Ciò che possiamo licenziare

domenica 2 ottobre 2016

Berlusconi, Renzi-Zagrebelsky e Napolitano.

Berlusconi ha raggiunto gli ottanta anni, come tanti altri italiani, e i giornalisti si sono esercitati in "coccodrilli". Uno solo interessante quello di Pierluigi Battista. Gli altri scontati o addirittura improbabili. Nella norma invece il dibattito tra Renzi e Zagrebelsky: uno sapeva di cosa stava parlando e l'altro elencava slogan. Magari Zagrebelsky avesse intonato "gaudeamus igitur". Napolitano vede in Renzi il nuovo Craxi e vuol fare il burattinaio.
Napolitano e Renzi ridono: che c'avranno mai da ridere?

Nel giro di pochi giorni il destino, che come noto è cinico e baro, per il comune divertimento ha graziosamente regalato alcune perle di rara bellezza che senz’altro non passeranno alla storia. L’ennesimo genetliaco di Berlusconi Silvio, che, come quello di tutti si festeggia ad ogni anno, l’ennesima edizione dello scontro Orazi-Curiazi che ha preso come pretesto il referendum sulla nuova proposta di costituzione ed ha visto duellare Renzi con Zagrebelsky e infine nientepopodimenoche l’ennesimo monito di Napolitano Giorgio nella sua parte di Presidente emerito.

Compleanno di Berlusconi Silvio.
Quello di quest’anno è stato l’ottantesimo, cosa che capita di frequente nell’era dell’allungamento della vita. La festa di pragmatica non ha avuto nulla a che fare con le classiche “cene eleganti” di antica memoria e si è risolta con una più normale e borghesuccia riunione di famiglia con figli e nipoti. Forse mancavano le mogli, ma non si può avere tutto. I giornalisti hanno approfittato dell’evento per esercitarsi in “coccodrilli”. Al solito tutto bene. I coccodrilli non fanno altro che dire bene di tutti anche se per trovare del positivo, per taluni, ci vuole del bello e del buono.  C’è stato chi come Scalfari Eugenio ha sfoderato un amarcord, pedante quanto basta. Poi c’è stato chi come Verderami s’è inventato la figura del visionario, che pensare il Berlusconi in quel ruolo fa venire i brividi. Per fortuna non lo è mai stato. Che paragonare Berlusconi ad Alvin Toffler o ad altri del ramo “immaginiamoci il futuro”ci vuole uno sforzo di fantasia che neanche la Casaleggio e Associati ha mai avuto. Poi c’è stato Pierlugi Battista: il migliore. Forse per una volta nella vita s’è calato nella parte del trasgressivo e ha fatto l’elenco del meglio di Berlusconi Silvio: dalla bandana, alle corna, ai cucù, al milione di posti di lavoro, all’abolizione dell’Ici, alle barzellette al bunga-bunga, alla colpa che è sempre degli altri, eccetra eccetra. Alla fine dell’articolo ci si domanda come uno così possa essere stato Presidente del Consiglio. Già, come è potuto accadere?

Renzi e Zagrebelsky
Approfittando dell’ospitalità di Mentana, Renzi e Zagrebelsky si sono incontrati per discutere della proposta di nuova costituzione. Tutto è andato come prevedibile: il costituzionalista parlava di contenuti, magari non proprio con i toni della campagna elettorale mentre il giovane Presidente del Consiglio dimostrava di non sapere di cosa stava parlando ma lo decorava con slogan, un po’ triti, da campagna elettorale. Insomma il solito. Peccato che il professor Zagrebelsky non si sia ricordato dei tempi della goliardia altrimenti avrebbe potuto intonare gaudeamus igitur iuvenes dum sumus  per sconcertare il suo interlocutore e se poi avesse chiosato: « È finito il tempo dei dilettanti allo sbaraglio» magari doppiato da un «chi difende la Costituzione lavora per il futuro e  chi la vuole cambiare è conservatore, parruccone e gufo.» Avrebbe fatto colpo. Il Renzi Matteo non avrebbe capito, così come non ha capito le serie obiezioni mosse alla proposta. Ma magari ci sarà una prossima volta.

Il Presidente emerito Napolitano esterna

Da che ha lasciato il Quirinale Giorgio Napolitano esterna in continuazione, sembra una riedizione in sedicesimo di Francesco Cossiga. Con la sola variante che il sassarese era uomo di spirito tanto da partecipare alla trasmissione “un giorno da pecora”. L’attuale Presidente emerito, l’unico che ci è rimasto dopo la recente scomparsa del senatore Carlo Azelio Ciampi, invece ha il senso dell’umorismo di un paracarro. Comunque è assai innamorato della sua voce e dunque non fa passare giorno senza un suo prezioso consiglio o ammonimento. Il ruolo che si è ritagliato è di essere l’istitutore del giovin signore Renzi Matteo. Lo istruisce, lo consiglia, lo incita e anche lo bacchetta. D’altra parte se non ci fossero errori e scivolate da parte del giovanotto non ci sarebbe bisogno del maestro. Qualche volta più che istitutore il Napolitano sembra un burattinaio. Ruolo che, si ha la sensazione, gli deve essere sempre piaciuto: l’idea di poter manovrare dietro le quinte fa parte dell’antica iconografia bolscevica anche se il nostro tutto è stato meno che un pericoloso bolscevico. Forse nel giovane Renzi rivede la copia di un nuovo Bettino Craxi, da istruire anziché da seguire, un po’ nascostamente, come fece con l’originale

1 commento:

  1. I confronti Sì-No sono opportuni, ma presentano alcuni limiti a tutti i livelli (vedi Renzi-Zagrebelski, Boscomarino-Caputo): il confronto avviene inevitabilmente su due livelli diversi e non comunicanti, slogans contro ragionamenti, dove chi parla alla pancia sui costi della politica, sulla presunta efficienza del nuovo ordinamento, sulla necessità di CAMBIARE spesso ottiene consenso rispetto a chi invita a ragionare, ad approfondire a guardare il non detto politico di questa riforma. E il non detto, come sappiamo, è l’accentramento dirigistico in ossequio ad un progetto politico ed economico che fa parte del mainstream dei circoli finanziari internazional

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