I
social network fanno audience i politici ci si infilano. Il punto non è che stiano lì quanto il come ci stanno. Quattro modi d’esserci: dai comunicatori ai cazzeggiatori. I compulsivi come Brunetta e Salvini. I censori come Gasparri,
Giuliano Ferrara e ovviamente Brunetta.
I politici che
frequentano twitter si possono dividere, ovviamente con la tara delle
schematizzazioni, in quattro categorie: a) i comunicatori b) i
ritwittatori, c) i segnalatori e d) i cazzeggiatori, che talvolta sono anche cazzari,
Naturalmente non si tratta di categorie rigide, può capitare, e capita spesso,
che la stessa persona sia presente in due o più cluster. L’uomo non è di legno.
Principe della prima
categoria è Renzi Matteo. Forse è stato
il primo a capire le potenzialità del mezzo e soprattutto ad utilizzarlo con
precisione. La sua iscrizione risale al gennaio 2009 ed il suo primo tweet di cui si abbia traccia è del 18/4/13,
era ancora sindaco, e racconta: «In Piazza Dalmazia ad inaugurare un nuovo
fontanello: beneficio per l’ambiente, un risparmio per le famiglie #coseconcrete
m#firenze» Poi sono venuti tutti gli
altri che ad oggi assommano a 4.267, neanche poi tanti quanto sembrano, ma il
paradigma è rimasto immutato: Matteo Renzi (sindaco o premier) lavora per il
bene della collettività ed è impegnato in cose concrete e il domani sarà
radioso. Pochi i tweet fuori schema, il più famoso «#Enricostaisereno» (17/01/14)
e il più recente «Evitato il cucchiaio di legno. Strepitosi gli azzurri del
rugby #seimnazioni» (28/02/14) Mediamente ritwitta quasi nulla.
In questa
categoria si iscrive anche Brunetta Renato, (febbraio 2009), twittarore
comulsivo (19.400 tweet) e può arrivare anche a 18/20 tweet giornalieri (28/02/14)
pure se molti sono ritwit. In genere i suoi messaggi fanno riferimento ai fatti
del giorno, sono polemici e qualche volta, come ti sbagli, anche astiosi. Il
suo primo riferimento è il Mattinale, il suo notiziario che esce di pomeriggio.
Se poi qualcuno gli fa notare che per l’orario d’uscita il gazzettino dovrebbe
chiamarsi Pomeridiale o risponde con uguale polemica ai suoi pensierini si
adombra ed impedisce al reprobo di seguirlo oltre e per colmo della beffa si
autocensura. Come dire: la storia del marito che si evira per far dispetto alla
moglie gli si attaglia. Quindi il
Brunetta sta in tre categorie: i seri (nel metordo), i ritwittatori e i cazzeggiatori, sottocategoria cazzari.
Pure Matteo Salvini, usa il mezzo con
puntualità ed intelligenza di metodo, nel giudizio i contenuti non sono ovviamente
compresi. Si è iscritto tardi (marzo 2011) ma ha recuperato il terreno perduto
(9374 tweet). Compulsivo anche lui: un centinaio di tweet nella sola giornata
del raduno romano e comunque almeno una decina la sua media giornaliera. Polemico verso tutti accetta le polemiche che
lo toccano, anche se non risponde e tutto sommato ritwitta poco.
Nella categoria dei
ritwittatori (talvolta anche frenetici) stanno in genere figure di seconda
schiera che, in genere, hanno poco da dire e si contentano di rilanciare
messaggi altrui perché a loro favorevoli. Categoria affollata c’è solo
l’imbarazzo della scelta: Ravetto, Misiani, Gelmini, Speranza Gasparri, Moretti,
Adinolfi, Scalfarotto …
I segnalatori sono
quelli che hanno preso twitter per la loro agenda personale e quindi segnalano
con puntualità a quale trasmissione radio o tv o convegno o seminario o
conferenza o sagra del formaggio parteciperanno. C’è addirittura chi squaderna la sua fatica giornaliera.
Che è come dire«guardate quanto sto lavorando.» Che ci mancherebbe altro. Il messaggio tipo: «tra poco (ore18,30)
all’italian book shop di Londra a parlare di informazione costituzionale con
amici e compagni del pd Londra» (Scalfarotto) oppure :«In viaggio per Bologna
per Stati Genere le #donne ER e questo pomeriggio ad Ancona per inaugurare Casa
Demetra» (Fedeli) O anche «giovedì 19 #opensenato, h 8,30 commissione, h9,30/15
#votofiducia #decretoIlva, h16 aula interrogazioni #Stefy2015» (Pezzopane) E anche «Cari amici, Tra poco
sarò in diretta su RTB- Retetelebrescia #sempresulterritorio» (Lara
Comi) Che in verità è quello che ci si aspetta da un
deputato o da un senatore: che lavori. Come se Cipputi twittasse: «h7,15 timbro
cartellino, h7,30 inizio turno, h7,31 primo bullone avvitato, h 9,30 pausa
bagno ……» ma Cipputi non può twittare.
Infine i cazzeggiatori
(qualche volta cazzari) sono quelli che scrivono tutto quello che gli gira per la testa. Ci sono
quelli che, con il giusto grado di demagogia, vogliono dimostrare di essere
come tutti i mortali quindi inneggiano alla squadra del cuore: «Due giorni a
#RomaJuve Riviviamo la storia della sfida in meno di un minuto» (Boccia) O
quelli che cercano un lavoro alla Rai: «@storace giornalista professionista da
tempo quasi quasi faccio domanda pure io…» la firma è di Gasparri. Più comico
di così. Ancora: «Ieri al lavoro
fino a notte inoltrata alla Camera. Si ricomincia stamani con un unico
obiettivo: cambiare l'Italia #lavoltabuona»
( Maria Elena Boschi) Nella sub categoria dei cazzari ci sono quelli che non
vogliono essere letti: uno è Brunetta e s’è già detto poi ci sono Gasparri, non
poteva mancare, e Giuliano Ferrara che si firma @ferrarailgrasso. Degli insultatori
non si dice. Non vale la pena.
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