Ciò che possiamo licenziare

lunedì 14 gennaio 2013

Emma Bonino non può parlare in chiesa. Dov'é lo scandalo?

Non si è potuto commemorare Mariangela Melato in chiesa. “Nuove disposizioni” s'è giustificato il parroco. Perché scandalizzarsi. Mica ci si scandalizza dei piccioni di piazza san Marco.

Emma Bonino amica di Miriangela Melato
Il fatto è noto: alle esequie di Mariangela Melato non è stato concesso alla di lei amica Emma Bonino di fare il discorso commemorativo. «Questioni burocratiche» ha detto il responsabile della chiesa degli Artisti. Come se in quel momento si potesse star dietro e, soprattutto, capire i cavilli della burocrazia.
Che già è difficile intendere quella ordinaria dello Stato figurarsi quella leguleia e sempre zeppa di contorcimenti e frasi mezze fatte e mezze sfatte che esce dagli uffici, di solito sacri, che stanno al di là del Tevere.
Bene. Dov'è lo scandalo?

A qualche malizioso è venuto il dubbio che il divieto sia stato posto per via della speaker: la radicale Emma Bonino. Perché questa, e non solo a titolo personale, con il Vaticano ha aperti ben più di un contenzioso e che si definisce rigorosamente laica. Chissà che mai avrebbe potuto dire in quel contesto siffatta laicista, come sempre più spesso vengono definiti dalle gerarchie vaticane coloro che hanno deciso di non voler credere nel trascendente.
Quindi meglio vietare ed impedire la parola. Ri-bene.
Ancora: dov'è lo scandalo?

Vien da dire che quasi ogni attore di questa rappresentazione abbia adempiuto, con coscienza e coerenza, alla sua parte. Uno vieta, al solito giustificato, e l'altro si scandalizza.
Non stupisce che la gerarchia sia poco tollerante e un tantino dogmatica, che spruzzi ogni suo fare e dire con l'acre polverina dell'integralismo e dell'ortodossia. E che sia sempre lanciata in battaglie di retroguardia o addirittura di oscurantismo. Sempre disposta a giustificare e a chiudere gli occhi, sui propri falli.
Fa il suo mestiere. Nulla di più e nulla di meno. Perché scandalizzarsi della norma?
Specialmente quando riesce, e a ben vedere non importa come, ad ottenere il consenso.
Sarebbe come scandalizzarsi del fatto che in piazza san Marco, giusto per citarne una famosa, i piccioni, sgancino quelle schifose e micidiali bombette bianche e gialle che han la prerogativa di centrare sempre quelli che se ne vanno in giro col vestito della festa. Li si maledice un po', i piccioni, ma poi neanche tanto. Fanno il loro mestiere.
Non è un bel fare ma così è. E ce ne si fa una ragione.

Stupisce piuttosto quell'aria di ingenua sorpresa.
Se ci fosse tolleranza e disponibilità e voglia di guardare in faccia la realtà, senza gli occhiali della ideologia posta a difesa dei propri tornaconto e delle salvaguardie, con grande probabilità non si tratterebbe di una chiesa ma solo e magari più nobilmente, di una religione.
O forse ancora meglio di religiosità. Poiché questa, di norma, non ha bisogno di sovrastrutture burocratiche e, come soprammercato non è appannaggio esclusivo dei credenti nell'ultra terreno ma, assai spesso, ha l'ardire di lambire o addirittura di insinuarsi anche nell'animo di chi crede che prima dell'aldilà sia meglio arredare, pure se con modestia, l'aldiqua.

Il sentimento della sorpresa sarebbe meglio impegnarlo per quelli che, (auto) definiti laici, della laicità dimenticano il senso e le conseguenti implicazioni etiche e morali che poi portano ai comportamenti. E soprattutto la sua scomodità. Perché contrariamente a quel che con superficialità si pensa, gestirla, la laicità, è tutt'altro che confortevole.
Il rigore è gravoso. Come il rinunciare al privilegio, che per definizione non è laico, o portare rispetto e comprensione delle ragioni altrui.
Il che non significa omettere la denuncia per i mal fatti che devono, laicamente, sempre essere resi noti. Ma se accanto a questi si potessero citare dei ben fatti di robusta fattura ce ne sarebbe di vantaggio. E magari di sana pulita, laica, credibilità.

7 commenti:

  1. se la norma ha un carattere generale , credo sia comprensibilissima all'interno di un pensiero religioso; se inventata al momento per la sola Bonino credo sia stato un modo sbagliato, sia pure magari dettato dall'esigenza di non polemizzare nel momento del dolore di una persona, di far presente il dissenso con la richiesta avanzata. Talvolta vi sono persone che si comportano come quei comunisti che si lamentavano perchè non erano ritenuti abilitati da far da padrini al battesimo, invece di chiedersi se avesse un senso, prima di tutto per loro stessi, svogere quella funzione. Personalmente spero che nessuno impedisca il mio funerale laico; salvo qualche veloce mettere la testa dentro in caso di funerale dettato eslusivamente da vicinanza ai familiari del defunto , non metto la testa in chiesa durante una cerimonia religiosa neanche per battesimi o matrimoni di familiari, e neanche per ripararmi dalla pioggia; non vedo perchè lamentarmi di quello che avviene all'interno della stessa purchè nel rispetto delle leggi dello stato. Siamo alle solite, va a capire perchè molti italiani continuano ad essere cattolici; invece, ad esempio, di aderire ad altre religioni cristiane se proprio sentono come vero ciò che l'essere cristiano comporta.

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  2. Laici Libertari Anticlericali15 gennaio 2013 alle ore 09:06

    Le orazioni funebrie si sono sempre fatte. Ricordo centinaia di orazioni funebri in chiesa. Chi non ricorda la vedova Schifani al funerale di Falcone? I preti non hanno rispetto nemmeno dei morti e anche su di loro speculano. Questo prete si è inventato una norma all'istante solo per fare un dispetto alla Bonino e alle persone care alla Melato. Vergogna

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  3. La tua raffinata arguzia mi consente se non altro di stemperare quella furiosa indignazione che m'aveva assalito ieri, nell'apprendere questa notizia. Chapeau messer Castruccio Castracani!

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  4. Sì, è casa sua e le regole sono quelle del suo condominio, a me risulta che gli interventi dei fedeli o comunque dei presenti siano di raccomandazione a Dio e la grande Bonino, grande forse non in questo caso, proprio ce la vedo; gli Italiani vogliono essere miscredenti con la benevolenza del parroco, hanno in mente don Camillo e hanno interpretato papa Giovanni come un don Camillo in grande, e se i reti rivendicano la oloro identità hanno ragione. Hai ragione poi sull'inadeguatezza di fare discorsi che davanti all'alterità totale della morte la riducono a un pettegolezzo, in chiesa tutto sommato ti fanno concentrare sui fondamentali dell'esistenza, offrono una speranza che vorresti condividere con l'aria di non crederci neppure loro; comunque capisco gli ubriaconi che portavano il Santo Bevitore di Roth in sacrestia agonizzante, perché "i preti sapevno ben qualcosa della vita e della morte", cioè di bisogni esistenziali che nella prosa della vita corrente laicamente si possono sottovalutare

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  5. se la norma ha un carattere generale , credo sia comprensibilissima all'interno di un pensiero religioso; se inventata al momento per la sola Bonino credo sia stato un modo sbagliato, sia pure magari dettato dall'esigenza di non polemizzare nel momento del dolore di una persona, di far presente il dissenso con la richiesta avanzata. Talvolta vi sono persone che si comportano come quei comunisti che si lamentavano perchè non erano ritenuti abilitati da far da padrini al battesimo, invece di chiedersi se avesse un senso, prima di tutto per loro stessi, svogere quella funzione. Personalmente spero che nessuno impedisca il mio funerale laico; Salvo qualche veloce mettere la testa dentro in caso di funerale dettato eslusivamente da vicinanza ai familiari del defunto , non metto la testa in chiesa durante una cerimonia religiosa neanche per battesimi o matrimoni di familiari, e neanche per ripararmi dalla pioggia; non vedo perchè lamentarmi di quello che avviene all'interno della stessa purchè nel rispetto delle leggi dello stato. Siamo alle solite, va a capire perchè molti italiani continuano ad essere cattolici; invece, ad esempio, di aderire ad altre religioni cristiane se proprio sentono come vero ciò che l'essere cristiano comporta. Credo inoltre che se la cerimonia fosse affidata puramente alla ritualità religiosa ( a memoria , ma sto prlando di molti anni fa, non ricordo da ragazzo che vi fosse l'abitudine di far parlare nel corso di una messa altri che il sacerdote ) non vi troverei niente di strano all'interno di un contesto in cui si dovrebbe accompagnare il trapasso di un'anima e non la memoria di un corpo e dove, comunque, poco senso avrebbero parole puramente di pietà umana specie di chi assente dal fatto religioso che, per chi ci crede, sta avvenendo.Altro discorso ovviamente per le cerimonie di commemorazione civile dei defunti

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  6. Se la Bonino non è cattolica, ma anzi dichiaratamente anticattolica, anticlericale, ateo agnostico razionalista militante, abortista abusiva e pluriassassina, perchè vorrebbe pretendere di entrare in chiesa durante una funzione religiosa e addirittura parlare nel corso della stessa? Lei permetterebbe che durante una riunione o un comizio del partito radicale, che un fascista, un prete, un iscritto al PDL o alla Lega, di tenere un discorso o fare un suo comizio? Mi sapete dire perchè radicali e sinistra pretendono di comandare anche a casa degli altri e di impedire a chiunque anche solo di entrare a casa loro? Possibile che proprio non abbiano alcun concetto del significato della parola reciprocità? Per coerenza, non sarebbe stato più giusto che si fosse accomodata fuori della chiesa e avesse atteso la fine della funzione religiosa e poi, tenere il suo discorso? Secondo questo strano modo di pensare, alquanto arrogante e abusivo, fra un pò pretenderanno di presentare anche un loro candidato papa al prossimo conclave? Non credi? No party!

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    1. Come chiaramente sottolineato, il Vicario Imperiale non ravvisa alcuno scandalo nel divieto imposto alla Bonino. Ogni attore della commedia ha svolto con diligenza la sua parte. E quelle viste non sono state, per chi scrive, delle belle parti. Solo lo stantio ripetersi di stereotipi. Di ben altro ci sarebbe da scandalizzarsi sia di là che di qua del Tevere. Personalmente credo che la laicità si eserciti diversamente. Nello specifico: un comizio è fatto per convincere i già convinti per questo uno della parte avversa pure se invitato neanche ci verrebbe.

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