Ciò che possiamo licenziare

lunedì 24 ottobre 2016

Renzi distrugge Equitalia con un cacciavite.

Un cacciavite può essere più rivoluzionario di una falce e di un martello. Soprattutto perché non picchia non taglia ma solo svita. La doppia anima del cacciavite svita e avvita. Il cacciavite come transustanziaione del Gattopardo. La fenomenologia del cacciavite.


«Datemi un cacciavite e vi cambierò il mondo» hanno sentito gridare da Matteo Renzi in una recente uggiosa mattina d’autunno. E così come si conviene ad ogni one-man-show in neanche un battito di ciglia è stato accontentato. Poi però quando il giovin virgulto fiorentino, segretario del Pd e, come giusto, Presidente del consiglio, s’è trovato l’utensile tra le mani non sapeva che farsene. Un cacciavite, si sa, vita e svita, non rottama, non picchia come un martello e neanche taglia come una falce. E quindi? In quel momento si è in po’ pentito di aver esternato con così grande foga un pensiero tanto profondo. E quindi si stava domandando che farci con il cacciavite quando, come illuminato, ha capito che un cacciavite può essere un meraviglioso ed efficace strumento di comunicazione. Pure anche di disinformazione di massa. E di questa seconda il Renzi Matteo è maestro impareggiabile.

«Il cacciavite - s’è detto il giovin signore - è la transustanziazione della metafora di Tomasi di Lampedusa. Il cacciavite ha doppia e contraria funzione avvita e svita. Tomasi ci ha messo centinaia di pagine per spiegare la sua tesi ed io smollando quattro viti rendo concreto il concetto del cambiamento che nulla cambia. Quassi quasi mi faccio scrivere un trattatello sulla fenomenologia del cacciavite. »

Così senza por tempo in mezzo ha lanciato una delle sue “grida” che al confronto quelle spagnole riportate dal Manzoni sono acqua fresca. L’idea di tornare al diciassettesimo secolo peraltro gli piacerebbe assai e un po’ è portato a pensarlo per via dei bravacci che si trova intorno, e soprattutto dei tanti don Abbondio che se ne stanno assisi nei palazzi e che si incontrano ad ogni angolo di partito e di parlamento. Pardon si intendeva dire: di strada.

Comunque adesso che il cacciavite c’è non resta che trovare la targa da staccare e cosa di meglio, idea geniale, che smontare quella di Equitalia. Ente inviso ai più e dalla pessima immagine. Al dunque Equitalia non ci sarà più. Cancellata, distrutta, annichilita. Senz’altro iniziativa gradita, popolare ed applaudita anche perché Equitalia ha dimostrato nei fatti, assai prima che l’idea venisse a Rossella Orlandi, qual è il lato oscuro del fisco.  Come dire che la pratica arriva sempre prima della teoria: prassi-teoria-prassi..E l’ha,sempre fatto, Equitalia, mostrandosi inflessibile con i deboli e rimediando figure di palta con i forti. Si ha ancora negli occhi come ha pignorato macchinari a piccole aziende, televisiori a pensionati, auto a commessi viaggiatori e come, per contro, quanto non è riuscita a combinare con i concessionari di slot e con Google. Tanto per dirne solo due.

Comunque svitata la targa di Equitalia e gettatala sul carretto dei robivecchi non resta che inneggiare al cambiamento. Evviva, evviva. Però, al solito, c’è un però. Cioè a dire che qualcuno le tasse dei morosi dovrà pur andarle a riscuotere e poi il personale resta lo stesso, «senza soluzione di continuità di trattamento e carriera» ha prontamente sottolineato il Zanetti Enrico, vice ministro all’economia che 8000 dipendenti sono una bella lobby. E anche le sedi rimarranno le stesse, salvo ipotesi di speculazione o come nel caso (definito “strano” dal Corriere della Sera) dell’Asl Milano che prima vende l’immobile dove ha sede per due cocomeri ed un peperone  e poi ne diventa affittuario.
Comunque ciance a parte, stesse sedi, stesso personale, stessa mission aziendale e verosimilmente gli stessi mezzi coercitivi di incasso anche perché la riscossione delle tasse non è un pranzo di gala. E poiché i soldi è meglio prenderli dove è più facile rispetto a dove sono realmente sarà la solita storia di sempre: forte coi deboli e debole coi forti. Dunque cosa cambia?

Il punto vero è: chi scriverà il trattatello sulla fenomenologia del cacciavite? Ci vorrebbe qualcuno buono per tutte le stagioni e qui c’è solo l’imbarazzo della scelta.

3 commenti:

  1. Pregevolmente sapido, per esempio il "come giusto" di "il giovin virgulto fiorentino, segretario del Pd e, come giusto, Presidente del consiglio". Correggi la riga 4 dal basso "bedole". Bravo Castruccio, mio ignoto sodale d'antan !!!

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  2. Annacristina Ferrarese24 ottobre 2016 alle ore 19:41

    Minchiate ...

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  3. MEGACAZZARO!!

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