Il premier vagheggia il partito della nazione che è come mettere in valigia il costume
da bagno ed i moon boot. Una ricerca di CE&co indica nel cambiamento la domanda
politica che viene dal Paese incrociandola con le categorie di destra e
sinistra. Le variabili critiche per gli
aspiranti anti-Renzi: fiducia e simpatia. Al momento come concorrenti si
sono palesati Passera e Della Valle. All'orizzonte c'è Di Maio mentre Barca è
scomparso.
La Storia dirà,
avendone voglia e in un futuro chissà quanto lontano, se quello che Renzi sta
vivendo in questi giorni sia l’apice del suo successo (e potere) o solo una
tappa intermedia, e quindi si abbia spazio per un ulteriore allargamento.
Certamente coloro che vivono il presente, giorno dopo giorno, apparizione tv
dopo apparizione tv, cronoprogramma dopo cronoprogramma e promessa dopo
promessa si stanno domandando se ci sia (o ci sarà) qualcuno che possa essere
l’antagonista del vivace Presidente del consiglio. E soprattutto antagonista in
cosa e in come.
Quel che è certo è che
Renzi Matteo si sta espandendo come una macchia d’olio inglobando allo stato
attuale, che qualcuno potrebbe pure uscirne per il rotto della cuffia, tutto e
tutti. Brunetta Renato propone di dargli la tessera di Forza Italia mentre
Gennaro Migliore (ironia dei nomi) lascia Sel per avvicinarsi, lento pede forse per non dare
nell’occhio, a quella del Pd Se si
prendono per buoni i sillogismi (o anche il principio dei vasi comunicanti)
succede che Brunetta, passando per il centro la tessera di Forza Italia la dà a
Migliore. Ex pericoloso sinistro. Altro che dadaismo.
Comunque Renzi che non si fa crescere l’erba sotto i piedi è già più oltre e sta pensando al partito della nazione. Che magari, nelle intenzioni è anche unico e dentro ci sta proprio di tutto come nelle valigie di quelli che per la vacanza non scelgono la destinazione ma l’offerta last minute. E quindi per non sbagliare infilano il costume da bagno dentro i moon boot . La logica è che, se tutti stanno ben appiattiti dentro, trovare l’alternativa al leader diventa difficile. E questo, sapendolo con certezza ma non avendone le prove, è di certo il retro pensiero del fiorentin fonasco. Quindi chi può insidiarlo ed essergli antagonista?
Comunque Renzi che non si fa crescere l’erba sotto i piedi è già più oltre e sta pensando al partito della nazione. Che magari, nelle intenzioni è anche unico e dentro ci sta proprio di tutto come nelle valigie di quelli che per la vacanza non scelgono la destinazione ma l’offerta last minute. E quindi per non sbagliare infilano il costume da bagno dentro i moon boot . La logica è che, se tutti stanno ben appiattiti dentro, trovare l’alternativa al leader diventa difficile. E questo, sapendolo con certezza ma non avendone le prove, è di certo il retro pensiero del fiorentin fonasco. Quindi chi può insidiarlo ed essergli antagonista?
Una intrigante ricerca sviluppata
in tre spet temporali, l’ultimo dei quali nel giugno 2014, su tre campioni
indipendenti ciascuno di 800 casi, condotta da CE&Co, l’istituto di ricerca
diretto da Carlo Erminero, indica come la domanda politica sia ragionevolmente
univoca e saldamente ancorata al concetto di cambiamento. E che questa si
polarizzi tra chi ritiene che il sistema possa essere riformato e chi per
opposto che debba essere abbattuto. Con la variabile destra-sinistra, diversamente
declinata a fare da spartiacque. Laddove per destra si intende che il
cambiamento debba avvenire senza la costrizione di «alcuna regola avendo come
unico riferimento il “merito”» mentre per sinistra si intende il riconoscimento
di una «sostanziale uguaglianza: nessuno deve vincere troppo».
Gli intervistati, on
line su un panel web proprietario, si sono spinti fino a definire il
posizionamento di un ben nutrito numero di personaggi politici. Quasi inutile dire che l’area mediana tra destra e sinistra, con prevalenza centrosinistra,
è la più affollata e che la differenza tra i vari nomi indicati si misura sulla
propensione al cambiamento attribuita a ciascuno. Due le criticità che possono
(potrebbero) spostare i posizionamenti: la fiducia (credibilità) e la simpatia.
Due attributi che, come dice la parola stessa, sono “dati” più che “posseduti”.
Cioè è il contesto che li esalta o li deprime.
È appurato dalla
logica, ancor prima che dai numeri, che quelli che si son baloccati con la
politica negli ultimi venti anni sono tagliati fuori: la loro incapacità ha
generato il modello Renzi. Il quale si sta impegnando a contraddire il mito di
Crono: è il figlio che mangia il genitore. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. In ogni caso non
potranno essere dei credibili antagonisti di Renzi con qualche possibilità di
vittoria gli ultrasessantenni Bersani e D’Alema, e avranno vita grama nel
breve-medio anche quelli alla Fassino e Chiamparino, che pure avevano intuito
il pericolo o eran corsi in soccorso del vincitore. Non potranno farcela neanche
il cinquantatreenne Gianni Cuperlo e il quarantatreenne Angelino Alfano. Per
dire degli “amici”. Sono vecchi dentro e capaci di evocare un sogno tanto
quanto un tappo di sughero che galleggi in una pozza d’acqua piovana. Sulla
stessa barca dei perdenti trova spazio, anche se con motivazioni diverse Silvio
Berlusconi. Certamente è (stato) un gran venditore di sogni ma si trova
spiazzato da due fatti: Renzi promette (meglio) le stesse cose (o quasi) che lui in vent’anni non è stato capace di
realizzare e in più, patto del Nazareno, gli conviene star tranquillo per non
correre altri inutili rischi. A destra non c’è nient’altro avendo il
domiciliato di Arcore dato credito solo a portatori di voti dalla mediocre
levatura politica.
Chi resta allora sulla
piazza? Posizionato all’esatto opposto di Renzi è Grillo con una parte, forse
consistente ma senz’altro non con la totalità, del M5S. Grillo però (in coppia
con Casaleggio deve avere un diabolico pensiero) sta dilapidando giorno dopo
giorno il tesoretto di consensi acquisito con un comportamento ondivago e dai
tratti decisamente bizzarri. E comunque
come hanno insegnato tutte le rivoluzioni, da quella francese in avanti, la
quantità di sangue che la gente (il popolo) è disposta a sopportare ha un
limite fisiologico. Nella stessa area e in
parte con gli stessi problemi si trova anche Salvini. Il bagno di folla di
Milano non sposta granché. Con l’aggravante
di una minor simpatia e maggior rozzezza.
Di nuovo o simil tale
al momento ci sono solo due potenziali concorrenti che si stanno spendendo
molto: Corrado Passera e Diego Della Valle. Il primo sta cercando di costruire
un partito dal nome improbabile (Italia Unica) e si porta dietro il grave
peccato di essere stato ministro del governo Monti. Ha alle spalle una carriera
importante ma forse non è sufficiente per generare fiducia e sul versante
simpatia è buio pesto. Diego Della Valle si presenta come uomo normale, di
recente e planetario successo. Vanta inoltre la conoscenza, da outsider e contestatore,
del grande capitale. Ma non ha alcuna struttura a sostegno e queste non si
costruiscono dal nulla.
Ci sarebbe un terzo,
nel lontano orizzonte: Luigi Di Maio. Lui una struttura ce l’avrebbe e potrebbe
caricarla anche di altri plus: anche lui appartiene alla categoria dei normali,
è equilibrato, dialettico al punto giusto (Renzi lo patisce) ha dieci anni meno
del Presidente del Consiglio e si è tagliato lo stipendio. Ma prima di
misurarsi con Renzi dovrebbe sistemare i conti con Grillo. Non è facile ma il
tempo forse lavora per lui. Una volta c’era anche Fabrizio Barca ma di lui si
son perse le tracce: se uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare.
non rimane che affidarsi al pensiero mistico orientale per il quale quando sarai pronto incontrerai il Maestro.; ma quando sarà pronta la sinistra?
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