Il dottor sottile mentre pensa come ridurrei costi della politica |
Questo succederebbe in un Paese
normale, chessò in Inghilterra, in Germania o in Francia o
addirittura finanche nell'Uzbekystan o nella Kamchatka. Che certo gli
ultimi due non brillano per stravagante trasparenza e democrazia.
Qui in Italia, no.
E questo ha fatto recentemente Giuliano
Amato in una intervista dove, tra il lusco ed il brusco ha lanciato
l' estrosa proposta sintetizzabile in un dadaista: più vitalizi per
tutti.
Il ragionamento ha una sua logica.
Dadaista, per l'appunto.
Intendendo con questo un profondo e
radicato rifiuto della ragione e del buon senso comune.
Il punto di partenza sta nel fatto che
l'italico popolo ambirebbe liberarsi della invadente gerontocrazia e,
all'ormai decrepito grido di “largo ai giovani” di questi ne
desidererebbe un certo numero nelle aule parlamentari. Desiderio
legittimo e per certi versi auspicabile.
Orbene il fatto che i nuovi siano
giovani, come tutti quelli che sono all'inizio di carriera,
ovviamente è un punto di partenza ma, per definizione, non basta.
Perché se i giovani permangono oltre un certo periodo di tempo ecco
che da imberbi ed implumi corrono il serio rischio di diventare
canuti se non addirittura spennacchiati. E questo si vuole evitare
come la peste. Quindi permanenza massima: due legislature.
Già ma se uno entra in quel di
Montecitorio a trentacinque anni, giusto per dire che sia uno normale
e non un enfant prodige, dopo
due legislature, ovvero dieci anni, sempre ammesso e non concesso che
le legislature durino secondo i classici canoni che negli ultimi
decenni proprio così non è andata, il giovane dovrà tornarsene al
paesello.avendo ormai raggiunti i quarantacinque anni
E a questo punto
l'ex ragazzo che fa?
Il vitalizio, causa
ingrata legge, potrà riceverlo solo a sessantacinque anni, mentre
tutti gli altri avranno la pensioncina, metodo contributivo,
unicamente a sessantasette. E neanche come regalo di compleanno dato
che un azzecca garbugli ha architettato uno strano marchingegno che
prevede richieste anticipate di sei mesi con pagamenti posticipati di
altrettanti. Ma comunque non si può stare a guardare il capello.
L'ex giovanotto, a
questo punto quarantacinquenne, non ha più lavoro (che la politica
sia un lavoro suona male) e non ha più fonte di reddito (che la
politica sia fonte di reddito suona ancora peggio) ma non di meno
dovrà sostenere pure una moglie con numerosa prole. Questo il
ragionamento dell'Amato Giuliano.
Cosa può fare?
L'attuale
“assegno di reinserimento nella vita sociale” - definizione
educata, delicata e carina - evidentemente non basta anche se questo
è calcolato nella misura dell'80% dell'indennità moltiplicato per
il numero degli anni passati con le terga ben posate sui sacri
scranni. Il totale ha un piacevole e tintinnante rintocco.
Soprattutto se si pensa che i trombati alle
elezione del 2008 se ne son tornati a casa con un bel gruzzoletto.
Giusto per fare
qualche nome: Clemente Mastella con 307.328€, Armando Cossutta
345.744€, Alfredo Biondi 270.792€, Luciano Violante 271.498€,
Vincenzo Visco 234.050, Sergio Mattarella 234.050€, Willer Bordon
201.684€. I più famosi.
Giuliano Amato quand'era socialista con Craxi |
Ecco tutto questo
non basta più
La
mente sottile del dottor sottile (soprannome
scalfariano, che se in Italia non hai un nomignolo di riferimento non
sei proprio nessuno) ha partorito un'idea geniale. Oltre all'assegno
di cui sopra (non tassato e quindi netto) al povero trombato
si può dare una mano versandogli due anni di vitalizio anticipato.
Non è un gesto
carino? Non è caritatevole tutto ciò?
D'altra parte non
si vorrà mica che il poveretto ex deputato quarantacinquenne vada a
rubare, vero?
Che
questi abbia una professione e magari si (ri)metta a lavorare come
tutti i normali cittadini, è idea che proprio non gli è balenata
neppure nell'anticamera del cervello. Caro dottor sottile.
Peraltro l'Amato
Giuliano ha di questi sbalzi di memoria.
Ora si
definisce tecnico pur
avendo passato quattro legislature alla Camera e una al Senato.
Essere stato due volte presidente del consiglio, e tre volte ministro
e almeno una sottosegretario alla presidenza. Il presidente era
Benedetto Craxi detto Bettino.
Come soprammercato
va ricordato che l'Amato Giuliano nasce nello Psiup (partito
socialista di unità proletaria. Stava a sinistra del Pci) poi passa
al Psi di Craxi, per l'appunto e poi all'Ulivo e quindi al Pd di cui
magari è anche padre fondatore. Sono così tanti i padri di quel
partito che ci sta anche lui.
In altre parole uno
che ha nuotato nella politica come un pesce rosso nella sua boccia.
By the way, è
da sottolineare che il dottor sottile, che
è rimasto male quando non è stato chiamato a far parte del governo
dei tecnici, ha ricevuto, comunque, da Mario Monti l'incarico di
predisporre un piano di riduzione dei costi della politica. E lui a
questo si sta impegnando. Com'è ironica la vita: uno di quei rari
passaggi in cui per ridurre si pensa di aumentare.
Infine
una nota di merito per Domenico (Mimmo) Scilipoti e Antonio Razzi
(quello che si faceva i azzi sua).
In questa tragica
situazione in cui nessuno vuole essere messo in lista per fare il
parlamentare, anzi si sgomita per uscire dalle liste e c'è chi è
pure scappato come s'è visto nel caso Cosentino, solo loro due si
sono prestati di buon grado. E senza un lamento e senza protestare
che peraltro a farlo ci ha pensato la base locale del Pdl. Veri
agnelli sacrificali immolati per puro e disinteressato amor di
patria.
A margine è da
ricordare che il dadaismo (dada non vuol dir nulla) è un movimento
artistico-culturale multidisciplinare che tocca la pittura, la
poesia, il teatro, il cinema e anche la fotografia. nasce nel 1916 a
Zurigo, che più Svizzera non si può, veleggia un po' in Germania e
quindi punta decisamente su Parigi per poi spiccare il grande salto
oltre oceano a New York. Tutti i grandi artisti sono svizzeri,
rumeni (il fondatore) tedeschi, francesi e americani.
Furono
dadaisti poeti come Hugo Ballme, Tristan Tzara, Hans Arp, Marcel
Janco, Richard Huelsenbeck, Sophie Täuber,
pittori come George Grosz e Max Ernst, drammaturghi come Ernest
Toller, Franz Werfel e il primo Brecht e registi come Fritz Lang e
Murnau. Non ci furono grandi artisti dadaisti italiani.
Eppure gli
italiani, specialmente i politici del dadaismo hanno incarnato ed
incarnano lo spirito più puro: rifiuto della ragione e del progresso
a cui contrappongono irrazionalità, gusto per il gesto irridente e
spirito anarchico. Quest'ultimo sotto mentite spoglie.
Chi altri se no?
riduzione dei parlamentari e riduzione delle spese per i parlamentari rimasti. Il ministro Riccardi lo ha messo nel suo programma,,,appoggiamolo ovviamente.,,.
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