Berlusconi ha raggiunto gli ottanta anni, come tanti altri italiani, e i giornalisti si sono esercitati in "coccodrilli". Uno solo interessante quello di Pierluigi Battista. Gli altri scontati o addirittura improbabili. Nella norma invece il dibattito tra Renzi e Zagrebelsky: uno sapeva di cosa stava parlando e l'altro elencava slogan. Magari Zagrebelsky avesse intonato "gaudeamus igitur". Napolitano vede in Renzi il nuovo Craxi e vuol fare il burattinaio.
Nel giro di
pochi giorni il destino, che come noto è cinico e baro, per il comune
divertimento ha graziosamente regalato
alcune perle di rara bellezza che senz’altro non passeranno alla storia.
L’ennesimo genetliaco di Berlusconi Silvio, che, come quello di tutti si festeggia
ad ogni anno, l’ennesima edizione dello scontro Orazi-Curiazi che ha preso
come pretesto il referendum sulla nuova proposta di costituzione ed ha visto
duellare Renzi con Zagrebelsky e infine nientepopodimenoche l’ennesimo monito di Napolitano
Giorgio nella sua parte di Presidente emerito.
Compleanno di
Berlusconi Silvio.
Quello di
quest’anno è stato l’ottantesimo, cosa che capita di frequente nell’era
dell’allungamento della vita. La festa di pragmatica non ha avuto nulla a che
fare con le classiche “cene eleganti” di antica memoria e si è risolta con una
più normale e borghesuccia riunione di famiglia con figli e nipoti. Forse
mancavano le mogli, ma non si può avere tutto. I giornalisti hanno approfittato
dell’evento per esercitarsi in “coccodrilli”. Al solito tutto bene. I
coccodrilli non fanno altro che dire bene di tutti anche se per trovare del
positivo, per taluni, ci vuole del bello e del buono. C’è stato chi come Scalfari Eugenio ha
sfoderato un amarcord, pedante quanto basta. Poi c’è stato chi come Verderami
s’è inventato la figura del visionario, che pensare il Berlusconi in quel ruolo
fa venire i brividi. Per fortuna non lo è mai stato. Che paragonare Berlusconi
ad Alvin Toffler o ad altri del ramo “immaginiamoci il futuro”ci vuole uno
sforzo di fantasia che neanche la Casaleggio e Associati ha mai avuto. Poi c’è
stato Pierlugi Battista: il migliore. Forse per una volta nella vita s’è calato
nella parte del trasgressivo e ha fatto l’elenco del meglio di Berlusconi
Silvio: dalla bandana, alle corna, ai cucù, al milione di posti di lavoro,
all’abolizione dell’Ici, alle barzellette al bunga-bunga, alla colpa che è
sempre degli altri, eccetra eccetra. Alla fine dell’articolo ci si domanda come
uno così possa essere stato Presidente del Consiglio. Già, come è potuto
accadere?
Renzi e
Zagrebelsky
Approfittando
dell’ospitalità di Mentana, Renzi e Zagrebelsky si sono incontrati per discutere
della proposta di nuova costituzione. Tutto è andato come prevedibile: il
costituzionalista parlava di contenuti, magari non proprio con i toni della
campagna elettorale mentre il giovane Presidente del Consiglio dimostrava di
non sapere di cosa stava parlando ma lo decorava con slogan, un po’ triti, da
campagna elettorale. Insomma il solito. Peccato che il professor Zagrebelsky
non si sia ricordato dei tempi della goliardia altrimenti avrebbe potuto intonare gaudeamus igitur iuvenes dum sumus per sconcertare il suo interlocutore e se poi avesse chiosato: « È finito il tempo dei dilettanti allo sbaraglio» magari doppiato da
un «chi difende la Costituzione lavora per il futuro e chi la vuole cambiare è conservatore,
parruccone e gufo.» Avrebbe fatto colpo. Il Renzi Matteo non avrebbe capito,
così come non ha capito le serie obiezioni mosse alla proposta. Ma magari ci sarà una
prossima volta.
Il Presidente
emerito Napolitano esterna
Da che ha
lasciato il Quirinale Giorgio Napolitano esterna in continuazione, sembra una
riedizione in sedicesimo di Francesco Cossiga. Con la sola variante che il
sassarese era uomo di spirito tanto da partecipare alla trasmissione “un giorno
da pecora”. L’attuale Presidente emerito, l’unico che ci è rimasto dopo la recente
scomparsa del senatore Carlo Azelio Ciampi, invece ha il senso dell’umorismo di
un paracarro. Comunque è assai innamorato della sua voce e dunque non fa
passare giorno senza un suo prezioso consiglio o ammonimento. Il ruolo che si è
ritagliato è di essere l’istitutore del giovin signore Renzi Matteo. Lo istruisce,
lo consiglia, lo incita e anche lo bacchetta. D’altra parte se non ci fossero
errori e scivolate da parte del giovanotto non ci sarebbe bisogno del maestro. Qualche
volta più che istitutore il Napolitano sembra un burattinaio. Ruolo che, si ha
la sensazione, gli deve essere sempre piaciuto: l’idea di poter manovrare
dietro le quinte fa parte dell’antica iconografia bolscevica anche se il nostro
tutto è stato meno che un pericoloso bolscevico. Forse nel giovane Renzi rivede
la copia di un nuovo Bettino Craxi, da istruire anziché da seguire, un po’
nascostamente, come fece con l’originale
I confronti Sì-No sono opportuni, ma presentano alcuni limiti a tutti i livelli (vedi Renzi-Zagrebelski, Boscomarino-Caputo): il confronto avviene inevitabilmente su due livelli diversi e non comunicanti, slogans contro ragionamenti, dove chi parla alla pancia sui costi della politica, sulla presunta efficienza del nuovo ordinamento, sulla necessità di CAMBIARE spesso ottiene consenso rispetto a chi invita a ragionare, ad approfondire a guardare il non detto politico di questa riforma. E il non detto, come sappiamo, è l’accentramento dirigistico in ossequio ad un progetto politico ed economico che fa parte del mainstream dei circoli finanziari internazional
RispondiElimina