Come al solito quando si tratta di un caso emotivamente forte si travalica il buon senso e come niente si scivola nel ridicolo. Anna Maria Cancellieri cita Paperon de Paperoni e i 110 casi nei quali dice di essere intervenuta. Che poi i detenuti siano 60.000 è un dettaglio.
Anzi a ben vedere tra interviste
ed articoli di giornali ne sono contabilizzate molte di più di quelle che sono
lì a comporre il caso Cancellieri-Ligresti. Queste ultime, almeno fino ad oggi,
sarebbero solo quattro: quella nella quale la ministra si mette a disposizione
della famiglia Ligresti, quella di Gabriella Fragni (compagna di Salvatore
Ligresti) che chiede aiuto per Giulia Ligresti e quelle della Cancellieri ai
due vicedirettori del Dap, rispettivamente dottor Francesco Cascini e dottor
Luigi Pagano. Il primo sostiene di non aver fatto nulla (1) perché il caso era
già noto e l’amministrazione penitenziaria se ne stava già occupando, il
secondo ha fatto una telefonata (2) in cui si è sentito dire che il caso era
già noto e chi di competenza se ne stava già occupando. Il che è bello a
leggersi anche perché questa è una delle poche volte in cui due voci della pubblica
amministrazione sono omogenee, confermate e non discordanti. Bene.
Il dottor Pagano poi ammette e conferma di aver ricevuto in
passato altre telefonate dalla ministra Cancellieri e per l’esattezza «tre o
quattro mentre il collega Cascini qualcuna di più» Quantificare il “qualcuna di più” detto da
Pagano è presto fatto: sono 106 o 107. Al numero ci si arriva per differenza
dato che al congresso dei radicali la ministra Cancellieri ha dichiarato di
aver seguito questa procedura, normale o inusuale? è tutto da vedere, almeno
110 volte. Tutti casi umani a cui lei, la ministra, ha voluto dare il suo
sostegno. Azioni meritorie. Queste, d’altra parte, fanno intuire, nell’ordine, che
in fondo in fondo in carcere non si sta neanche tanto male se la ministra è
intervenuta solo in 110 casi su una popolazione carceraria di oltre 60.000
detenuti. E al contempo che avere il sostegno della ministra non è cosa poi
così agevole se solo in 110 ci sono riusciti. Ma forse gli altri 59.890
detenuti non conoscono la mail e neanche il numero di cellulare della ministra.
Può capitare.
La difesa della ministra si svolge all’interno del
congresso del Partito Radicale e, come scrive il Corriere della Sera, è densa
di rabbia ed orgoglio. Che, a ben vedere,
non sono proprio sentimenti che rendano sereni e neppure tanto lucidi i loro
portatori. Comunque, durante il suo intervento la ministra ha sostenuto con
chiaro cipiglio che in Italia «non ci sono detenuti di serie A e di serie B, i
cittadini sono tutti uguali si chiamino Ligresti, Paperon de Paperoni, che
siano marocchini, filippini, italiani, non conta nulla.» Tirare in ballo zio
Paperone è stato un tantinello esagerato a meno di non professare una visione
del mondo dadaista che però non pare essere nelle corde della ministra visto
che commentò le condanne definitive dei responsabili del massacro della Diaz dicendo:«E' il prezzo altissimo che paghiamo, perché perdiamo alcuni dei nostri uomini migliori.» (3) Laddove, con ogni probabilità, la ministra
confondeva abilità tecnica con l’operare retto, il senso della giustizia e
guarda caso l’umanità. Quell’umanità che oggi lei reclama, a gran voce, suo
diritto di esercitare. Vincendo facile peraltro: chi non è d’accordo, almeno a
parole sull’umanità? Probabilmente anche Landru che però, forse, si sarebbe
trattenuto dal paragonare Giulia Ligresti a Marco Biagi non foss’altro che per
il differente ruolo e contesto nel quale rispettivamente si sono trovati ad agire.
False
comunicazioni sociali e manipolazione del mercato in relazione al bilancio
Fonsai del 2010, per la prima, riforma del mercato del lavoro per il secondo. Insomma una qualche differenza c'é.
Dopo di che la ministra, nello stesso congresso, ha
ritenuto opportuno dir bene del figlio Piergiorgio Peluso: «è un bravissimo
ragazzo.» (4), che anche la signora scarafone lo dice del suo. Saggezza
dei proverbi. Piergiorgio Peluso è manager
dalla carriera fortunata che lascia, dopo soli 14 mesi, il gruppo Ligresti con
una ricca liquidazione (3,6 milioni) per approdare in Telecom, guarda come è
bizzarro il caso, qualche mese dopo che la mamma, ministro dell’Interno, ha firmato
con la stessa azienda un contratto di 81 milioni di eurini, che va dal 2012 al
2018, per i famosi e mai usati braccialetti elettronici. Che la ministra
Cancellieri faccia di tutto per i detenuti è fatto ormai assodato ed incontrovertibile.
Che poi a pagare sia lo Stato è solo un dettaglio. Pure trascurabile.
In tutta questa vicenda ovviamente non possono mancare
le voci dei partiti e dei loro più rappresentativi esponenti. Ecco quindi
Maurizio Gasparri chiosare che «questi tecnici alimentano carriere proprie e
familiari con un dinamismo, per usare un eufemismo , di fronte al quale i
politici impallidiscono.» Con ciò implicitamente affermando che i politici sono più tarlucchi dei tecnici
e tutti e due sono personaggi da cui ben guardarsi. Bravo Gasparri, questo
suggerimento mancava.
Ovviamente è
intervenuto anche Danilo Leva, ignoto ai più, ma che pare ricopra l’incarico di
responsabile giustizia del Pd che l’ha fatta da par suo dicendo:«No a
strumentalizzazione ma anche a minimizzazioni.» Così da rispettare il né
aderire né sabotare d’antan. Poi c’è chi difende la ministra, Benedetto
della Vedova e Lorenzo Dellai solo perché temono per le sorti del governo. (1)
Che se questo cade rivederli in parlamento sarà difficile. E tutti tengono
famiglia. Ovviamente Letta Enrico, sentito il parere, fatto di vibrante e commossa soddisfazione di Napolitano,
si è detto sicuro che la ministra «fugherà ogni dubbio.» Ma è una certezza non eterna e nel caso
potrebbe anche cambiare di segno. Quindi, occhio alla penna.
E poi c’è Giulia Ligresti di cui non si è effettivamente
capito se sia o meno affetta da anoressia. A quanto scriveva Il sole 24ore (5) «la donna versa in uno
stato di profonda prostrazione e rifiuta il cibo. » Senza voler essere cinici
si può affermare si tratti di un comportamento non inusuale nei neodetenuti ma
non solo. Per quelli che sono amici di Pluto e senza alcun grado di parentela
con Paperon de Paperoni di solito si procede prima con la vigilanza e il
controllo e in un secondo tempo se la situazione non migliora si passa
l’alimentazione forzata. In genere i casi rientrano. In quelli disperati, ma
solo dopo aver esperito tutte le procedure, si passa ad altre forme di
detenzione. Quindi la questione non è facile e neppure semplice. Non sono
disponibili numeri esatti sul fenomeno ma senz’altro i casi sono più di 110 e
senz’altro il Dap qualche numerello in più ce n’ha. E magari ha anche da fare
qualche considerazione in merito. Pur rimanendo sostenitori del Beccaria.
Infine, come d’obbligo, la ministra Anna Maria
Cancellieri rivendica d’aver fatto carriera con le sole sue forze, nessuno
almeno pubblicamente ha sollevato il problema, ma lei ci tiene a ribadirlo. Forse
non conosce il detto latino excusatio non
petita con quel che segue, ed è meglio
così poiché altrimenti si morderebbe la lingua. Quindi chiama a testimonio
i ministri sotto la cui gestione ha lavorato: Mancino (il ministro indagato per
la trattativa Stato-mafia), Maroni (il ministro dei respingimenti), Pisanu (il
ministro che implorava Moggi di aiutare la Torres, squadra della serie C1) (6),
Bianco (qualche malalingua lo accosta al
caso Lusi) e Amato (lui è sempre dovunque). Che poi è come chiedere a san
Francesco di testimoniare sulla bontà del lupo.
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(1) Corsera,
3 novembre 2013
(2) La7, 3
novembre 2013, telegiornale delle 20,00
(4) Il
fatto quotidiano 3 ottobre 2012
rimane ben poco d'altro da dire.
RispondiEliminain ogni caso un ministro di giustizia si distingue per le leggi che emana, non per la contabilità delle persone alle quali fa ridurre la pena con interventi personali.
RispondiEliminaIn questi casi la cosa più sconvolgente è che nonostante siano trascorsi un paio di secoli dalla rivoluzione francese si debba ricorrere ancora alle conoscenze personali per ottenere “giustizia”!
RispondiEliminaNon bisogna dimenticare il motivo per cui la Cancellieri ha avuto questa lampante quanto brillante carriera politica: quando era prefetto della città di Bologna prorogò di qualche milione di euro i finanziamenti alle scuole paritarie che sono per il 90% cattoliche!! Quando dai da mangiare al vaticano spa, lui, l'impostore, il burattinaio della politica italiana, sa come ripagarti...
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