Ciò che possiamo licenziare

martedì 14 ottobre 2014

E loro dov’erano?

Dal 1945 ad oggi 10 alluvioni, senza contare le esondazioni. Chiacchiere se ne sono sempre fatte e progetti pure. Rimasti progetti. Politici nelle strade infangate non se ne sono visti. Solo il cardinal Bagnasco girava tra pale e fango e concionava neanche fosse “frate mitra”.Tutti a prendersela con loro. Ma loro chi?

Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi le alluvioni che hanno devastato Genova sono state 10. Magari il numero può sembrare piccolino ma se rapportato al fatto ed ai morti che ne sono seguiti diventa enorme. La prima alluvione è avvenuta proprio nel 1945 poi sono seguite altre: quelle del 1951 (due volte nello stesso anno), 1953, 1970 (44 morti), 1977, 1992, 1993, 2010 (a ponente), 2011 (5 morti) e poi, fortunatamente con un solo morto,  quella di questi giorni. Come dire che acqua ne è corsa sotto i ponti. E sciaguratamente tanta.

Ovviamente la retorica ha girato a mille, come sempre in queste occasioni. Questa volta ci si è messo anche il cardinal Bagnasco che ha concionato contro tutto e contro tutti, mancava poco che incitasse alla rivolta. Novello frate mitra. In primis s’è lanciato contro la burocrazia e poi lo scandalo dei soldi non spesi e per finire, manco a dirlo, ha bollato i vecchi modi di fare. Comunque, da vero professionista, della politica e della comunicazione, si è portato appresso le telecamere di parecchie televisioni. Che come metodo non è proprio nuovissimo. D’alta parte mica si diventa cardinali così, per caso. Forse con tutta questa visibilità il cardinale genovese spera di risalire qualche gradino nell’opinione di papa Francesco. Ma la strada è in salita e magari anche bagnata.

Naturalmente gli spalatori, soprannominati con scarsa fantasia gli angeli del fango, sono stati intervistati a raffica. In verità bastava fermarsi al primo che tanto tutti hanno ripetuto, con parole diverse, lo stesso concetto: «Dov’erano i politici? Perché i politici non hanno fatto nulla? Dove sono finiti i soldi?» Eccetra, eccetra. Naturalmente gli stessi discorsi sono stati fatti anche dai comuni cittadini e dai negozianti, che hanno presentato la variante: «Questa è la seconda volta.» Doppiata da «Come posso pagare le tasse?»  

Già dov’erano i politici? In verità sono sempre stati ai loro posti. Dove sono stati messi. In comune, in provincia, in regione e in Parlamento. E anche i preti sono sempre stati ai loro posti: in parrocchia, in arcivescovado e qualcuno anche a Roma. E tutti lo sapevano. Ma forse questa non è la vera domanda che i genovesi (e magari anche gli altri italiani) dovrebbero rivolgere e rivolgersi.
Gli esperti dicono che la pioggia ha una qualche responsabilità ma a ben vedere neanche la più importante. «La pioggia che è caduta a Genova è caduta anche nelle vicinanze e non è successo nulla» ha detto il capitano Paolo Sottocorona, meteorologo. Che tradotto significa: non ci sarebbe stato problema se il contesto fosse stato pulito. Cosa che non è. Il problema vero è dato dalla cementificazione.

I romani sul Bisagno avevano costruito un ponte con 13 campate adesso se ne vedono solo tre e le altre dieci? Scomparse. Ovvero inglobate, per non dire inghiottite, dalla speculazione e da una politica urbanistica scellerata. E qui il capitolo abusivismo  neanche lo si apre. La voglia di mangiare terra è stata insaziabile e non si sbaglia molto a dire che quella fame ha coinvolto tutti e ha soddisfatto, in tempi e modi diversi, tutti. Chiamarsi fuori diventa difficile.

Quindi la domanda che i genovesi dovrebbero urlare è: «dove erano i genovesi?» Già dov’erano i genovesi mentre Genova veniva cementificata? Dov’erano i genovesi quando si costruivano quartieri abbarbicati sulle pendici delle colline. Dov’erano i genovesi quando si terrazzava in modo indiscriminato? Dov’erano i genovesi quando si erodevano gli argini e magari si costruiva sui greti? Dov’erano i genovesi allora? E dov’erano quando si è trattato di votare i politici che li stanno, si fa per dire, governando? Già, dov’erano? Erano lì.
Che poi per dirla tutta prima di cambiare i politici bisogna che i cittadini elettori decidano di cambiare, cambiarsi, la testa. Non facile ma auspicabile.

Auguri ai genovesi. E magari anche a tutti gli altri italiani per il loro prossimo futuro cambiamento. Se ci sarà. 

6 commenti:

  1. Disastri che si ripetono da decenni !!!! Ma gli amministratori della città non sono eletti dai genovesi????

    .

    RispondiElimina
  2. Bagnasco che pontificava poteva anche risparmiarsela..

    RispondiElimina
  3. Povero Bagnasco! La piena gli ha travolto "l'auto blindata" (è forse Napolitano??) mandandogliela a fracassare un muro.

    RispondiElimina
  4. i genovesi dovrebbero cambiare cardinale, perché, altrimenti, non c'è da stupirsi se piove sempre sul Bagnasco.

    RispondiElimina
  5. Nel 1992 (Colombiadi) Genova fu ben cementificata o no ?

    RispondiElimina