Giovanni Sartori - Politologo |
Che fosse una brutta legge lo sapeva anche il suo estensore ma ciò nonostante, in sette anni, con un brillante (si fa per dire) governo di centro-sinistra, questa è rimasta lì, bella (sempre per dire), solida e pure immarcescibile. Che di solito le porcate dopo un po' spariscono perché anche gli autori, di norma uomini che usano il basso profilo, preferiscono tenerle nascoste e non amano che queste si vedano troppo in giro. E meno che mai che si diffondano i nomi dei loro inventori. Ma i politici italici non sono così, anzi. Sono molto ma molto più sofisticati.
Basti pensate al grado di sofisticatezza che sono riusciti a mettere in campo insigni politici del calibro di Scilipoti o di Razzi o di Gasparri o di Cicchitto per non dire di Bossi e simil-padaneggiando o di chi candidò Calearo, Veltroni, o di chi ambisce a vaticani titoli nobiliari, D'Alema, o chi – a quanto raccontano i giornali (1) – ha il marito che naviga in qualche difficoltà, Finocchiaro o di quelli che difendono strenuamente l'indennità parlamentare, Melandri, Sereni e Sposetti (2), e la lista potrebbe continuare. Magari non tutti i 900 che siedono tra Camera e Senato hanno simili abilità ma poco ci manca.
Adesso che finalmente si parla di una nuova legge elettorale e dopo che sono stati spesi fiumi di inchiostro per dire contro un parlamento di nominati e non di eletti (peraltro grandi cambiatori di casacca) ci si aspetterebbe qualcosa di completamente diverso rispetto all'attuale. Quindi se quella di prima prevedeva nominati e non eletti, quella nuova magari …., se quella di prima privava gli elettori di ogni scelta, quella nuova magri …., se quella di prima non prevedeva preferenze, quella nuova almeno una (così non si imbroglia) magari...., se quella di prima viaggiava solo all'interno delle segreterie dei partiti, quella nuova magari …..
Parlamento in seduta congiunta |
E quindi cosa ti pensano gli innovatori di entrambi gli schieramenti? A qualcosa che sarà dirompente e massimamente rivoluzionario: il 50% dei futuri parlamentari saranno eletti con collegi uninominali (quindi nominati dalle segreterie dei partiti e/o delle coalizioni) e l'altro 50% con listini bloccati (quindi nominati dalle segreterie dei partiti e/o delle coalizioni). Non è geniale? E ci stanno pure lavorando da mesi e mesi. Le migliori teste d'uovo, o chissà di che altro, di centro-destra e centro-sinistra pare abbiano partorito questa brillantissima soluzione. Non stiamo poi a dire dei vari codicilli aggiuntivi sul calcolo dei voti. Roba che anche Einstein, Albert, ci perderebbe la testa.
Tommasi di Lampedusa quando fece dire al suo protagonista “bisogna che tutto cambi perché nulla cambi” probabilmente non pensava né di essere considerato e neppure di essere preso alla lettera.
Ma così va il mondo dalle nostre parti. Ahinoi.
Richetto Letta, nipote del più famoso e navigato Gianni, nonostante la giovane età è già un solido democristiano dentro, e anticipando i tempi ha già fatto sapere che appena usciranno i dettagli della nuova legge (sic!) molti la criticheranno. Ma va?
Magari converrebbe che più che delle critiche teoriche di giornalisti, politologi e similari si preoccupasse di quelle pratiche degli elettori che, magari, magari, potrebbero prendere strade nuove.
Ma il vero punto è: Giovanni Sartori, esimio politologo, per battezzare la nuova legge userà ancora il latino o magari il più moderno romanesco, che di questo è figlio? E, sopratutto che nome vorrà dargli. Professore un suggerimento, che ne dice di Peracottarum?
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(1) La Repubblica 1 giugno 2012
(2) http://www.ilvicarioimperiale.blogspot.it/2012/02/ecco-giovanna-melandri-il-ritorno.html
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