Di
questo ponte ne parla Plinio il Vecchio fin
dal 251.a.c. In oltre duemila anni di progetti ne sono stati fatti a bizzeffe,
ma sempre senza costrutto. Denis Verdini una volta era contro, però in politica
tutto è mutevole. Il ponte sullo stretto è la cartina di tornasole della
vicinanza delle elezioni.
Dice un proverbio di
recente conio che chi non è capace di montare una tenda canadese, otto o dieci
pioli e tre stecche, di solito si mette a progettare cattedrali. E allora dai
con il rilancio del ponte sullo stretto. Tanto progettare il grande è mediaticamente
più impattante e magniloquente che far le piccole cose che aiutano gli abitanti
del Belpaese a vivere un po’ meglio e magari con dignità. Ne sanno qualcosa gli
abitanti di Messina che periodicamente devono tirar fuori da cantine e solai le
taniche di plastica per fare il pieno d’acqua dalle autobotti neanche fossero
nomadi nel deserto. Quindi in una città
che manca d’acqua che dispone di una
rete idrica da terzo o fors’anche quarto mondo la prima cosa che viene in mente
di fare è per l’appunto il ponte sullo stretto. Evviva.
L’idea del ponte è
vecchia anzi vecchissima, ne parlarono già i romani nel 251 a.c. e sembra anche
che qualcosa fecero, racconta Plinio il Vecchio. E all’epoca a governare c’era
gente seria che quando decideva, decideva sul serio, e non blaterava su «è
finito il tempo di…» E, in effetti, piacerebbe a tutti che finisse il tempo
delle patacche. Ma, verosimilmente, se ne dovranno sentire e veder smerciare
ancora un bel po’. Sic transeat gloria
mundi per rimanere in tema con i romani antichi.
Ne hanno parlato a fine
marzo Alfano e Lupi, che per autorevolezza e puntualità non sono secondi ad alcuno,
e adesso ne riparla nientepopodimenoche lo stesso Presidente del Consiglio
Renzi Matteo. Per intenderci quello che i compagni di scuola chiamavano “il
bomba”. L’idea quindi è di far risorgere dalle ceneri la società Stretto di
Messina S.p.A, già posta in liquidazione il 15 aprile 2013. Società che grazie alle ponzate, nell’ordine, di
Berlusconi-Prodi-Berlusconi-Monti è costata, tra annessi e connessi (più connessi
che annessi) agli italiani la bazzecola di un miliardo e quattrocentocinauqnta
milioni di euro. Al coro degli entusiasti si è aggiunto con fervore anche il
ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano del Rio che vagheggia già di una
tratta ferroviaria diretta da Torino a Palermo. Lo stesso pathos il ministro non
lo dimostra per le piccole tratte che milioni di pendolari usano tutti i
giorni. Questi non fanno notizia. Lì magari sono ancora in servizio le vecchie
e sante littorine della buon’anima. Si fa per dire.
Certo che sollevare una
questione del genere parrebbe proprio bizzarro se non pungesse vaghezza che in
questo momento stanno per tenersi le elezioni amministrative in 1.363 comuni, e poi in ottobre il referendum costituzionale
e chissà se a stretto giro non ci saranno pure le elezioni politiche. Queste ultime di solito marciano di pari
passo con promesse iperboliche che vanno dall’abolizione delle tasse, all’incremento
dei posti di lavoro fino ai più enormi investimenti del bigoncio, quando
mancano i denari per le scuole e le infrastrutture minime. In aggiunta nello
stesso tempo si stanno cementando, altro che ponti, alleanze quanto meno
bizzarre tra il Pd e il gruppo di Ala. E qui va ricordato che il comandante in
capo di Ala, senatore Denis Verdini, il 27 ottobre del 2011 votò per la soppressione dei finanziamenti allo
stretto. Momento di inaudita saggezza. Quindi un problema nel problema. Però
tutto è mutevole: Renzi voleva fare il rottamatore e si trova a riciclare ferri
vecchi, dalemiani-prodiani-veltroniani-bersaniani di provatissima fede sono
diventati in un batter d’occhi renziani di ferro (sempre che Renzi resti),
Debora Serracchiani che minacciava di uscire se fosse entrato Verdini adesso ci
convive allegramente e fa finta di
niente. Allora perché stupirsi se domani Denis Verdini decidesse di resuscitare
il costoso cadavere? In ogni caso, allegri i cuori, si faranno le elezioni,
vicine, medie e lontane, irrilevanti, e pioveranno sul capo le solite banali
promesse catartiche, anch’esse irrilevanti, ma la vita di tutti con gioie e
dolori andrà avanti comunque. E si
butteranno altri denari, come sempre. Nulla di nuovo sotto il sole.
Ma, no?!
RispondiEliminaQuesto riferimento a Plinio mi era sconosciuto ...
RispondiEliminaWonderful beat ! I wish to apprentice while you amend your website,
RispondiEliminahow could i subscribe for a blog web site? The account helped me a acceptable deal.
I had been tiny bit acquainted of this your broadcast offered bright clear concept
I am in fact thankful to the owner of this site who has shared this wonderful paragraph at at this place.
RispondiElimina