Ciò che possiamo licenziare

venerdì 24 agosto 2012

Formigoni: “Il Papa prega per me.” Risposta: “Si vede che non ha niente da fare.”

Che siano benedetti i megalomani. Senza di loro il mondo sarebbe molto più triste e il tasso di ilarità scenderebbe  a livelli francamente inaccettabili. Altro che il calo delle borse.  Ma per fortuna ci sono. 


Al megalomane basta poco: un'occasione, come potrebbe essere, per esempio, il meeting di Rimini di Comunione e Liberazione (i maligni dicono Fatturazione) e un pubblico numeroso, festante, disponibile e buono per tutte le stagioni: i ciellini, per l'appunto. Questi che nella loro storia hanno applaudito di tutto da Forlani a Craxi, da Andreotti a De Mita, da Prodi a Berlusconi e poi adesso anche Monti.
 E applaudirebbero pure la Fornero, se solo passasse da quelle parti. Palato grosso. Come dire: un applauso non si nega a nessuno. Tanto, è gratis.
Tra i campioni di megalomania senz'altro si posiziona  Formigoni Roberto da Lecco. Incidentalmente è al suo quarto mandato come presidente della regione Lombardia e dal 14 giugno anche iscritto nel registro degli indagati per una storia di corruzione in concorso con altri. Altri che poi sarebbero quelli con i quali andava in vacanza.
Il megalomane non ha il senso della misura e neppure del ridicolo ecco perché il Formiga, come lo chiamano amorevolmente gli intimi, le spara grosse e se ne esce con espressioni del tipo: “conosco il mio popolo e il mio popolo conosce me”. Da monarca assoluto, Che poi sia lui il vero proprietario di quel popolo non risulta agli atti ma ne è stata presa debita nota. Poi si vedrà. E poiché il titolo del meeting recita “la natura dell'uomo è rapporto con l'infinito” come non immedesimarsi? Ovviamente nell'infinito. E quindi parlare solo di sé stesso, delle sue eccellenze (ignorando che non è oro tutto quel che brilla) e ovviamente del suo essere vittima di un complotto che per ora è definito solo come mediatico. Poi, eventualmente, si penserà a quali altri aggettivi aggiungerci.  Sui “complotti” peraltro dalle sue parti sono maestri.  Ma per concludere, ci vuole il grande tocco, quello mega. E quindi boom, la notiziona: il Papa prega per lui, e per giunta tutti i giorni.
Ma dai. Che se anche fosse sarebbe un affare privato da non sbandierare ai quattro venti.
E poi, comunque, Benny ha ben altro da fare. Gestire il Vaticano sembra facile ma non ce la si cava con tre pater-ave-gloria. Si devono  affrontare un sacco di problemi e magari anche mettere un po' d'ordine. Innanzi tutto ha il problema della servitù che non è più come quella di una volta: mette le mani ovunque e gli scompiglia le carte, poi deve stare attento alla cassa, i conti di casa non sempre tornano e non tutti sono chiari e c'è il dubbio che qualcuno faccia la cresta, quindi c'è la questione dei suoi ministri che si scambiano, felpatamente, sportellate che stenderebbero un rugbista, in più ha il problema di quelli col testosterone a mille, e su questo c'è poco da ridere. Per non parlare della questione delle staminali, delle coppie di fatto e dei matrimoni gay e del calo delle vocazioni. Insomma ce n'è abbastanza per arrivare a sera stravolti. E figurarsi se dopo tutto questo Benny si ricorda del Formiga. Ma neanche per idea. 
Nel 1931 Robert Musil scriveva: “Se la stupidità non assomigliasse  perfettamente al progresso, al talento, alla speranza o al miglioramento nessuno vorrebbe essere stupido.” Ma forse qualcuno sì.

4 commenti:

  1. Da parte di Maria Concetta Ferraro: prega perche'ti chiudano in galera!!

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  2. Da paret di Paolo Pennacchio: pregare anche per chi ti sta sul c... è uno dei percorsi verso la santità.

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  3. Da parte di Antonio Ferrari: perché cl e il braccio armato del vaticano in italia!

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  4. Da parte di Simone Minella: apposto,se prega per lui il papa possiamo dormire sonni tranquilli.......

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