I
documenti vaticani raccontano storie che paiono uscite dai film di
Risi-Monicelli-Comencini-Scola. Ma forse i quattro registi si sono ispirati ai
fatti di Oltretevere. I cattolici italiani e gli altri nel mondo si meritano di
meglio. I giornalisti che hanno scritto libri su queste vicende sono accusati di averlo fatto per denaro, ma chi da millenni arraffa le monetine delle elemosine
non può capire.
Il fatto eclatante
rispetto a una decina di giorni fa è che
i monsignori Vallini, Galantino, Becciu e Bertone, giusto per dire i primi che
vengono alla mente commentano meno i fatti di Roma. Era bello, si fa per dire, sentire
i commenti dei porporati farsi beffe delle sciagure dell’ex sindaco Ignazio
Marino e definire quei tragici giorni come «farse romane» e aggiungere che Roma
«si merita di meglio». Adesso ridono un po’ meno anche perché pare proprio che
quel che salta fuori dalle carte esportate dalla Città del Vaticano li stizzisca.
Eppure no, dovrebbero ridere a crepapelle.
A dar credito a quel
che si legge sui giornali e sui due recenti libri pare di assistere al
concentrato di quaranta anni di commedia all’italiana. Laddove non si capisce
se sono stati i porporati vaticani a copiare Risi- Monicelli-Comencini-Scola o
questi a prender spunti da quel che vedevano succedere Oltretevere. Quel che è
certo è che tornano alla mente le esilaranti esibizioni di Sordi, Gassman, Manfredi
e Tognazzi. Quasi impossibile che a scorrere la notizia degli oboli sottratti
al Bambin Gesù non sia apparsa la figura di Gassman che ne “I mostri” sottrae
il povero cieco dal medico che potrebbe curarlo. E come non rivedere nelle cronache
vaticane Alberto Sordi nei panni dell’esportatore di capitali de “La serata più
bella della mia vita”, ma anche nei personaggi dell’ “Armata Brancaleone” o di
“Brancaleone alle crociate”. E anche in quelli di “Brutti sporchi e cattivi”
non si riconoscono molti protagonisti dei sacri palazzi? Certo i monsignori,
non sono sporchi, nel senso dell’igiene s’intende, anzi danno l’idea di essere ben
annaffiati da costose acque di colonia e anche i vestiti han l’aria di essere ben
tagliati ma quanto a esser brutti e cattivi potrebbero tenere lezioni a livello
di master. S’immagina che a pochi sia sfuggita la sicumera dei molti porporati
che sotto paludate parole ripetono in buona sostanza il motto del marchese del
Grillo: «Io so io e voi non siete un c….» Che fa il paio, sempre con
l’Albertone, del discografico finito ne “L’ingorgo”. Tutti film con i quali due
o tre generazioni di italiani hanno riso fino alle lacrime. E perché ora i
monsignori non ridono più? E dire che ne avrebbero motivo visto che ad ogni episodio
del quartetto Risi-Monicelli-Scola-Comencini loro si possono vantare di
conoscere di persona il protagonista.
Il fatto è che sulle
magagne di casa propria la voglia di scherzare passa e allora si tende a
minimizzare come han fatto sia padre Lombardi sia monsignor Parolin: «Notizie
vecchie, fatti già superati dalle riforme …» Con ciò dando credito all’adagio
che «S’è pegio il tacon del buso» Qui un
esperto di comunicazione, non la paccottiglia che si aggira per i salotti
televisivi, direbbe che saper minimizzare è un’arte e i due in questione non ne
sembrano propriamente padroni.. Perché a dire che son fatti vecchi e già noti e superati si è esposti alla
controreplica: «E perché la Chiesa non ha fatto nulla? O se ha fatto perché non
ha denunciato il colpevole punendolo?» Già, perché?
Non sarà mica per
quella sottile passione per l’omertà che con la voglia di voler apparire sempre
come il meglio ha fatto lavare i panni sporchi in famiglia per decenni? Che poi
solo a sfogliare il Decameron già si vedono vizi e stravizzi di quella corte
che a dispetto del cielo si vuole (e si suole) definire santa. Vizi e stravizzi
che infine son sempre quelli. I moderni epigoni dei Borgia peccano anche di
fantasia: ripetono senza originalità. O non sarà forse per quella voglia di
solidarietà che si traduce nel: «Una mano lava l’altra e tutte e due lavano il
viso.»? E poi a dirla tutta Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui saranno, forse,
colpevoli di trafugamento di documenti che però è un nulla rispetto a quello
che i documenti raccontano. Al solito si fa il tiro al piccione mentre le prede
grosse se ne stanno acquattate e ben pasciute. E chi le tocca.
Storia a sé meritano i
giornalisti delle italiche gazzette che si impegnano, con puntigliosa volontà,
a trovare nobili motivazioni a tutto in ciò distinguendosi da L’Osservatore Romano e da L’Avvenire che sul caso Marino fecero
sberleffi. E questo denota nobiltà d’animo che se è condizione necessaria non è
di per sé sufficiente nel trattare le notizie. Qualche volta dire che il re è
nudo fa bene a tutti. Anche al re. Il che pur tuttavia non li salva da attacchi
di bassa lega: «fan tutto per denaro.» si dice di là dal Tevere. Dimenticando
che un giornalista campa di notizie, articoli e qualche volta di libri. Ma chi
da millenni arraffa le monetine delle
elemosine questo non lo può capire.
Era ora.Devono dimettersi tutti
RispondiEliminaChe schifo! Devono pagare e qui!
RispondiEliminaHanno scalzato Marino e si sono presi Roma per prepararsi all' abbuffata del Giubileo. Da quando è entrato in vigore il sistema dell' otto per mille il clero ha incassato oltre 20 miliardi. Nel 2015 solo il 27 per cento destinato a interventi caritativi.
RispondiEliminadel resto l'ormai famoso "io so' io e voi non siete un cazzo" prima di essere del Marchese del Grillo è stato il primo ed unico articolo della Costituzione di papa gregorietto per come il Belli se la immaginava.
RispondiEliminaHomines sunt...
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