Affresco a Pompei |
Quesito
interessante, anche sotto il profilo antropologico e che merita più
di una riflessione dato che si va a discutere di due fra le
professioni più antiche del mondo: la politica e il meretricio. Che
poi queste abbiano avuto nella storia dei secoli dei punti di
contatto e talvolta addirittura di sovrapposizione, lo si mormora ma
prove assolutamente inoppugnabili, scientifiche, non se ne hanno. Se
non, per l'appunto, supposte. Ma come si sa la
calunnia è un venticello, un'auretta
assai gentile
che
insensibile, sottile,
leggermente,
dolcemente incomincia a sussurrar. Come
dimostrato anche con il caso Boffo. Che chissà se va rubricato sotto
la categoria delle cialtronate o delle sciocchezze da meretrice o
dello scherzo da prete.
D'altro
canto si tratta di due categorie professionali, i politici e le
meretrici, che operano in ambiti culturali, diciamo così, assai
diversi. Almeno nella teoria. Anche se talvolta quelli spaziali sono
gli stessi, e non si sta pensando alle sacre stanze della democrazia.
Ma ai luoghi d'elezione dei comizi, del volantinaggio, della raccolta
di firme e dei gazebo. Che quando si parla di strada e politica lo si
definisce “vicinanza al territorio”. Nell'altro caso invece è
“degrado”. Come se ci fosse altro modo d'esercitarlo. E anche
sugli orari di prestazione, pure se adesso non è più come una volta
che il meretricio era quasi esclusivamente notturno, qualche
vicinanza la si trova.
Senato romano |
Per
certo si sa che per raggiungere taluni scopi, addirittura più che
degni, la politica si è servita del meretricio, quello fisico per
intenderci, mentre di casi in cui la categoria delle meretrici abbia
potuto trarre per sé stessa dei benefici “politici” non se ne ha
memoria.
Quel
che è certo è che altri prima di Battiato hanno sollevato la
questione con toni almeno pari per chiarezza e crudezza. Ad esempio
Vittorio Feltri, maître
a penser del bon ton, disse:«Nelle
liste del Pdl ci sono almeno dieci mignotte».
Anche se il termine usato può essere addolcito dalla discendenza
latina di mater ignota. E una
madre può essere ignota per tanti motivi. Ivi incluso l'amore. Ed
eventualmente la colpa sarebbe della madre e non della prole. Anche
il gigante Guido Crosetto per difendersi dall'accusa di millantata
laurea se ne è uscito dicendo che:«In
Parlamento ci sono ladri e puttane.»
Il che, tradotto, significa allargare il numero delle categorie
presenti tra i sommi scranni. Anche se a questa operazione di
puntuale definizione delle categorie parlamentari aveva già
provveduto nientepopodimenoche il professor, nonché senatore a vita,
Mario Monti quando sostenne che il precedente governo era composto da
cialtroni. Ed annoverando il precedente esecutivo esclusivamente dei
parlamentari si desume che c'erano, e ci sono tutt'ora, visto che
sono quasi tutti stati rieletti, dei cialtroni in Parlamento. Cosa
poi sia più grave: se avere in Parlamento cialtroni o dediti al
meretricio è questione anfibia.
A
questo punto per amore di precisione il generico termine di meretrice
(e sinonimi vari riportati dal Devoto-Oli) va scisso tra chi, pure
senza distinzione di genere, esercita la professione col sudore della
fronte e chi invece la pratica metaforicamente. Che nel secondo caso
si tratta di sforzo solo morale. Ma non per questo meno faticoso.
Affreschi a Pompei |
Tutto
ciò posto in Parlamento oltre ai tradizionali politici, che ci siano
conservati sani e vegeti, si trovano anche, intendendo con il
maschile tutti i generi, addetti al meretricio del fisico, addetti
al meretricio dello spirito, cialtroni e ladri. E c'è pure stato un momento in cui facendo riferimento al Parlamento si inneggiava al capo del governo cantando ironicamente al “ tamburo principal della banda d'Affori / che comanda cinquecentocinquanta pifferi / che passion, che emozion,/quando fa "Bom bom" guarda qua mentre va / le oche fan "... Qua qua...". Era il ventennio. Già. Cosa vuol dire la storia.
Beh
per i politici non si tratta certo di stare in una bella compagnia.
Senza contare che poi ci sono anche indagati e pure qualche
condannato. E qui coi reati si spazia. In genere finanziari ma anche
di abuso edilizio e di corruzione e di mafia e via elencando.
Mancano i reati contro la persona e questo è già un bene di suo. Incrociando le dita.
Mancano i reati contro la persona e questo è già un bene di suo. Incrociando le dita.
Forse le oneste professioniste del meretricio, quelle vere che
patiscono il freddo d'inverno e il caldo d'estate, quelle che stanno
in piedi per ore e non hanno mai mal di testa, son sempre comprensive
e capita svolgano più la funzione dello psicologo (o del prete) che
quella a cui son professionalmente deputate, a sentirsi
accostare con faciloneria ai palazzi del potere magari potrebbero pure
adombrarsene. E magari anche con qualche motivo. Perché un conto è
il coscienzioso meretricio e un conto la cialtroneria che, di suo, di
virtuoso non c'ha proprio niente. E forse Carla Corso, presidente del
comitato per i diritti civili delle prostitute, potrebbe pure
sentirsi offesa da tale uso improprio del termine che probabilmente
dovrebbe essere un marchio registrato da usarsi in modo più
appropriato.
Come
notazione storica: una delle prime, se non la prima volta, che il
termine venne usato pubblicamente in politica fu nel 1960 quando
sette consiglieri comunali di Napoli passarono dal partito monarchico
di Achille Lauro alla Dc di Antonio Gava, ambedue specchiati esempi
di bella politica. Alberto Giovannini, allora direttore del
quotidiano Roma,
giornale di proprietà di Lauro (corsi e ricorsi storici), definì i
folgorati transfughi i “sette puttani”. Non si farà per due
volte il bagno nella stessa acqua del fiume ma si incappa cento e più
volte nelle stesse situazioni. Politiche.
Non per niente i "puttani" erano ex monarchici laurini vendutisi alla DC. Questi cattolici in politica ne sanno una più del diavolo.
RispondiEliminaPurtroppo non ho la fonte, era una rivista di storia di molti anni fa , e non ho più trovato conferme , ma prendetela per come è "In un paese in cui il giornalista vende la fiducia dei suoi lettori, il funzionario vende la dignità della sua carica, il politico vende il mandato dei suoi concittadini, in questo paese voi vorreste punire una umile donna perchè vende l'unica merce della quale questo sistema sociale le concede la disponibilità ?" Felice Cavallotti durante il dibattito parlamentare su un progetto di legge per le sanzioni penale alle prostitute
RispondiEliminaforse in parlamento non ci sono le puttane; ma certamente ci sono i "fruitori finali"
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