Dal
1945 ad oggi 10 alluvioni, senza contare le esondazioni. Chiacchiere se ne sono
sempre fatte e progetti pure. Rimasti progetti. Politici nelle strade infangate
non se ne sono visti. Solo il cardinal Bagnasco girava tra pale e fango e concionava
neanche fosse “frate mitra”.Tutti a prendersela con loro. Ma loro chi?
Dalla fine della
seconda guerra mondiale ad oggi le alluvioni che hanno devastato Genova sono
state 10. Magari il numero può sembrare piccolino ma se rapportato al fatto ed
ai morti che ne sono seguiti diventa enorme. La prima alluvione è avvenuta proprio
nel 1945 poi sono seguite altre: quelle del 1951 (due volte nello stesso anno),
1953, 1970 (44 morti), 1977, 1992, 1993, 2010 (a ponente), 2011 (5 morti) e poi,
fortunatamente con un solo morto, quella
di questi giorni. Come dire che acqua ne è corsa sotto i ponti. E
sciaguratamente tanta.
Ovviamente la retorica ha
girato a mille, come sempre in queste occasioni. Questa volta ci si è messo anche
il cardinal Bagnasco che ha concionato contro tutto e contro tutti, mancava poco
che incitasse alla rivolta. Novello frate mitra. In primis s’è lanciato contro la
burocrazia e poi lo scandalo dei soldi non spesi e per finire, manco a dirlo, ha bollato i vecchi modi
di fare. Comunque, da vero professionista, della politica e della
comunicazione, si è portato appresso le telecamere di parecchie televisioni. Che
come metodo non è proprio nuovissimo. D’alta parte mica si diventa cardinali così,
per caso. Forse con tutta questa visibilità il cardinale genovese spera
di risalire qualche gradino nell’opinione di papa Francesco. Ma la strada è in
salita e magari anche bagnata.
Naturalmente gli spalatori,
soprannominati con scarsa fantasia gli
angeli del fango, sono stati intervistati a raffica. In verità bastava
fermarsi al primo che tanto tutti hanno ripetuto, con parole diverse, lo stesso
concetto: «Dov’erano i politici? Perché i politici non hanno fatto nulla? Dove
sono finiti i soldi?» Eccetra, eccetra. Naturalmente gli stessi discorsi sono
stati fatti anche dai comuni cittadini e dai negozianti, che hanno presentato
la variante: «Questa è la seconda volta.» Doppiata da «Come posso pagare le
tasse?»
Già dov’erano i
politici? In verità sono sempre stati ai loro posti. Dove sono stati messi. In comune,
in provincia, in regione e in Parlamento. E anche i preti sono sempre stati ai
loro posti: in parrocchia, in arcivescovado e qualcuno anche a Roma. E tutti lo
sapevano. Ma forse questa non è la vera domanda che i genovesi (e magari anche
gli altri italiani) dovrebbero rivolgere e rivolgersi.
Gli esperti dicono che
la pioggia ha una qualche responsabilità ma a ben vedere neanche la più importante.
«La pioggia che è caduta a Genova è caduta anche nelle vicinanze e non è
successo nulla» ha detto il capitano Paolo Sottocorona, meteorologo. Che
tradotto significa: non ci sarebbe stato problema se il contesto fosse stato
pulito. Cosa che non è. Il problema vero è dato dalla cementificazione.
I romani sul Bisagno
avevano costruito un ponte con 13 campate adesso se ne vedono solo tre e le
altre dieci? Scomparse. Ovvero inglobate, per non dire inghiottite, dalla
speculazione e da una politica urbanistica scellerata. E qui il capitolo abusivismo
neanche lo si apre. La voglia di
mangiare terra è stata insaziabile e non si sbaglia molto a dire che quella
fame ha coinvolto tutti e ha soddisfatto, in tempi e modi diversi, tutti. Chiamarsi
fuori diventa difficile.
Quindi la domanda che i
genovesi dovrebbero urlare è: «dove erano i genovesi?» Già dov’erano i genovesi
mentre Genova veniva cementificata? Dov’erano i genovesi quando si costruivano
quartieri abbarbicati sulle pendici delle colline. Dov’erano i genovesi quando si
terrazzava in modo indiscriminato? Dov’erano i genovesi quando si erodevano gli
argini e magari si costruiva sui greti? Dov’erano i genovesi allora? E dov’erano
quando si è trattato di votare i politici che li stanno, si fa per dire,
governando? Già, dov’erano? Erano lì.
Che poi per dirla tutta
prima di cambiare i politici bisogna che i cittadini elettori decidano di
cambiare, cambiarsi, la testa. Non facile ma auspicabile.
Auguri ai genovesi. E
magari anche a tutti gli altri italiani per il loro prossimo futuro
cambiamento. Se ci sarà.
Disastri che si ripetono da decenni !!!! Ma gli amministratori della città non sono eletti dai genovesi????
RispondiElimina.
Infatti, questo è il punto.
EliminaBagnasco che pontificava poteva anche risparmiarsela..
RispondiEliminaPovero Bagnasco! La piena gli ha travolto "l'auto blindata" (è forse Napolitano??) mandandogliela a fracassare un muro.
RispondiEliminai genovesi dovrebbero cambiare cardinale, perché, altrimenti, non c'è da stupirsi se piove sempre sul Bagnasco.
RispondiEliminaNel 1992 (Colombiadi) Genova fu ben cementificata o no ?
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