Dopo le condoglianze, conviene scorrere la storia politica del Napolitano Giorgio: dall’entusiastico sostegno all’invasione dell’Ungheria alla firma delle leggi ad personam alle telefonate con Nicola Mancino sulla questione Stato-mafia. Sic transeat gloria mundi.
E’ morto
Napolitano Giorgio, condoglianze alla famiglia. Così il politicamente corretto è
fatto salvo e l’ipocrisia,pure. Dopo di ciò va detto che, dal punto di vista
politico, la sua uscita di scena non è una grande perdita. Anzi. Di base il Napolitano
Giorgio, prima con l’aiuto di Giorgio Amendola poi con supporti che stavano
all’esterno del suo partito, leggi PSI, si è arrampicato su per li scalini delle
istituzioni. Si iscrisse al PCI nel dicembre del 1945, come dire: a cose fatte,
come in precedenza, nel 1942, era entrato nel GUF (Gruppo Universitario
Fascista) napoletano, ma in quell’anno non si poteva fare diversamente. Nel
1953, Amendola sponsor, entra in parlamento e vi staziona per oltre quarant’anni,
con la sola interruzione dovuta alla sonora trombata rimediata alle elezioni
del ‘63. In contemporanea, ma era vizio comune, è stato anche parlamentare
europeo e, nel 2004, ebbe un acido scontro con un giornalista tedesco: questi gli
contestava il rimborso dei suoi viaggi aerei.
Volava low cost e chiedeva rimborso Alitalia. Vabbé. Arrivò il
Napolitano Giorgio, addirittura a minacciare il giornalista: chiamo la polizia, invece di spiegare
l’introito di oltre 700€ di differenza. La miseria abita anche nei piani alti
con stupore di chi frequenta gli scantinati. Nel ’56 votò con trasporto a
favore dell’invasione dell’Ungheria salvo poi pentirsene molti decenni dopo
facendo anche intendere di non essere mai stato comunista. Vezzo abituale.
Anzi, parafrasando Croce disse: non
possiamo non dirci liberali. Ma stava parlando solo per sé stesso. Come
Presidente della Camera, è stato anche questo, il 2 febbraio del 1993 impedì ad
un ufficiale della Guardia di Finanza di prendere visione e verificare, i
bilanci originali dei partiti. In compenso da Presidente della Repubblica siglò
senza battere ciglio il Lodo Alfano
(2008) e il Legittimo Impedimento (2010)
con giustificazione puerile: se ripresentati, anche nella stessa forma, sarebbe
stato costretto a firmare. Dimenticava però un dettaglio: avrebbe potuto inviare
gli incartamenti alla Consulta per un parere. In entrambi i casi questa si è
espressa, anni e anni dopo, parlando di incostituzionalità. Transeat. Nel 2011 alla caduta
dell’ultimo governo Berlusconi, non convocò i comizi elettorali. Chissà cosa
temeva. Al loro posto si inventò un comitato di saggi la cui unica funzione era
di pestare l’acqua nel mortaio, lo fecero benissimo e con ardore, come
candidamente confessò uno di loro. By the
way costarono alle casse dello Stato
un occhio della testa perché, si sa, i saggi costano. Poi ebbe la brillante
idea di chiamare come primo ministro Mario Monti. Non senza prima averlo
nominato senatore a vita Il futuro, si sa, va assicurato. Governo pessimo quello di Monti: andò a prendere i denari da
omaggiarsi all’Europa, non dov’erano, elusione ed evasione fiscale, tanto per
dire, ma dove più facile arpionarli: pensioni e liquidazioni dei dipendenti
pubblici. A far così eran buoni tutti, anche il droghiere sotto casa. E
infatti. Nel 2012 attaccò la Procura della Repubblica di Palermo per via di
qualche telefonata avuta con l’amico Nicola Mancino a proposito della
trattativa Stato-mafia. Finì all’italiana: un colpo al cerchio ed uno alla
botte. Nulla di nuovo sotto il sole. Nel 2013 non supportò il tentativo di
Bersani (siamo arriviti primi, ma non
abbiamo vinto) e chiamò il Letta Enrico: lo conosceva bene, essendo compagno
di subbuteo del figlio, e fu un disastro. Per intenderci: il Letta Enrico, da
Presidente del Consiglio, denunciava la lentezza del suo stesso governo e chiedeva un cambio di passo. Paradossi
italici. Anziché dirlo bastava lo facesse e due giorni prima di cadere voleva
presentare un programma rivoluzionario. Enrico
stai sereno. Nel 2015 il Napolitano Giorgio rassegna finalmente le
dimissioni e se ne va, ma rimane senatore a vita. Di lui in politica non si
sentiva la necessità. Ma ci è toccato.
Buona settimana
e buona fortuna.
https://www.youtube.com/watch?v=ngWs2j_T6p0
https://www.youtube.com/watch?v=GUD58_3MIWk
https://www.youtube.com/watch?v=260na8NDEAU sottotitolato
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