Sabato
è in piazza santi Apostoli con Vendelo e applaude con
calore poi si accorge di quelli di Gazebo si blocca e prende l’aria di essere
lì per caso. Un altro pezzo del nuovo che avanza. Oggi dovrà decidere come votare sul job act.
Forse dovrebbe studiare l’azione politica di Pietro Ingrao.
Il titolo di questo
pezzo può parere criptico mentre, invece, riprende didascalicamente
l’avvenimento. Sabato 4 ottobre Giuseppe Civati, in arte Pippo, Pippo Civati,
ha partecipato ad una manifestazione politica in piazza santi Apostoli. E
questo ci sta poiché il Pippo di cui sopra è un deputato del Pd eletto nel
collegio della Brianza. La manifestazione era organizzata da Sel, partito di
opposizione mentre il Pd è quello che regge il governo. E anche questo ci sta
perché andare alle manifestazioni di quelli che non la pensano allo stesso modo
è sinonimo di laicità e democrazia.
Civati Pippo è entrambe le cose tanto da prendere la parola e sostenere non tanto le ragioni del suo partito, ammesso che ce ne siano, ma quelle degli altri: del partito di opposizione. E qui laicità e senso della democrazia vanno un po’ oltre quello che ci si aspetterebbe. Infine quando prende la parola Vendola, leader degli oppositori, il Civati Pippo ne sottolinea i passaggi salienti applaudendo con un certo trasporto. Ma non sempre. Quando si accorge della presenza della telecamera di Gazebo (trasmissione dissacrante di Rai 3, tv) si blocca, prende l’aria di essere lì per caso. Poi a fine comizio le immagini (domenica 5 ottobre) mostrano per intero l’amletico dubbio che squassa l’animo, il cuore e la mente del giovane brianzolo: "mi si nota di più se bacio Vendola o se me ne vado senza farmi notare?" Considerando che Vendola Nichi potrebbe essere il suo nuovo leader mentre quello che ha tacciato di essere di destra, il Renzi Matteo, è il capo della sua attuale parte. Il dilemma è autentico e lacerante. Nel Pci si diceva così. Anche perché sarà il Renzi a decidere, in qualche modo, i candidati alle future elezioni e per come lo si conosce ad alcuni non farà sconti. Specialmente se gli parranno di scarso peso.e non utili. Anche se talvolta un’opposizione evanescente e velleitaria lo è. Alla fine il Civati bacia ed abbraccia il Vendola ma sgattaiola velocemente altrove. Un po' sì e un po' no.Come ti sbagli!
Civati Pippo è entrambe le cose tanto da prendere la parola e sostenere non tanto le ragioni del suo partito, ammesso che ce ne siano, ma quelle degli altri: del partito di opposizione. E qui laicità e senso della democrazia vanno un po’ oltre quello che ci si aspetterebbe. Infine quando prende la parola Vendola, leader degli oppositori, il Civati Pippo ne sottolinea i passaggi salienti applaudendo con un certo trasporto. Ma non sempre. Quando si accorge della presenza della telecamera di Gazebo (trasmissione dissacrante di Rai 3, tv) si blocca, prende l’aria di essere lì per caso. Poi a fine comizio le immagini (domenica 5 ottobre) mostrano per intero l’amletico dubbio che squassa l’animo, il cuore e la mente del giovane brianzolo: "mi si nota di più se bacio Vendola o se me ne vado senza farmi notare?" Considerando che Vendola Nichi potrebbe essere il suo nuovo leader mentre quello che ha tacciato di essere di destra, il Renzi Matteo, è il capo della sua attuale parte. Il dilemma è autentico e lacerante. Nel Pci si diceva così. Anche perché sarà il Renzi a decidere, in qualche modo, i candidati alle future elezioni e per come lo si conosce ad alcuni non farà sconti. Specialmente se gli parranno di scarso peso.e non utili. Anche se talvolta un’opposizione evanescente e velleitaria lo è. Alla fine il Civati bacia ed abbraccia il Vendola ma sgattaiola velocemente altrove. Un po' sì e un po' no.Come ti sbagli!
Tutta la carriera del
Civati Pippo ha danzato su questi dilemmi. È indubbio che a lui “stare a
sinistra” piaccia. Un po’ come ai bimbi piacciono le patatine fritte ne sono
golosi ma non ne sanno il perché. Quindi di lì a dar del senso alla dichiarazione ce ne corre.
È stato con
Ignazio Marino quando ci sono state le prime primarie del Pd, poi è stato con
Matteo Renzi alla prima Leopolda, quella dei rottamatori. Deinde poscia è stato con
la Serracchiani alla prima di “il nostro tempo”. Poi la Serracchiani si è
convertita al renzismo. È stato il primo e forse l’unico ad aver abbandonato
Renzi. Quindi è stato il primo pontiere tra Pd e Movimento 5 Stelle. Insomma le
prime gli piacciono da morire. Non c’è iniziativa che odori vagamente di nuovo
che non lo veda se non promotore perlomeno partecipante. Adesso è il primo del Pd con il movimento di Vendola.
Oggi (8 ottobre) dovrà decidere
come votare ha le classiche tre possibilità: votare a favore per disciplina di
partito ma allora meglio non applaudire i leader altrui, votare contro ma
allora meglio uscire dal partito, lasciare dall’aula e bersi un cappuccino alla
bouvette e sarà la scelta peggiore. Sull’onda di quella che fece il sannita Gaio
Ponzio.
Se proprio vuole fare
il “sinistro” all’interno del Pd vada a studiare la storia politica di Pietro
Ingrao. Ne avrà da imparare.
Analisi più psicologica che politica. Però sagace. Perchè veramente il cupio dissolvi della sinistra redicale (e non solo) riconosce ragioni psicologiche preponderanti. Che denunciano un infantilismo politico francamente stupefacente in persone che hanno storie politiche lunghe. Come spiegare l'atteggiamento avuto nel corso dei due governi Prodi se non con il narcisismo dei leader?
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