A chi non piacerebbe, di
tanto in tanto, trasformarsi in una mosca, alzi la mano.
Il trio nelle cui mani siamo. |
No,
ovviamente non si tratta di voler gustare la loro pietanza preferita
che peraltro quasi ogni italico di similare, almeno metaforicamente,
ne manda giù almeno un piattino al giorno, Quando si è fortunati.
No, non per questo. E neppure per infastidire con
quell'insopportabile ronzio i nemici del cuore. No, nulla di tutto
ciò. Ma solo, si fa per dire, per poter vedere cosa succede nelle
stanze del potere e capire come vengono prese e motivate le
decisioni. Sempre epocali e sempre nel supremo interesse della
Nazione. Che già al solo pensarlo vien da ridere.
Si pensi a Napolitano, che
da quando un giornalista bontempone l'ha appellato King George s'è
un filino montato la testa. Lui, nel suo studiuolo, che ci
alloggerebbero, larghe, almeno un paio di famiglie, mentre insieme ai
suoi fidi lavora alla stesura del testo da recitare in occasione
della commemorazione di Gerardo Chiaromonte. Poiché, sia chiaro, se
uno non parla oscuro e complicato non è un politico di vaglia, come
hanno insegnato i vecchi democristiani e gli altrettanto vecchi
comunisti, che al confronto un giocatore di carambola sembra uno che
traccia linee dritte. Eccoli lì, dunque, tutti insieme ad
almanaccare su come dire che gli piacerebbe tanto un fidanzamento
d'interesse tra Pd e Pdl, che in realtà ci vuole un bello stomaco
solo a proporlo, e a dire contemporaneamente van tenuti alla larga i
grillini.
Mumble, mumble, mumble
(perché quando questi pensano si sentono gli ingranaggi mettersi in
moto disturbando così i criceti che in quelle scatolette craniche
comodamente alloggiano) ecco che ti salta fuori la geniale idea di
riferirsi, nell'ordine, al compromesso storico, esperienza che, per
bacco baccone, non s'è mai fatta e la kafkiana situazione delle
larghe intese.
Mosca: insetto dell'ordine dei Ditteri. |
E, avrebbe visto la
moschina, le ore di lavoro straordinario degli attaché
e come, alla fine, si siano complimentati tra loro battendosi
reciprocamente il cinque. E come siano rincasati a notte fonda
distrutti, puzzolenti di sudore con le occhiaie e i capelli
spettinati e la cravatta lenta. Ovviamente non hanno ricordato che
l'iconoclastico Giancarlo Pajetta, non a caso con Napolitano ci
ruzzava poco, definì la non sfiducia come:«qualcosa
che non gli diamo ma che gli basta».
Che come epitafio è più che sufficiente. Poi per essere sicuri di
essere ben capiti, quelli che hanno lavorato al discorso ti buttano
là anche un «Certe
campagne, che si vorrebbero moralizzatrici in realtà si rivelano nel
loro fanatismo negatrici e distruttive della politica.»
Roba vecchia un po' trita e stantia come se a distruggere il senso
della politica non ci avessero pensato già di loro, e con dovizioso
impegno, quei deputati e sanatori indagati e magari pure già
condannati. Non considerando, ovviamente, quelli che han lasciato
correre per anni privilegi e ruberie. Che delle due l'una o erano
conniventi o troppo sciocchi. Che il dubbio tra inanità e stupidità
è più che amletico. Comunque, tutti capiscono e lo dicono alla
radio e alla televisione e lo scrivono sui giornali, che il
riferimento è al M5S.
Grillo
incassa e ringrazia. Rapido rinculo del Quirinale: «Non ci si
riferiva a voi». Ma è evidente: ad altri brutti sporchi e cattivi,
Anche se trovarli è un problema perché, grillini a parte, di
antipolitica in giro non ce n'è poi tanta. Con ciò facendo passare
per fessi la gran parte dei giornalisti italiani. Ma questi ci sono
abituati e tutto sommato sono dei buoni incassatori. Complimenti.
Chissà come se la sarebbe risa la mosca vedendo il lavoro ante
e
quello post.
E i commenti. Da sganasciarsi.
E
si deve essere pure sbellicata nell'assistere all'incontro tra un
fine dicitore di aforismi e un barzellettiere incallito che i teatri
d'avanspettacolo del mondo ci invidiano. Pare si siano appartati e
abbiano voluto stare soli. Meglio che le virginee orecchie di Alfano,
Gasparri, Letta (Enrico) della Moretti non sentano. Potrebbero
esserne turbati.e non rimettersi dallo shock. Vuoi mettere che magari
ce li si trova suonati.
Bersani
avrà esordito con:«Ti conosco mascherina» e Berlusconi avrà
risposto con un «Ci sono un italiano, un francese e un tedesco...».
Poi Bersani avrà tirato fuori qualcosa sul liocorno spiazzando per
un momento il Berlusconi che avrà contrattaccato con:«Mubarak torna
a casa la sera e trova sua nipote che ...» . E la mosca giù a
ridere e a tenersi la pancia.
Così
come la moschina si sarebbe divertita a sentire tutti i conciliaboli
per far fuori Renzi dal team di grandi elettori (perché poi grandi?)
della Toscana. Chissà come se lo saranno detto e che paroloni
avranno usato: strategia, interesse del popolo, vantaggio per il
partito, scelta dolorosa ma necessaria, i mercati, le imprese, la
finanza. Potranno quelli del Pd citare finanza e mercati? O è roba
solo dall'ormai trasparente Monti e tecnici vari?
E
quali giri di parole per potersi un domani giustificare dicendo che
no, loro intendevano dire ma non sono stati capiti. E giù
sbrodolando come se stessero facendo cose serie. E il fatto è che
avranno pensato per davvero di essere seri. E la mosca sempre a
ridere perché
lei vede il film in diretta. E da tutte le angolazione. Con buona
pace della privacy. Chi non vorrebbe essere una mosca alzi la mano. E
non solo per il divertimento. Le mosche non hanno il problema della
fine del mese. Ma nenanche ce l'hanno quelli di cui sopra. Prosit
Forse meglio ancora una....vespa assetata di sangue!
RispondiEliminachissà quanti fra i protagonsto della attuale politica conservano l'antica abitudine di tenere un diario della giornata politica, che magari fra 4 0anni si possa sapere qualcos adi come le cose si sono effetivamente svolte? E come si fa a scrivere nel proprio diario : sono ancora una volta riuscito a far la parte della vittima? quanti sono così amanti della memorialistica da lasciar traccia anche delle loro colpe?
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