D'Alema usò per primo il termine inciucio, 1995 |
Generosa perché quasi
ogni parola gode di almeno tre sinonimi (sedia, seggiola, sedile,
seggio, posto) e accogliente perché ha la capacità di assorbire con
estrema facilità parole estere sia nella loro forma originale
(zapping) sia nella loro declinazione italica (download diventa
daunlodare cioè scaricare da internet). Creativa perché sa stare
al passo coi tempi e con le situazioni più vivaci e immediatamente,
conia vocaboli nuovi come svalvolare per dire di uno che è
fuori di testa, o divorziandi per chi lo ambisce e ancora non
lo è o pensionandi per chi magari già dovrebbe, ma ancora
non c'è riuscito ed è pure a rischio di raggiungerla mai, la
pensione.
Ovviamente tra le nuove
parole non possono mancare quelle che derivano dal gergo della
politica che quindi si qualificano come di destra o di sinistra.
Ahinoi.
La nuova edizione del
dizionario Zingarelli, annata 2013, non poteva pertanto mancare dal
riportarne le novità e quindi ecco emergere, da destra, vaiassa
leggiadra ed esplicativa
espressione con cui l'on. Mara Garfagna ha gratificato la collega di
schieramento Alessandra Mussolini, noblesse oblige.
Mentre da sinistra spunta inciucio parola
che, di solito, giornalisti linguacciuti riferiscono a quanto pensa o
sta per fare D'Alema Massimo, anche se non più parlamentare. Di
tanto in tanto un colpo di fortuna. Pare che lui, sempre a quanto
dicono i maligni giornalisti, sia un grande estimatore dell'atto
medesimo. Inciucio,
come anche vaiassa del
resto, attinge e rafforza il suo significato anche dal suono stesso
del vocabolo. Vaiassa, sarà
per la reirerata emissione della vocale “a” e per l'immediato
raddoppio della “s” ha un che di sguaiato e di volgarmente
plebeo. Che forse questa era l'intenzione. Forse.
E' in atto un nuovo inciucio? |
Semanticamente
pare che la parola inciucio affondi le sue radici nel dialetto napoletano e faccia specificatamente riferimento a ciu-ciu il
chiacchierare a bassa voce di due persone che, solo per eccesso di
malignità, si dicono spettegolanti su cose vergognose. Il suono
richiama in qualche modo anche il ciuccio, quel simpatico attrezzo di
sostanziosa gomma che le mamme piazzano in bocca ai bimbi durante il
periodo della dentizione e soprattutto quando li vogliono far star
tranquilli. Oggetto ludico-ricreativo con funzione calmante, di
mediazione
Fare
un inciucio richiama
dunque al raggiungimento di un
compromesso che l'onomatopea fa di natura sconveniente e vergognosa.
Qualcosa di cui è bene non dire a voce alta e di cui non è bello
raccontare in giro i dettagli. Qualcosa che avviene di nascosto anche
se tutti ne sospettano o addirittura conoscono forma e sostanza ma
che corre sottotraccia, che non si vede. Ché non si deve vedere alla
luce del sole. Sostanzialmente si fa ma non si dice.
In
politica l'inciucio viene
praticato quando non si ha visione, strategia, posizionamento
preciso, forza propositiva e capacità di sorta. È
la trascrizione in chiave moderna, dato che nulla si crea e nulla si
distrugge, del vecchio adagio contadino che “una mano lava l'altra”
. Comportamento che nei mercati i peggio sensali mettevano in pratica
laddove ognuna delle due parti aveva magagne da nascondere e da farsi
perdonare. Che questo in politica è invece imperdonabile. Poiché i
contadini giocano del loro mentre le poste che piazzano i politici
appartengono ai loro elettori. Che poi son quelli che, di solito, ci
rimettono. Ma vabbé. Manifesto iconico dell'inciucio
è stato il discorso che Luciano Violante, allora presidente dei
deputati Democratici di sinistra- Ulivo, tenne alla Camera il 28
febbraio 2002 (1).
A otto anni di distanza svelò l'inciucio
del 1994. Anche se allora venne a galla quello che fu dato ma non
quello (magari il quanto, detto senza malizia) che si ricevette in
cambio.
Chi
pratica l'inciucio
vien
definito inciucista.
L'inciucista è
un animaletto antropologicamente particolare, diverso, molto diverso,
da tutti gli altri che girano per i corridoi del palazzo.
L'inciucista di solito sta con la testa piegata da una parte, quasi
mai a sinistra. Parla facendo lunghe pause. Mediamente è ripetitivo:
dice e ridice gli stessi concetti ma con parole sempre diverse, usa
noiosi intercalari. Mentre il suo dire fluisce dalle labbra denso e
grasso come il muco dal naso dei bambini il display che ha ben
disposto sulla fronte recita”guarda come te erudisco er pupo.” È
pacato, in apparenza, si definisce realista, e spesso lo è
addirittura più del re, è costantemente alla ricerca del consenso
universale. Quelli che sono da lui più lontani lo attraggono con la
stessa forza con cui l'aspirapolvere risucchia i pezzetti di carta,
vincere a maggioranza lo considera un peccato quasi mortale. Adora le
alchimie, anche le più bizzarre e le tattiche più spericolate e
imbarazzanti. Si pavoneggia. Il sogno della sua vita è fatto di
alleanze, intese, convergenze e mediazioni, sguazza nell'ecumenismo
più trito e per raggiungerlo non esita a sacrificare tutto: gli
interessi della sua parte quasi sempre, mai comunque i suoi
personali.
Come
liberarsi dell'inciucista e dell'inciucio? Facendo pulizia, magari.
Ma non è facile, pure se è da dire che di solito l'inciucista fa
tutto da solo, le diaboliche alchimie che costruisce gli si
avviluppano addosso e lo soffocano. E poi l'inciucista è ammalato,
ovviamente, di oralità e l'oralità frenata,senza controllo, produce
sfracelli. Fa ingoiare il ciuccio.
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Oh...finalmente! Ci sono i numeri delle ‘quirinarie grilline o grillomani’ Allora, hanno partecipato al voto 28.000 persone. Ne avevano diritto, secondo i loro criteri, 48.292 persone. Quindi c’è stato un astensionismo pari al 51% che, rispetto, alle ‘parlamentarie’ sale + 6%. Vediamo come sono andate le preferenze per le ‘quirinarie’Le riporto testualmente.
RispondiEliminaI voti espressi sono stati 28.518, così ripartiti:
- Gabanelli Milena Jole: 5.796
- Strada Luigi detto Gino: 4.938
- Rodota' Stefano: 4.677
- Zagrebelsky Gustavo: 4.335
- Imposimato Ferdinando: 2.476
- Bonino Emma: 2.200
- Caselli Gian Carlo: 1.761
- Prodi Romano: 1.394
- Fo Dario: 941
Quindi, l’appello alla Piazza è stato fomentato per 4.677 voti. Cioè una roba da Consiglio Comunale di Roccacannucia.
Nel frattempo, con mio sommo piacere, sottolineo sommo, in Friuli Venezia Giulia il movimento ‘grillomane’ subisce una mazzata ‘epica’. Alle elezioni di febbraio,infatti, aveva ottenuto, alla Camera,196.218 voti. Alle Regionali ultime i grillini si sono invece fermati a 103.133 voti. All'appello mancano, e questo è oggettivo, circa 93 mila voti.
Mentre, Grillo, mortifica l’Italia nel corso di un’intervista a un periodico tedesco – Bild – dicendo che in autunno il Paese andrà in bancarotta ( certo con le sue idee l’evento è probabile...ma tocchiamo ferro) e chiede ai tedeschi di invaderci, in Sicilia il modello Grillini- Crocetta, stando a quello che loro stessi dichiarano, è finito. Ma, scusate, questi con chi vanno d’accordo? Ma, state cominciando a chiedervi, dove vogliono andare a parare ? Avete mai sentito parlare del programma Gaia di Casaleggio? Cercate di approfondire da soli...altrimenti vi dò un aiutino a capire questo diabolico scenario da videogioco...
Inciucio significa pettegolezzo, chiacchiericcio a bassa voce. Quindi è una bestialità chiamare inciucio un compromesso, quale è il signiicato invalso nel lessico politico dopo un incontro tra D'Alema e Buttiglione a Gallipoli. E' bene studiare i dialetti invece di scrivere cretinate in italiano.Non sorprende che il falso significato della parola venga da un romano (D'Alema) che vanta lontanissime origini pugliesi, senza conoscerne il dialetto, e che usò una parola di un dialetto non suo, il napoletano. D'Alema è un ignorante e più di lui quelli che usano a vanvera una parola con un preciso significato, ma che nulla a a che fare col compromesso di basso profilo.
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