Ciò che possiamo licenziare

giovedì 21 luglio 2022

Così Draghi ce l’ha fatta.

 Ci ha lavorato per settimane e infine ha raggiunto il risultato. Al confronto il non-sense del Cappellaio Matto e di Joseph K  è logica allo stato puro. L’opposizione può farla solo il duo Meloni (si vede tanto) Fratoianni (si vede poco), tertium non datur. Gli sarebbe piaciuto fare un discorso su bivacchi e manipoli, ma è democristiano e non ce l'ha fatta. È passata la mozione Casini.

E dai e dai alla fine il Draghi dott. prof. Mario è riuscito a squagliarsela dando la colpa a tutti, anche al gatto che passava di là per caso. In verità non vedeva l’ora. Se l’è cercata con acribia e pertinacia e c’è riuscito. Per un cartesiano tutta la vicenda ha del paradossale ed è incomprensibile, infatti francesi, tedeschi e anche gli spagnoli e tutti gli altri non ci hanno capito un’acca. Hanno chiesto lumi a tal Gentiloni Paolo che, con l’abilità propria, gli ha confuso ulteriormente le idee. Al confronto il non-sense del Cappellaio Matto, di Joseph K o del Grillo Parlante o della Bella e la Bestia è logica allo stato puro. Il Draghi aveva già deciso di andarsene ben prima del discorso dello scorso 22 dicembre, quello del nonno al servizio delle istituzioni, per intenderci. La colpa l’ha addossata al M5S perché questo, stanco di vedersi smantellare tutto quanto aveva fatto, dalla legge spazza corrotti sostituita dalla riforma Cartabia (ben criticata dalla UE), dal reddito di cittadinanza continuamente biasimato (contro il parere dell’Istat), così come il bonus 110% (pure se apprezzato da Nomisma), aveva ipotizzato di uscire dalla maggioranza che comunque sarebbe rimasta ben salda con oltre il 70% dei consensi. La prima giustificazione addotta dall’uomo della provvidenza è stata: «non potete farlo perché se lo fate voi , poi magari lo fanno anche altri». Non male. Mi ricorda un compagno del liceo, diceva alle ragazze che corteggiava: «devi dirmi di sì, altrimenti anche le altre mi diranno di no». Nella testa del camminatore sulle acque  l’opposizione può fargliela solo il duo Meloni-Fratoianni e nessun altro, tertium non datur. Quindi non avendo nessuno disposto a sfiduciarlo si è sfiduciato da solo dopo aver picchiato il suo pupazzetto. E questo nonostante la scissione del Di Maio Luigi a cui avrebbe potuto seguirne un’altra, del Grippa Davide. Naturalmente nessuno ci ha visto il suo zampino. Poi per avere certezza di essere sfiduciato s’è messo a pestare i calli alla Lega, nel primo discorso, e poi ad insultare ancora i poveri 5Stelle nel secondo parlando di poco discernimento. Per finire chiede venga posta la fiducia sulla proposta presentata dal Casini Pierferdinando, vecchio democristo, che così recita: udite le comunicazioni del premier si approva. Cosa-dove-come-quando? Non è dato sapere. Probabilmente, come letto su facebook, il Draghi dott. prof. Mario avrebbe voluto centrare il suo discorso su manipoli e bivacchi, ma essendo democristiano non ce l’ha fatta. E adesso? Resterà con la scusa del disbrigo degli affari correnti e sorriderà apotropaicamente sapendo già a chi dare la colpa prossima ventura. Ps. La mozione Casini  è stata approvata.

Buona settimana e buona fortuna.

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