le oche del Campidoglio a
salvarci.»
Hanno
dimenticato però i romani che nel tempo, non si sa con precisione quando, il
termine oca, almeno in Italia, non rappresenta più le meraviglie di cui sopra.
Anzi è diventato simbolo di dabbenaggine e poca, anzi pchissima, acutezza. D’altra
parte solo la dabbenaggine può far pensare di nascondere un fatto che per sua
definizione è destinato, nel breve, a diventare pubblico. Le bugie hanno le
gambe corte dicevano i nonni. Così come è dabbenaggine mettersi in squadra uno
che fino all’altro ieri giocava con gli avversari della peggior specie o prendersi
come compagni di strada personaggi men che cristallini o pensare di assegnare compensi
ben sopra alla media quando i propri parlamentari lo stipendio se lo tagliano. Tanto
per dirne alcune.
Il pollo
invece è sempre stato pollo, cioè poco furbo. E per questo, che è da polli, non da batteria ma da direttorio, avendo tutte
le evidenze di una vittoria annunciata non mettersi al lavoro per dare una
mano a costruire una squadra di competenti, magari inattaccabili e che, così,
per sfiizio condividano anche la linea politica del vincitore e le cose che sono da farsi. Perché la
gioventù è bella ma non una malattia e la storia è piena di giovani che han saputo
ben fare. L’inesperienza fa danni solo quando sta ben lontana dal buon senso.
Una
precisazione: con oca si definiscono sia le femmine che i maschi del nobile
pennuto. Il termine oca, nella sua accezione moderno, è quindi bisex. Solo
dalle parti di Bologna si usa “ocarotto” per indicare un maschio, non
necessariamente caucasico, non particolarmente sveglio.
Le oche sono un pretesto, l'ho capito. Ma a Siena "Oca" è simbolo di vittoria. Di saggezza. Di vera e riconosciuta superiorità. S'è sempre comandato e sempre si comanda. Siamo di Fontebranda e paura non se n'ha.
RispondiEliminaNon fa una piega.....
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