Berlusconi Silvio e Renzi Matteo: pretesi grandi comunicatori |
In questi giorni non si
fa che parlare, anche da parte degli avversari, di Berlusconi Silvio non come
del grande frodatore dello Stato, ma come del grande comunicatore capace di
ribaltare ogni campagna elettorale. La prima affermazione è vera, ma non la vede
nessuno, anzi il Presidente della Repubblica lo riceve al Quirinale, mentre la
seconda è una colossale bufala che solo chi ha fette di salame sugli occhi non
vede. Grande comunicatore è chi riesce a convincere e a far cambiare idea a chi
la pensa diversamente e questo il Berlusconi Silvio non l’ha mai saputo fare.
Si è sempre accodato ai desideri della italica pancia e i numeri lo dimostrano.
Alle elezioni del 2008 il partito berlusconiano che allora si chiamava Polo
delle libertà. Pdl, ottenne il 38% dei voti, cinque anni dopo, 2013, il grande
comunicatore perde, mal contati, sette milioni di voti e finisce a quota 21%.
Diciassette punti percentuali in meno. Adesso i sondaggi danno Forza Italia, si
tornati al vecchio nome, è al 16%. Altri cinque punti percentuali in meno.
Senza contare che tutte queste percentuali si riferiscono solo ai votanti e non
al numero complessivo degli elettori che se si facesse la proporzione con
questi si scoprirebbe che oggi il grande comunicatore è seguito all’incirca da
un modesto e mal contato, dieci per cento. Ben poca cosa. Se questi sono i
risultati di un grande comunicatore cosa si dovrebbe dire di Salvini Matteo che
è diventato segretario della Lega quando questa valeva, elettoralmente,
all’incirca il 4% ed ora veleggia verso il 14%? Definirlo il Buonarroti della comunicazione?
Anche il Renzi Matteo
passa per essere un grande comunicatore anche se fino ad ora tutte le prove
elettorali, ad eccezione di quella delle europee, vinte inaspettatamente sulle
ali di una illusione, peraltro di breve durata, lo hanno visto soccombere. Dalle
elezioni locali al referendum . Adesso è scatenato sugli scontrini dei pentastellati.
Commentando: «Se non sanno gestire gli scontrini come possono gestire conti dello Stato?» Bella domanda. Poi il
fiorentino se ne va in tv e sbandierando gli estratti di due conti correnti
(solo due?) e dichiara che con la politica lui, negli ultimi tre anni, ci ha
rimesso. Il saldo dei due conti fa: meno cinquemila euro. Già, dimentica però
di dire che lo stipendio, ancorchè lordo, del presidente del consiglio è di
114.796€. Il che significa che il netto si aggira intorno ai 72.000€ netti che
moltiplicato per i tre anni di presidenza fa, più o meno 216.000€. Questo bel
malloppetto è stato completamente speso. Con in più i cinquemila euro di
differenza mostrati con i due conti correnti. In altre parole uno con le mani
bucate. Se non ci si può fidare di quelli che non sanno gestire gli scontrini,
come ci si può fidare di uno che si fucila oltre duecentomila euro, e non
riesce a risparmiare neanche un centesino? E anche lui passa per uno che sa
comunicare. E fare autogol.
Entrambi promettono
l’impossibile, l’ottuagenario piazzista, come lo chiamava Montanelli, un po’ di
più, ma in fondo sono dettagli. L’ideale sarebbe che gli italici smettessero di
fare i furbi (finti) e si togliessero le fette di salame dagli occhi. Forse non
è difficile. Forse.
Nessun commento:
Posta un commento