Davanti a 'palle d'acciaio' Letta i deputati del Pd si squagliano come gli omini di cioccolata nel calendario dell'avvento. Se la Cancellieri cadendo fa cadere il governo Letta vuol dire che lei è più forte di Letta. E se la si mettesse al posto di Letta?
La ministra Cancellieri pensa: a chi dovrò telefonare oggi? |
E così anche questa volta, è la seconda, Anna Maria Cancellieri ce l’ha fatta. Rimarrà al suo posto di Ministro della giustizia. Evviva, evviva, evviva. Chissà se gli italiani sono degni e sapranno farsi sempre più degni di simile ministro o ministra. Oddio non che la ministra ce l’abbia fatta con le sue sole forze che se si fosse basata unicamente su quelle adesso sarebbe già ai giardinetti a dar da mangiare ai piccioni. E invece no, è e sarà ancora lì, al suo posto. Almeno per il momento. Poiché come insegna James Bond «mai dire mai.»
Per farla franca ci è voluto l’aiuto determinate, di vibranti
quanto seminascoste presenze e, invece,
in chiara visione di Enrico palle d’acciaio
Letta. Che in effetti questa volta, oltre che dichiararle (che son buoni tutti)
le ha fatte tintinnare per davvero, le palle
d’acciaio. È accaduto durante la riunione dei deputati del Pd nella serata
del 19 novembre e quelli, che a quanto pare sono come gli omini di cioccolata al
latte nel calendario dell’avvento si sono squagliati che è stato un piacere. Compreso
quei quattro rodomonti che corrono per la carica di segretario del Pd. Che poi
sarà bello vedere quello eletto all’opera quando, la prossima volta, palle d’acciaio si presenterà chiedendo,
ad esempio, di avere Penati o magari Profumo o magari Consorte o magari tutti e
tre assieme al Ministero all'economia.
«Se cade lei (nel senso della Cancellieri) cade anche il governo.» Come frase ad effetto non c’è male anche se assomiglia un po’ a quella di un altro Richetto, impersonato tanti anni fa da Renato Rascel, che diceva:«Se non mi compri un regalo non mangio.» Di solito a quel tempo a simili capricci il babbo rispondeva con un sano scapaccione che rimetteva le cose nella giusta prospettiva ma questi non sono più quei tempi. E soprattutto allora il dottor Spock non aveva ancora fatto la sua comparsa nella pedagogia familiare pure se Giorgio Napolitano già bazzicava per le stanze della politica.
«Se cade lei (nel senso della Cancellieri) cade anche il governo.» Come frase ad effetto non c’è male anche se assomiglia un po’ a quella di un altro Richetto, impersonato tanti anni fa da Renato Rascel, che diceva:«Se non mi compri un regalo non mangio.» Di solito a quel tempo a simili capricci il babbo rispondeva con un sano scapaccione che rimetteva le cose nella giusta prospettiva ma questi non sono più quei tempi. E soprattutto allora il dottor Spock non aveva ancora fatto la sua comparsa nella pedagogia familiare pure se Giorgio Napolitano già bazzicava per le stanze della politica.
Comunque il dato che risulta certo è che nessuno abbia
risposto all’azzardo (per non dire bluff) di Richetto Letta dicendo: « Vedo!»
Che tradotto dallo spiccio linguaggio del poker a quello più prolisso e astruso
della politica sarebbe stato a significare: «Bene, dimettiti». Per poi guardare
l’effetto che fa. Però, come si racconta in giro, per giocare duro ci vogliono
dei duri e in quel bel consesso dove vien già difficile trovare della gomma
piuma figurarsi pescare un emulo di Humphrey Bogart.
Non avendo avuto quindi l’ardire di fare la domanda della busta numero
uno ci si immagina che almeno qualcuno tra quei fini politici abbia ripiegato
sulla domanda di riserva: «perché? Se cade lei perché cadi anche tu? Che c’è
dietro?» Ma come diceva un tale, se il coraggio non ce l’hai non è che te lo
puoi dare, e i partecipanti a quell’assemblea probabilmente tutto si vogliono
dare meno che il coraggio. Che per come sono molli verrebbe da gridare: «Ci
fosse almeno una Santanché tra di loro.» E invece niente, si trovano a zoppicare con
un Dario Franceschini che farfuglia di tentativi fatti per ottenere “spontanee”
dimissioni della suddetta, miseramente andati a vuoto a causa dell’ingombrante presenza del vibrante
Napolitano. Roba da ridere, che se ci fossero ancora i fratelli Marx li
assumerebbero tutti come autori delle loro gags e li lancerebbero nelle più
ardite compagnie di giro. Che forse quello è il loro vero posto.
Perché poi, se si seguisse la logica si dovrebbe arguire con semplice sillogismo che: se la Cancelliri cadendo ha il potere di travolgere Letta allora la Cancellieri è più potente di Letta e dunque, per la proprietà transitiva, perché non mettere la Cancellieri al posto di Letta? Già, bella domanda. Che se il sillogismo fosse stato presentato alla riunione del 19 novembre forse le famose palle d’acciaio si sarebbero accartocciate.
Magari Richetto temeva e teme di dover affrontare e gestire
un rimpasto? Ma i rimpasti, come dice la parola stessa, si gestiscono e si gestiscono con palle d’acciaio. Se si hanno a disposizione e non sono solo
millantato miraggio.
Mentre tanti, tantissimi, continuano a sventolare il fatto
che nel comportamento della ministra non ci sono elementi ed ipotesi di reato pochissimi
fanno rilevare che la mancanza è grave non tanto sotto il profilo giudiziario, che ci mancherebbe anche questa, ma sotto il profilo politico. Il fatto grave è
consistito, ancor più che nell’atto delle telefonate fatte (non in quelle
ricevute che non si può impedire a dei postulanti di chiamare), nelle parole
dette che sono assai gravi quando si sente suonare per ben quattro volte il
lamentoso «non è giusto» e l’ancor peggio «non esiste» Che poi il ministro
della giustizia nel momento in cui si arrestano i componenti di una famiglia
senta il desiderio di telefonare a questa piuttosto che ai pubblici ministeri
per congratularsi lascia un qualche briciolo di perplessità. In un Paese
normale.
Nulla di penalmente rilevante in quelle frasette ma, sotto il profilo politico, di educazione politica, si tratta di una enormità. È un po’ come lasciare le ossa del pollo sul prato dove si è fatto il pic-nic o buttare la carta per terra anziché nel cestino. Nulla di penalmente rilevante ma da censurare sotto il profilo di grande civica maleducazione. Però questa, al contrario del coraggio, chi non ce l’ha se la può dare. Che è quel che accade nei Paesi normali. Per l'appunto.
Nulla di penalmente rilevante in quelle frasette ma, sotto il profilo politico, di educazione politica, si tratta di una enormità. È un po’ come lasciare le ossa del pollo sul prato dove si è fatto il pic-nic o buttare la carta per terra anziché nel cestino. Nulla di penalmente rilevante ma da censurare sotto il profilo di grande civica maleducazione. Però questa, al contrario del coraggio, chi non ce l’ha se la può dare. Che è quel che accade nei Paesi normali. Per l'appunto.
E infatti, in nessun Paese europeo, che al contrario dell’Italia
hanno gradi di normalità leonini, un ministro, specie se della giustizia, dopo
una sola telefonata ad un imputato di reati gravi come quelli contestati ai
Ligresti, sarebbe ancora al suo posto. Però in quei Paesi di pale d’acciaio semplicemente non si
parla ma le si mettono in gioco con signorilità. Facendole funzionare.
Dopo Monti e Letta non possono mettere qualcuno a cui un vestito grigio ferro starebbe decisamente male
RispondiEliminaSe parla quella bufala salta tutto il pd.
RispondiEliminacon Napolitano non si voterà fino alla fine legislatura, se prima non cambia la legge elettorale
RispondiEliminabisognerebbe vedere da dove veramente viene l'ordine...
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