Al di là di quel che si può dire, non va taciuto che
Renzi sta passando dieci insegnamenti fondamentali per la democrazia e la
rinascita del Paese. Dopo questi tornare indietro sarà quasi impossibile. E
così si sarà più felici e contenti che pria.
Come tutti i
profeti visionari Matteo Renxi non è compreso dai suoi contemporanei. Come
tutti i profeti visionari Matteo Renzi non è compreso neanche da sé stesso. Da
che mondo è mondo è sempre successo così. Nell’impresa di capirsi e di farsi
capire non c'è riuscito alcuno, neppure chi vantava ascendenze celesti e padri
onnipotenti o simil tali. Però come quasi tutti i profeti visionari verrà un
giorno in cui lo si dovrà ringraziare il Matteo Renzi, perché alla fine il suo
passaggio su questa terra (si specifica detto in senso politico onde evitare
turpi toccamenti) qualcosa ha insegnato. Qualcosa di molto importante che senz’altro
lascerà il segno nell’animo politico dell’animale italico cioè: nell’animo dell’italico
animale politico.
Il primo insegnamento del Renzi Matteo è che si può fare a meno di D’Alema
Massimo. E per buttarlo giù dallo scranno ci ha messo veramente poco. Gli è riuscito quello che il Veltroni Walter cercava di realizzare da decenni. E questo non è poco. Gli ha ricordato che non si può disprezzare chi ti vota e che per essere un lìder
non basta comportarsi come una vecchia zia, zitella e inacidita. Se il re
passeggia nudo basta dirlo e tutti se ne accorgono.
Il secondo
insegnamento è che il detto: “quando il gioco si fa duro i duri cominciano a
giocare” ha una sua ragion d’essere. Anche se lui l’ha dimostrato per prova
contraria. Ossia quando il gioco si è fatto duro i vecchi (ancorché giovani in
età) democristi e i vecchi (ancorché non ancora anziani) comunisti abituati ad
essere spugne tra spugne invece che combattenti se la sono squagliata. Rinunciando alla lotta per davvero. Ogni riferimento al decotto Enrico Letta e
al bollito Pierluigi Bersani, qui usati in veste di sineddoche, è propriamente voluto.
Il terzo sta nel
aver disvelato con nome e cognome quanti e chi siano i " tengo famiglia" nel giro
della politica. L’elenco degli ex dalemiani, ex bersaniani, ex veltroniani, ex montiani,
addirittura ex ingraiani e comunque ex di qualsiasi cosa, in centro come in
periferia, che dalla sera alla mattina si sono trovati renziani è così lungo
che l’elenco del telefono di qualsiasi grande città necessiterebbe di
foliazione aggiuntiva. Adesso che li si conosce se ne terrà debita nota per
quando si potrà scegliere, con comodo, il proprio rappresentante.
Il quarto
insegnamento è, per paradosso dadaista, di forma opposto al secondo ed al terzo: se
tutti quegli ex avessero tenuto la schiena almeno un po’ perpendicolare, se non
proprio dritta, il Renzi Matteo non sarebbe dov’è.
Il quinto è che
lo stalinismo non è morto con Stalin.
Il sesto è che
lo stalinismo, come il renzismo, non è forte in quanto tale ma solo per l’acquiescenza
di quaquaraquà. No quaquaraquà no stalinismo. E neanche renzismo.
Il settimo è che
a forza di imbarcare mele marce o quantomeno bacate qualcuna di quelle sane o
simil tali si contagia e allora persone sedicenti per bene si trovano a
taroccar quel che gli capita sotto mano per il bene del Paese. E il loro.
L’ottavo
insegnamento, ma questo lo si vedrà più avanti nel tempo, è che chi tradisce
una volta tradisce sempre, per cui nulla di strano se gli ex di cui al punto
tre torneranno all’ovile o si imbucheranno in qualche altro gregge. Quel giorno
diranno che il vero traditore è Renzi Matteo.
Il nono
insegnamento, ma questo è un desiderata che forse con ottobre si avvererà, è
che si può imbrogliare uno tante volte, tanti una volta ma non tutti tutte le
volte
Il decimo
insegnamento in realtà non c’è perché non si vuole fare un decalogo che magari
al Matteo Renzi gli vien la voglia di assimilarlo ad altri ben più seri e farsene vanto.
Se poi edotto da
questi insegnamenti l’italico animale politico metterà la testa a posto allora
si potrà dire grazie a Renzi Matteo. Che magari starà a rimembrar i bei giorni
passati con Luca Loti e Maria Elena Boschi nel ridotto in Val di Chiana. Senz’altro meglio di quello da altri preconizzato in Valtellina.
il decimo insegnamento è che per far contenti quelli a cui basta parlar male di D'Alema e con ciò credono di far politica si può pure abolire il settimo (comandamento non insegnamento) non rubare (i voti)
RispondiEliminaHo scoperto che pagine dei Social Network di regime, Matteo Renzi, La Repubblica la pagina del Partito Democratico etc etc etc, bloccano coloro che commentano negativamente, o postano notizie e cose, al regime non gradite, ma e' un blocco particolare, difatti vi permettono di commentare ma nessuno puo' leggere i vostri commenti, tranne chi voi, e/o chi vi ha come amico, hanno trovato un'ottimo sistema per isolare e dividere le opinioni, e la gente, in questo modo continuano ad influenzare i "loro" mentre chi decide di portare altre notizie resta isolato.Quindi voi commentate pensando che qualcuno vi legga ma non vi legge nessuno.
RispondiEliminaIo lo ringrazio per il fatto che andando ancora avanti leverà le pensioni ai poveri per darle alla sua lobbY costituita dai poteri forti chevogliono ridurre l'Italia a sola espressione geografica. Una persona non eletta da nessuno ci governa con una saccenza che mai nessuno e neanche i monarchi hanno mai avuto. Finiamola di ringraziare questo e quello e salviamo l'Italia con i fatti
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