I
genitori, rom bulgari, l’hanno affidata (o venduta) a rom greci. Ora gli stati
di Grecia e Bulgaria stanno discutendo su chi dei due la debba tenere, Il tutto
nell’interesse del minore. Problema non semplice.
Mentre in Italia si sta discutendo se un evasore fiscale condannato in via definitiva può sedere in Senato e deliberare su nuove leggi, magari ad personam, in Grecia una bimba sta per essere tolta alla sua seconda famiglia per essere affidata senz’altro ad un istituto e forse, in seguito, ad una terza mamma.
E questo, come recitano le leggi di
tutti i Paesi “nell’interesse del minore.”
Per chi non si è fatto completamente obnubilare dalle bagatelle italiche
che vedono novecento e briscola tra deputati e senatori ballare la taranta solo
perché uno di loro non vuol decidersi a mollare quello che di diritto non gli
appartiene mentre qualche altra decina di milioni ha fatto un buco in più alla
cinghia la storia è ragionevolmente nota.
In sintesi si dice che in un campo nomadi nel centro della
Grecia abitato da rom di pelle scura, anzi scurissima, è stata trovata una
bimba bionda,anzi biondissima, con gli occhi verdi e la carnagione lattea.
Alcuni media hanno definito le sue fattezze nordiche, magari svedesi, o
dell’est Europa. La seconda risposta è quella giusta: i genitori biologici di
Maria (nome di fantasia, che pecca di originalità) sono, come da dna, bulgari. Bulgari ma rom. Rom ma
bulgari. Quindi è appurato che esistono oltre che i rom scurissimi anche quelli
bianchissimi. E averlo scoperto è un gran sollievo. D’altra parte il fenomeno è
transnazionale anche in Italia ci sono italiani scurissimi ed altri
bianchissimi e benché la cosa possa stupire lo stesso accade anche in
Germania. Quindi almeno su questo piano
tra italiani, germanici e popolo rom non ci sono grandi differenze. Con buona
pace di chi si sente superiore e diverso solo perche nato, senza alcun suo
merito, dalle parti di Abbiategrasso. Il solito razzista da strapazzo.
Il secondo passaggio della storia racconta che Maria non è
stata rapita e neppure venduta (anche se magari qualche dubbio potrebbe venire)
ma più semplicemente data in affido o regalata alla famiglia greca. Quella di origine aveva già sei o sette figli e senza un soldo in tasca una bocca in
più da sfamare non è poco. E anche questo è un bel passaggio: non tutti i rom
rubano i bambini. Ma d’altre parte neppure tutti gli italiani evadono le tasse.
Il terzo passaggio racconta che Maria sta con i suoi secondi
genitori, che poi per lei sono i primi e gli unici, da quando aveva sette mesi
e oggi ha un’età tra i 5 e i 6 anni. Quindi è da un bel po’ di tempo, forse gli
anni più importanti della vita di un individuo, che chiama mamma Eletheria,
papà Christos e fratelli tutti gli altri
bimbi della famiglia. Inoltre sembra appurato che Maria non abbia mai lavorato
e neppure sia stata obbligata a chiedere l’elemosina. Per sopramercato Maria
parla solo il dialetto rom di casa sua. Insomma una famiglia normale per gli standard
rom e un po’ bizzarra ai nostri occhi ma forse anche noi risultiamo un po’ bizzarri
ai loro.
Nel di mezzo c’è una poco piacevole storia di corruzione e di truffa ai
danni dello stato greco messa in atto da Elethria e Christos per ottenere illecitamente
dei sussidi: fino a 2.500€ al mese. Si dice, ma credere ai giornali non sempre
è facile. Il tutto, pare, grazie a
funzionari corrotti che se lo erano per davvero qualche soldo di ritorno
l’avranno pure avuto. Quindi, appurato
che truffare non è bello (ma succede anche nel Belpaese e qui più gli importi
sono grandi meno ci si scandalizza) è anche da dire, magari con un doppio salto
carpiato e triplo avvitamento, che alla fine quei denari sono finiti nelle mani
dei destinatari d’elezione: le famiglie rom con ampia prole e con pochi mezzi
di sussistenza. Che poi non tutta la prole sia a prova di dna è solo un accidente della storia. Però questo è un punto di
discussione che può rimanere aperto.
La storia comunque sta andando avanti mettendo in scena il
solito paradosso: ovvero che lavorando nell’interesse del minore lo si
penalizzi. Già perché Maria, che non ha mai conosciuto la madre biologica, è
stata tolta alla sua vera mamma, Eletheria e messa in un istituto. Da qui
uscirà, se e quando che ne uscirà, per due possibili destinazioni: la
permanenza in Grecia o il ritorno in Bulgaria.
In entrambi i casi si prevede un dato di fatto ed una serie
di corollari. Il dato certo è che se resterà in Grecia non rimarrà con
Eletheria e Christos (che magari finiranno in galera per la truffa di cui sopra) così come se andrà in Bulgaria non tornerà con la sua
famiglia biologica e in ogni caso non starà con nessuna altra famiglia rom.
Il primo dei
corollari dice che, senza ombra di dubbio, verrà affidata ad un istituto per
orfani o bimbi abbandonati (che, oggettivamente e per quanto confortevole, non
sarà un bel vivere) il secondo invece recita che da qui, con il tempo, che
potrebbe sostanziarsi anche in anni, sarà possibile sia data in adozione, con due varianti: nazionale o internazionale.
Che poi è come dire essere sradicati per un certo numero di volte. Che anche
una sola è più che sufficiente a far male.
Magari a volte converrebbe chiedersi quale sia
effettivamente l’interesse del minore e se questo passi attraverso lo star bene
materiale o quello emozionale e poi, come carico da undici, se non valga la
pena di esaltare le diversità mettendole in condizione di esprimersi piuttosto
che emarginarle e reprimerle. O forse son questioni troppo grosse e allora
meglio occuparsi di bagatelle come di evasori che non vogliono mollare l’osso,
cioè il posto. Che tanto poi alla fine che l’evasore resti o se ne vada, nel
quadro complessivo, fa la stessa differenza che corre tra la zuppa e il pan
bagnato.