Ciò che possiamo licenziare

martedì 15 ottobre 2013

Amnistia anche per Berlusconi. Finalmente.

I berlusconiani a prescindere dalla razza di appartenenza, falchi o colombe o lealisti o magari anche diversamente  berlusconiani hanno passato le ultime settimane soffrendo atrocemente neanche fossero galline sul punto di fare l’uovo. Poi l’uovo l’hanno fatto e i loro mal di pancia, per così dire, si sono trasferiti al resto delll’italico popolo.


Quagliariello finalmente rilassato dopo aver deposto l'uovo
Ogni questione in Italia, si prenda ad esempio quella delle carceri, giusto per farne uno visto che al momento non ne vengono in mente altri, ha due facce: quella seria e quella ridanciana. 
Nel caso in questione quella seria parla di uomini e di donne in carne ed ossa e di amnistia e di indulto e poi di delitti che devono essere contemplati e di pene che non vanno rimesse. Che su quest’ultimo tema, pene e delitti, si dibatte dal 1764 quando cominciò a ragionarci un ventottenne che di nome faceva Cesare Beccaria. E da allora si discute e si discute e poco o niente si quaglia ma questo fa parte di quegli orpelli che ci si ritrova come optional obbligatori solo per essere nati nel Belpaese. Poi, com’è normale in un Paese che normale non lo è mai stato  c’è la parte ridanciana che per trovarla non bisogna andar troppo indietro nel tempo: basta fermarsi alle ultime due settimane. Quando quelli del Pdl sulla questione decisero di metterci becco che è la dizione esatta essendosi tutti autonominati pennuti ad honorem. 

E infatti tutti quelli del Pdl, indipendentemente dalla razza di appartenenza, sia che fossero falchi o colombe o lealisti o governativi o ministeriali o magari anche diversamente berlusconiani o veramente berlusconiani o decisamente berlusconiani o fintamente berlusconiani o empaticamente berlusconiani (no, questi no perché si trovano nel Pd) hanno passato le ultime settimane soffrendo atrocemente neanche fossero galline (per mantenersi nel mondo dei pennuti) sul punto di fare l’uovo.  E infatti si vedeva chiaramente che trattenevano e stringevano e strabuzzavano gli occhi per non farselo scappare, l’uovo. E quando parlavano tutti atteggiavano infatti la boccuccia come fosse, metaforicamente parlando, le cavità nella quale l’uovo si culla.
E l’ovetto era sempre lì lì per uscire. Ma mai pronto, poiché c’è momento e momento per presentarsi al mondo ed esservi accolto con favore e non a colpi di uova marce. Per l’appunto.  Non perché  stia male dove sta, l’uovo, quello vero. Coccolato, ben nutrito e soprattutto al calduccio in mezzo a tutti quegli umori e, in più, senza tema di rotture, quelle arriveranno con le frittate, né di sbattimenti, quelli arriveranno con le crepes suzette

È alla gallina (anche a quella metaforica) che questa situazione di mezzo dentro e mezzo fuori proprio non va a genio. Non solo per una ideologica questione di chiarezza, che peraltro per parallelo proprio con la chiara dell’uovo si fanno delle meringhe favolose, ma anche di sforzo fisico, di contrazioni e di spasmi che proprio non è facile da reggere.  L’ essere sul punto di … ma non quagliare mai è una sofferenza senza fine.
Poi finalmente si sono decisi. Finalmente l’hanno detto: l’amnistia deve valere anche per Berlusconi. 

«Per bacco - avranno detto i più – chi avrebbe mai pensato di tenerlo fuori da quest’atto di onesta clemenza?» Oltre tutto lui, proprio lui che gli atti di clemenza se li cuciva addosso allungando ed accorciando e prescrivendo ed introducendo che nelle sue mani il diritto assomigliava di più ad una omelette che non a un fatto serio. 
E quindi ecco la frittata, con uovo debitamente rotto ça va sans dire, che suona così: «amnistia anche per Berlusconi. Poiché non s’è mai visto che una legge sia fatta contra personam.» E soprattutto contro quell’uno che non solo non è abituato a questo tipo di trattamento ma che è anche un grande statista. 
A pronunciare la esilarante battuta può essere solo il più diversamente berlusconiano che ci sia, tanto da essere stato considerato, a sua insaputa e con sua somma sorpresa, addirittura un saggio: Gaetano Quagliariello. Che peraltro, nomen omen, ha il cognome uccellifero che più si adatta alla voga del momento. E quindi è stato detto ciò che i più sospettosi subodoravano da tempo e i più ingenui davano per impossibile.
Adesso la questione è sul tappeto in modo chiaro ed in equivoco quindi che fare?

Finora i Von Clausewitz della politichella italiana si erano nascosti dietro la sofferenza di 60.000 che per una buona parte son poveri cristi, essendo la larga maggioranza dei delinquenti veri a piede libero. Per mancanza di spazio nelle celle. Poi hanno sperato nei 101, che se fossero cani sarebbe un tripudio di felicità ma invece son quelli che hanno impallinato il prode Prodi. Ma adesso che l’uovo è uscito e ne è stata conclamata la dischiusa bisognerà trovare il modo per gestire la questione anche perché il pulcino di cui si dice di star chiuso in casa non ne ha punto voglia e di tornare a fare il gallo ha un grande ardore.

2 commenti:

  1. è solo una fregnaccia, ma quanti fregnoni abbiamo in Italia

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