I
ruoli in tragedia sono definiti e ben chiari, ma nella realtà i confini sono
labili. Non c’è lupo mannaro senza vittima disponibile. Ci può essere vittima
senza connivenza della famiglia? Se papa Francesco facesse una riflessione
seria sulla famiglia uscendo dagli schemi della pubblicità.
Solito scandalo in quel
di Roma, ci mancava. La capitale della cristianità pare si sia messa di buzzo
buono per vincere le olimpiadi del lurido-sessule. Tralasciando, ovviamente, gli
scandali di natura, per così dire politico-sociale, come mafia capitale et
similia. In un lasso di tempo tutto sommato breve sono arrivati alla prima
pagina i casi delle baby prostitute, quello di Luca Varani, Manuel Foffo e Marc
Prato e ora quello di Claudio Nucci, 56 anni, pr, animatore di feste e serate.
Le parti in tragedia son sempre quelle: il
lupo mannaro, che spesso sono tanti, le vittime, in genere minori e infine gli
afflitti, le famiglie. E poiché sulle prime pagine dei giornali, così come per
il salotto di Bruno Vespa, c’è spazio per un solo mostro alla volta si va giù
d’accetta, si semplifica e velocemente si passa oltre. Ma non è questo il modo
se ci si vuol tirar fuori. E soprattutto se si vuol dare prospettiva ad una
possibile-auspicabile, anche se lontana e faticosa soluzione. Che il lupo
mannaro faccia il lupo mannaro ci sta. Ovvio che ricatti, ovvio che
intimorisca, ovvio che vessi. Altrimenti che lupo mannaro sarebbe? Attenzione
con questo dicendo non si vuole assolvere nessuno dei miserabili che quella
parte hanno giocato, sia per un verso che per l’altro.. Questo ha da essere ben
chiaro. Quel che invece gira male nelle ricostruzioni delle tragedie sono gli
altri due ruoli: le vittime e gli afflitti.
Le vittime innanzi
tutto. Che siano vittime è fuor di dubbio, ma vittime di chi? Questo è il vero
punto. Come nasce e cosa spinge la vittima al suo ruolo? Almeno la prima volta,
dato che dalla seconda in avanti il processo è sufficientemente chiaro.. Che se
la prima volta ci si vende (e si sa bene quel che si intende) per una ricarica
o una felpa o il biglietto di un concerto di chi la colpa? Del lupo mannaro (le
sue responsabilità sono palesi dal di poi in avanti che sul prima qualche
dubbio ci può stare) o di un contesto che consente alla vittima di superare o,
peggio ancora, di non avere legge
morale? Va domandato, almeno per pura accademia, perché questa manchi o sia
così facilmente superabile. Da dove sono arrivati e come si sono nutriti gli
anticorpi della legge morale? Comodo generalizzare, ma tutto il contesto vien
ben filtrato da una sola entità: la famiglia. O almeno così dovrebbe essere
salvo il fatto che questa non sia connivente, cioè condivida i principi, con il
contesto.
E dunque gli afflitti:
la famiglia. Afflitti perché le vittime sono dei loro, afflitti perché i lupi
mannari sono dei loro. In tutti i casi nulla colsero, nulla videro e,
ovviamente, nulla capirono. E, non capendo, domandarono. Ma erano attenti,
ieri, gli afflitti di oggi? Non videro borsette e felpe griffate, non colsero
comportamenti anomali non ebbero neppure
per un momento sentore del disagio di chi imboccata una strada ne vede,
finalmente l’orrore? No certo, se una sudicia storia va avanti da oltre un
anno. E allora, domanda di riserva: dov’è la legge morale degli afflitti? Chi
si occupa di quella? Se l’amico di Nucci ride al telefono con lui è un amico o
un complice? Così come dove inizia la colpa del padre di famiglia che frequenta
le squillo minorenni: nell’essersi recato all’appuntamento o nell’aver cercato
sulla bacheca di internet? E questi che legge morale potrà trasferire a figlio
e figlia? E come potrà la moglie non essersi accorta di nulla? Tutti ciechi,
tutti muti. Anche quelli che organizzano l’esibizione del mostro in tv o che ne
scrivono sui giornali dato che si fermano un attimo prima di scoprire che gli
afflitti sono anche lupi mannari (conniventi) e
anche vittime (ricattabili).
Sarebbe utile, ancor
prima che bello ed edificante, che anche papa Francesco spendesse una qualche
parola di serietà e di rigore sulla famiglia e non favoleggiasse su
quell’entità metafisica che si vede nel presepio e nelle pubblicità di
merendine, automobili ed affini.
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