Ciò che possiamo licenziare

sabato 2 luglio 2022

Disunirsi sul finale.

Succede ai ciclisti e spesso anche al Presidente del Consiglio. Si comporta come quei clienti che vogliono decidere il front man del fornitore. Il ridicolo sommergerà anche questa italica avventura.


Quando Ennio Flaiano pensò-disse-scrisse che in Italia ogni situazione può essere grave, ma non seria, probabilmente non sospettava gli iperbolici livelli a cui questa sua tragica teoria si sarebbe manifestata. Mai avrebbe immaginato un presidente del consiglio dedito all’organizzazione di cene eleganti, definito dal suo legale “utilizzatore finale” in un processo per prostituzione minorile, condannato per truffa ai danni dello Stato e in più sotto processo con l’accusa di aver corrotto dei testimoni. O neanche avrebbe immaginato di un altro che parlando del suo governo dichiarava serio-serio della necessità urgente di un cambio di passo, neanche fosse il leader dell’opposizione, fino ad arrivare ai giorni nostri quando,  scrive Il Fatto Quotidiano, l’attuale primo ministro  ha chiesto il licenziamento del capo di uno dei partiti suoi sostenitori. Eppure nel Belpaese capita anche questo. Lo ha rivelato il professor Domenico De Masi riferendo di una conversazione avuta con il Grillo Beppe, il sé dicente garante del M5S. Il fatto ha del grottesco soprattutto alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal Draghi Mario nella conferenza stampa che avrebbe dovuto essere dedicata a importanti questioni NATO, dopo aver negato ogni addebito ha aggiunto: «mi dicono ci sarebbero dei riscontri  oggettivi, li aspetto». Puerile. Il comportamento è tipico del cliente arrogante: imporre al fornitore di cambiare il suo front man. Negli annali si racconta di un commerciale contestato dal suo cliente perché portava la barba, o un altro accusato di troppo successo alla convention aziendale. e si potrebbe andare avanti. Voler vincere facile è nobile aspirazione, ma non sempre succede.  Il fuoriclasse, come ebbe a definirlo il Carofiglio Gianrico, spesso assomiglia a quei ciclisti che dopo una lunga fuga in solitaria perdono la gara perché, come dicono i radiocronisti: si è disunito nel finale. E nell’ultimo anno e mezzo di finali disuniti ce ne sono stati parecchi e altri ne verranno. Il ridicolo sommergerà anche questa italica avventura.

Buona settimana e buona fortuna.

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