I cattolici in politica stanno in ogni schieramento come il sale nel mare. L'importante è ricompattarsi nel
momento del bisogno a difesa dei principi fondamentali della Chiesa. Una sorta di Internazionale Vaticana in Parlamento,
Quando il gioco si fa duro i duri
cominciano a giocare. E di duri nell'episcopato italiano ce n'è
più d'uno, per non dire parecchi. Forse quasi tutti, ma non tutti.
Che magari qualche colomba, inopinatamente sfuggita alla selezione
naturale, si trova pure lì.
Ai duri piace che fin da subito le
regole siano chiare, addirittura manichee e non ci sia possibilità
di fraintendimenti.
Nel giro di pochi giorni, dal 22 al 24
di gennaio, si sono schierati tre pezzi da novanta: Bagnasco, Bertone
e Avvenire che sono intervenuti sulla questione delle
elezioni. Il senso del messaggio è stato chiaro e incardinato su due
punti focali: “cattolici andate a votare” ed “eletti cattolici
siate uniti nel difendete principi della Chiesa”. (1) A prescindere
dagli schieramenti. Che poi quello che dà la cifra della richiesta
del coinvolgimento sta tutto in quel “a prescindere”.
Perché è un po' come dire: “andate pure
a giocate nella squadra che volete ma quando il commissario tecnico
chiamerà per le partite importanti si giocherà tutti con la stessa
maglia”.
Il ruolo dell'allenatore, come sempre,
lo ricopre Avvenire che
nell'articolo «cattolici in lista, determinati a incidere» (2),
spiega con chiarezza lo schema di gioco per i futuri eletti. Sembra
quasi di vedere Josè Mourinho alla lavagna.
Schema 1:
attenzione al “rischio del fiore all'occhiello”. Che poi sta a
significare: “se vi scostate dalle indicazioni d'oltre Tevere
allora vi state facendo strumentalizzare”. E questo non piace
all'episcopato. A corollario si può aggiungere che la
metacomunicazione, apparentemente innocente nel tono è assai dura
nella sostanza: “non potete pensare in indipendenza. O seguite il
dettato vaticano o si intende che deboli come siete vi stanno
strumentalizzando”. Che non è proprio un bel dire e neanche un bel
apprezzamento
Schema
numero 2: «Impegno
plurale agenda comune. I cattolici devono essere capaci di vivere la
tornata elettorale come comunità che discute in pubblico delle
priorità del Paese offrendo le proprie proposte».
Ovvero
al momento opportuno si dismette la casacca del partito e si indossa
quella bianca e gialla della nazionale vaticana. Per il ruolo di
regista sembra sia stato scelto il non chierico Gennaro Iorio,
sociologo di riferimento dei focolarini. Che a definirlo laico gli si
può far torno e magari se ne adombrerebbe.
Schema
3: lo spogliatoio. Naturalmente per tenerlo unito occorrono forti
parole d'ordine e quindi cosa c'è di meglio che far cadere con
nonchalance
qualche
briciola di sospetto sui compagni del partito in cui si è eletti? E
così Avvenire
butta
lì una innocente frasetta che suona così: «In
lista per Monti, accanto a presenze di chiara impostazione laica -
laicista in taluni casi - una pattuglia di cattolici interessanti».
Che artatamente sottintende: «Ascoltate:
io vi mando come pecore in mezzo ai lupi. Perciò siate prudenti come
serpenti e semplici come colombe».
(Matteo 24, 15-25) Che poi da allora è quello che gli riesce meglio.
Essere prudenti come serpenti e semplici come colombe. E non solo. E
quindi alla bisogna ancora di più essere uniti tra tutti al di là
delle ridicole divisioni di partito.
Ovviamente
le raccomandazioni non sono rivolte solo ai giocatori ma anche al
vasto pubblico degli elettori su cui fa leva Bagnasco
dicendo con tutta l'innocenza di cui è capace che: «La
Chiesa non si schiera, il suo schieramento è quello dei principi
fondamentali perché i temi etici sono alla base di tutti gli altri
problemi». (3) Che sull'etica di certi comportamenti c'è tanto da
discutere. Ma transeat.
Sembra
si risentire quei don Camillo che negli anni della guerra fredda
rivendicavano la loro distanza dalla politica invitando i fedeli a
votare per quei partiti che fossero democratici e anche cristiani.
Insomma, democristiani.
Nulla
di nuovo sotto il sole, dunque.
Qualcuno
probabilmente sapendo dell'articolo di Avvenire
e
delle dichiarazioni dei due cardinali
si
indignerà, si scandalizzerà e griderà alla subdola ingerenza della
Chiesa nelle cose italiane. Chi lo farà sbaglierà.
Non
è la Chiesa che è ingerente. L'episcopato fa il suo mestiere.
Nulla di più nulla di meno.
La
questione è che tutti i partiti, poiché i cattolici impegnati in
politica sono sparsi negli schieramenti come il sale nel mare,
pensando di essere furbi li candidano a prescindere (eccolo che torna
ancora una volta) e, in verità, sono loro, i partiti, che si fanno
strumentalizzare. Tristezza.
Divertente,
oltre che emblematico, il caso di Augusta Sorriso e di Teresa
Restifa. Entrambe fanno parete di Mcl (movimento cristiano
lavoratori) la prima si candida con la lista Monti nel nord America e
la seconda con Berlusconi in Australia. Delle due l'una o non
centrano nulla l'una con l'altra in Mcl o stanno semplicemente
facendo dell'entrismo. E la seconda detta è quella giusta.
D'altra
parte è sempre stata caratteristica del cattolicesimo - che non a
caso deriva dal greco καθολικός
e significa "generale" o "universale"
– quella di sapere occupare ogni spazio e anche i più piccoli
interstizi in tutti i livelli sociali.
Grande
capacità di marketing: il giusto prodotto per ogni segmento di
mercato.
Così
si ha più possibilità di controllo politico e, dividendo il
rischio come ben insegnano in Bocconi, si hanno meno possibilità di
fallire e si controlla meglio il mercato.
Ecco
perché la vecchia balena bianca non tornerà più. Ahinoi.
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(1) La Repubblica, 25 gennaio 2013, I vescovi: non disertate il voto
(2) Avvenire, 23 gennaio 2013, Cattolici in lista determinati a incidere, Angelo Picariello
(3) ASCA 24 gennaio 2013, La Chiesa non si schiera ma ricorda valori e priorità
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(1) La Repubblica, 25 gennaio 2013, I vescovi: non disertate il voto
(2) Avvenire, 23 gennaio 2013, Cattolici in lista determinati a incidere, Angelo Picariello
(3) ASCA 24 gennaio 2013, La Chiesa non si schiera ma ricorda valori e priorità
meno male che non sono cattolico ma...cristiano...
RispondiEliminala sintesi finale, sui cattolici che riescono ad occupare anche i più piccoli interstiz, i mi preoccupa non poco.
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