Il
17 gennaio all’ auditorium Testori si dibatterà su come curare l’omosessualità.
Il governatore Maroni nei panni che furono dei Re Taumaturghi, loro curavano le
scrofole e lui, più moderno, l’omosessualità. Magari prima del convegno
potrebbe provare con razzisti e cretini. Forse per lui più a portata di mano.
L’omosessualità si può
curare? Il dubbio è amletico e attanaglia, non da oggi, alcune tra le più
brillanti menti contemporanee che hanno la generosità di arricchire con la loro
presenza questi travagliati tempi ed anche i primi giorni del 2015. Anno che
nasce all’insegna del ritmo. Questa volta però, il Presidente Renzi non c’entra.
Almeno per il momento.
Pensare che l’omosessualità
sia una malattia è argomento vecchio ma periodicamente riportato all’attualità
da quei brillanti di cui sopra, e che annoverano tra le proprie fila
personalità del calibro di Luigi Amicone, ciellino, direttore di Tempi e Mario Adinolfi fondatore del
quotidiano La Croce. Due nomi che di
per sé sono già un programma. E in qualche misura anche una garanzia. A questi
si aggiungerà il governatore della regione Lombardia, Roberto Maroni.
Difficilmente sarà possibile vedere ancora un simile trust di cervelli riuniti in un unico consesso. L’occasione storica ed epocale sarà data il
prossimo 17 gennaio Giornata dedicata alla famiglia. Ça va sans dire.
Il convegno che avrà come titolo «Difendere la famiglia per difendere la società» sarà organizzato da due popolarissime associazioni che annoverano milioni e milioni di iscritti e che sono in grado di far vacillare, per autorevolezza e serietà scientifica, i governi di mezzo mondo oltre che il premio Nobel e l’assemblea dell’Onu. I più avranno già capito che si tratta nientepopodimenoche di Obiettivo Chaire e Alleanza Cattolica. Molti sorrideranno soddisfatti pensando:«L’avevo capito subito!» Naturalmente a simile evento non poteva mancare il sostegno della regione Lombardia e del suo dinamico governatore. Anzi sarà proprio lui, Roberto Maroni, senz’altro ferratissimo nella cura dell’omosessualità, a tirare le conclusioni del convegno e a dettare le ricette future.
Il convegno che avrà come titolo «Difendere la famiglia per difendere la società» sarà organizzato da due popolarissime associazioni che annoverano milioni e milioni di iscritti e che sono in grado di far vacillare, per autorevolezza e serietà scientifica, i governi di mezzo mondo oltre che il premio Nobel e l’assemblea dell’Onu. I più avranno già capito che si tratta nientepopodimenoche di Obiettivo Chaire e Alleanza Cattolica. Molti sorrideranno soddisfatti pensando:«L’avevo capito subito!» Naturalmente a simile evento non poteva mancare il sostegno della regione Lombardia e del suo dinamico governatore. Anzi sarà proprio lui, Roberto Maroni, senz’altro ferratissimo nella cura dell’omosessualità, a tirare le conclusioni del convegno e a dettare le ricette future.
Immaginarsi il Maroni, nomen omen, nei panni che furono dei Re Tuatmaturghi del medio evo è un tutt’uno. Quelli antichi con la sola imposizioni delle mani guarivano i sudditi dalle scrofole, mentre lui imponendo chissà cosa (bisognerà attendere la fine del suo intervento per saperlo) guarirà dall’omosessualità. E già si vedono frotte di lesbiche e plotoni di gay di pura fede padana, la precedenza a quelli della Lega Nord ovviamente, correre al nuovo palazzo della regione Lombardia per farsi curare. Senz’altro arriveranno anche gli altri: chi da Verona, con il permesso del sindaco Tosi, e chi dalle altre province della oramai mini macroregione con il permesso disinteressato di Zaia. Magari arriveranno anche dal resto dell’Italia stracciando la tessera dell’Arcigay. E verranno dalla Groenlandia e dalla Kamchatka e da Čita. Saranno gente del popolo ma anche professionisti, avvocati, giudici, dentisti e artisti, gruisti, giornalisti e sacristi, tanto per dire, e magari pure ex sindaci. La malattia non guarda in faccia a nessuno.
Chissà se il Maroni,
sempre nomen omen, prima di cimentarsi
con una malattia così difficile e dalle molte implicazioni sia psichiche sia
fisiche vorrà provare con altre malattie ancor più perniciose e devastanti e
di diffusione più ampia. Potrebbe provare con i razzisti e con i cretini, entrambe le categorie sono più riconoscibili
degli omosessuali e magari anche più a sua portata di mano. Ci rifletta. Se può.
Ps. Per la felicità dell'Italia tutta tra gli sponsor del convegno figura anche il logo di Expo. La cosa non può che far felici per l'endorsement di immagine che ne deriverà a livello planetario.
Ps. Per la felicità dell'Italia tutta tra gli sponsor del convegno figura anche il logo di Expo. La cosa non può che far felici per l'endorsement di immagine che ne deriverà a livello planetario.
in lombardia sono tutti in ansia per cosa dirà il sessuologo di fama mondiale prof. maroni. migliaia di gay si stanno recando a milano per farsi curare nella clinica del prof. maroni e liberarsi così dal virus che li ha colpiti. trapelano notizie che il virus scoperto dal prof. maroni sia trasmissibile con semplice stretta di mano. per questo in passato si levava il braccio destro in segno di saluto. se così fosse anche noi eterosessuali rischieremmo il contagio che ci trasformerebbe in gay nel giro di pochi mesi.
RispondiEliminaSiete propio tarati e si vede, n'è una parola contro i pedofili
RispondiEliminaI dipendenti della regione Lombardia ammalati di omosessualità adesso sanno che il Presidente Maroni non rifiuterà loro giornate di permesso retribuito in caso di attacchi particolarmente gravi o per prevenire fenomeni degenerativi tendenti alla cronicizzazione.
RispondiEliminaAnche la società corrotta. Anche la politica ladrona. E se poi l'omosessualità è una "malattia" va trattata come tale. Dove sono le pensioni di invalidità?
RispondiEliminaGiusto! pensioni di invalidità per lesbiche e gay e trans e bisex.
EliminaMaroni non si illuda, l'omosessualità è come la stupidità: non viene via con niente
RispondiEliminaBellissimo Massimo
EliminaL'ignoranza regna sovrana
RispondiEliminaSembra un sorcio che ha mangiato il formaggio.
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