Enrico Letta vicesegretario Pd. Come se il partito non avesse già abbastanza guai. |
In materia aveva già dato prova di sé ora raccontando della sua passione per il subbuteo che gioca in compagnia del figlio del Presidente della Repubblica (chissà quanto e come contento di tale rivelazione) ora inviando un bigliettino di disponibilità al neo nominato Mario Monti che, con poco garbo, lo mostrò alle telecamere di mezzo mondo facendo le mosse di farcisi aria, che già questo era un bel segnale di stima. Un'altra volta Richetto s'è lanciato a difendere a spada tratta il chinotto (1), o recentissimamente dichiarandosi, a urne ancora aperte, per un immediato ritorno al voto. Subitamente sbugiardato dai maggiorenti del suo stesso partito. Che poi mettere in dubbio, così, all'impronta le affermazioni del vicesegretario la dice lunga sulla credibilità dello stesso. D'altra parte c'è da chiedersi perché quello sciagurato partito abbia bisogno di un vicesegretario come se il segretario in carica, e purtroppo anche tutti quelli che l'hanno preceduto, non gli bastasse già di suo. Alcuni, pure se visti da lontano, sono ben strani.
L'ultimo esercizio in materia Letta Enrico l'ha compiuto venerdì 29 marzo avente come testimone il Capo dello Stato, in occasioni delle nuove consultazioni necessarie, così si dice, per dipanare l'intricata matassa politica. Varcata la soglia dell'ufficio presidenziale ecco l'exploit: “ Da oggi siamo tutti corazzieri!” , esclama l'Enrico con la sua stentorea voce da chierichetto come se c'avesse il fisico e soprattutto la testa. Dei corazzieri. Al che Napolitano ha risposto: “Non voglio affetto ma responsabilità.” Che già sul primo ci sarebbe da discutere sul come averlo ma che sulla seconda non è proprio come dirlo. Certo a Letta Enrico piacerebbe avere il monopolio delle gaffe ma ahimè la cosa non è possibile. Il suo ego ne sarebbe quasi certamente soddisfatto, si suppone. Ma nel panorama politico del Belpaese non c'è solo lui, che per la verità avanzerebbe pure, ma anche altri vi si dimenano con uguale capacità. E analoghi risultati. Ahinoi.
Giovanardi Carlo: per lui l'omosessualità è una malattia. Come la scarlattina. |
Questa volta il Giovanardi ha equiparato Federico Aldrovandi ai quattro poliziotti che, per “eccesso colposo dell'uso della forza”, l'hanno ammazzato. Il Giovanardi che considera l'omosessualità una malattia, neanche fosse la scarlattina, e il bacio fra due dello stesso sesso una tal schifezza da stimolargli in voltastomaco, sul caso così si è espresso: «Aldrovandi è una vittima ma per certi aspetti sono vittime anche i poliziotti, quelli che facendo il loro mestiere, magari male, si sono presi una condanna.» Giovanardi visto da lontano o visto da vicino risulta, chissà perché, sempre un bel po' strano. Infatti non si è posto un semplice problema di logica elementare: uno che fa (magari) male il suo lavoro come può diventare una vittima? Ai posteri, con tutto quel che segue.
Ora va bene che con il Porcellum in parlamento entrino solo dei “nominati” ma se ci si desse da fare affinché vi entrasse, pure se solo nominato e non democraticamente eletto, un po' di buon senso? No, eh. Porcellum e buon senso non vanno d'accordo.
Dalla logica è sempre difficile farsi affascinare e molte decisioni più che da questa sono influenzate da ragioni che talvolta paiono oblique. E che per questo si dicono di stato. Accade anche nei piani alti della repubblica. È il caso dei così detti “dieci saggi”. Che da queste parti ne basterebbero pure meno. Purché veri e di provata qualità. E non è proprio il caso di quelli testé nominati.
Il saggio Gaetano Quagliariello |
A considerare “saggio” e a chiamarlo a occuparsi di questioni politico-istituzionali uno che ha votato coscientemente che Ruby è la nipote di Mubarak o che i processi penali debbano essere talvolta lunghi e talvolta corti, ci vuole del bello e del buono: è il caso di Gaetano Quagliariello. Così come a pensare saggio Luciano Violante che batté i piedi, con capriccio degno di miglior causa, per la ventilata l'ipotesi, che ipotesi era, poi persa in chissà quale meandro burocratico, di ridurre i privilegi di chi è stato presidente di una delle due camere, si fa uguale fatica. Considerando anche che il Violante si fece vanto di non aver impedito l'eleggibilità di Silvio Berlusconi (nonostante il conflitto d'interesse) e contribuito a non attuare le leggi contro Mediaset. Giusto per dire di due tra quelli che son chiamati saggi. Figurarsi chi saggio non è considerato..
Perché dunque non liberare di orpelli gli stanchi riti della politica e semplicemente dire quel che c'è da dire e fare quel che c'è da fare. Magari parlando chiaro, che è più facile che inventarsi astruse formule di politichese. Prosit.
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(1) http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2012/08/enrico-letta-il-difensore-del-chinotto_31.html
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(1) http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2012/08/enrico-letta-il-difensore-del-chinotto_31.html
E sarebbe questo il problema dell'Italia? Oggi, all'alba, del 1° aprile 2013? Domani, tornano i mercati e loro, in genere non si 'congelano' come ha fatto Bersani e dei svarioni di Enrico Letta, in genere,non si occupano.Un 'virus' devastante - definibile Grillismo A1, come quelli delle forme influenzali più letali - sta aggredendo una certa Italia convinta che la soluzione, della nostra grave crisi, sia tutta nell'accettazione delle minchiate che sparano i grillini. Ora, se non si studia, se non si conosce la Storia, come la signora Lombardi, che è stata incredibilmente nominata capogruppo alla Camera dei cittadini grillini, si finisce con l'accreditare come per vere le buone cose che ha fatto il Fascimso - come sostiene questa arrogante signora -e anche affermare che la restituzione delle somme che la Pubblica Amministrazione deve alle aziende se passa dalle Banche è 'una porcata'. Peccato che la signora 'nostalgica delle camicie nere' non sappia che quei soldi vanno alle Banche perchè queste le hanno già anticipate alle aziende. Ora, in questo movimento che dovrebbe cambiare l'Italia, cominciano ad affiorare dei dubbi, sia all'interno di chi è stato eletto sia tra chi lo ha votato. Se io ti voto, ti voto per cambiare, non per sparare minchiate. Napolitano, dopo aver sentito Draghi, ha per forza di cose assumere un atteggiamento per non dire ai mercati domani - o meglio oggi - martedì 2 aprile che in Italia qualcosa ancora funziona, c'è ancora un governo in carica, c'è una commisione di saggi che cerca di trovare uno sbocco. E' chiaramente una situazione di emergenza per evitare che milioni di italiani mercoledì 3 aprile si ritrovino con il culo per terra, concetto che evidentemente non è chiaro a chi possiede 2 ville, diversi miliardi, per carità accumulati con il lavoro, in 42anni, ma molto distante da chi domani perderà i risparmi o il lavoro.
RispondiEliminaL'idea poi che la Rete, questo Web paranoico e occupato da milioni di frustrati, soprattutto in italia, che non hanno mai lavorato un giorno nella loro vita, possa essere la panacea di tutti i mali fa ridere i polli.
A proposito ecco cosa scrive Evgeny Morozov, sociologo bielorusso,cito, come al solito testualmente e comunque se non ci credete, visto che il tasso di alloccaggine in italia, come ha giustamente scritto Scalfari, domenica su Repubblica, è tra i più alti del mondo, all'interno della citazione troverete gli elementi per andare a verificare...voi siete strateghi della Rete...quindi non dovrebbe essere difficile. Sarete un po' meno strateghi quando tra qualche mese grazie alle idee di un miliardario che spinge per un altro miliardario (Berlusconi...ah perchè non l'avete capito ancora? E che c...o! di strateghi del web siete allora)...allora vado con Morozov...tutto virgolettato.
"Internet come entità unica a sé stante non esiste, Internet è cosa umana, avverte Morozov, che cita il termine sempre tra virgolette, invitando a esercitare una vivace critica nei confronti di quello che definisce Internet-centrismo, un atteggiamento generalizzato a interpretare ogni aspetto della vita sociale e politica, ancor più i cambiamenti, sotto la lente distorta di internet. Non è che la tecnologia non funzioni, anzi funziona bene, non dipende dall’inevitabile ma dalle scelte di individui precisi, università, governi e aziende. Il web è utile, non esclusivo né neutrale (non lo sono, ovviamente, né Facebook, né Google, né Wikipedia), la rete è uno strumento eccezionale ma bisogna conoscerla per non rimanerne intrappolati; i social network possono aiutare a spodestare un dittatore, non a costruire una rivoluzione, perché per garantire forme efficaci di cambiamento sociale è necessario rimanere calati nella realtà. È ora venuto il momento, secondo Morozov, di cominciare ad affrontare l’utilizzo proprio di questa tecnologia e abbandonare il miraggio che i nostri problemi più complessi possano essere risolti con un semplice clic del mouse.