A guardarlo così, Renato Farina cattolico, brianzolo da Desio, sembra in bel paciarotto.
Renato Farina in arte Betulla |
Giusto un pò sovrappeso. Che anche la piccola obesità di questi tempi non è cool. Magari neanche tanto elegante, anzi un po' strazzonato, che con lo stipendio da deputato che incassa mensilmente qualcosina di meglio potrebbe permettersi. Però, a prima vista, tutto sommato, quasi nella norma.
L'indizio che insospettisce è il riporto. Riportino piccolo, striminzito, fatto di pochi capelli e, a onor del vero, neanche tanto elaborato. Che al confronto con altri suoi colleghi che del riporto hanno fatto un'arte sembra proprio scialbo e inconcludente. Perché è un indizio? Perché, in genere ovviamente, chi non sa portare con dignità la propria calvizie che tutto sommato è di lieve peso, difficilmente sa caricarsi di ingombri più gravosi. Figurarsi se poi questi son di natura morale.
E infatti scorrendo la biografia del Farina si scopre che è stato radiato dall'ordine dei giornalisti per aver frequentato i servizi segreti col leggiadro nomignolo di Betulla e buttato in pasto ai suoi lettori infamità e falsità di vario ordine e grado. L'ha fatto a pagamento, dimostrando così grettezza, avidità e nessuna, ammesso che per lui possa essere mai stata moneta corrente, idealità. Che già mentire e scrivere il falso fa schifo di suo ma farlo anche a pagamento è ancora peggio. Se possibile.
A distanza di un bel po' di giorni finalmente dice: “Dreyfus sono io” e poi aggiunge “Peccato che io faccio sempre tutto a fin di bene, sono sempre in buona fede”. Probabilmente le stesse parole usate da Caifa e dagli altri del Sinedrio, o da Torquemada o magari anche da Landru. Che poi buona e fede son parole che da lui non vorrebbero essere maneggiate e, potendo, dalla sua bocca scapperebbero via.
Don Giussani |
Sembra che abbia dichiarato di avere avuto tre maestri: don Luigi Giussani («per lo sguardo sulle cose e la scrittura concisa»); Giovanni Testori («mi ha insegnato ad osare, a spezzare le famose regole del giornalismo»); Vittorio Feltri («è un genio del giornalismo»).
Forse ora a Giovanni Testori non farà piacere di essere considerato maestro dal falso, pavido e ritardatario Farina e magari preferisce essere ricordato come l'autore de Il Fabbricone o del Ponte della Ghisolfa. Che è senz'altro un bel ricordare. E se mai Giovanni Testori gli ha insegnato qualcosa questo sarà stato rompere con il conformismo e dire verità, anche sgradevoli, e star con gli ultimi e non con il potere, specie quando è lercio. Lezione che evidentemente non ha imparato. E quasi di sicuro neppure lo ha sfiorato.
Degli altri due suoi maestri magari ci si stupisce un po' meno. L'integralismo, talvolta o magari anche spesso, porta alla menzogna e alla negazione della persona così come un linguaggio sgradevole e volgare che solletica più gli intestini che la testa dei lettori non è geniale ma semplicemente da bar. E infatti Farina Renato ne è il risultato.
Adesso si dice “Stanco di far del male. Stanco di danneggiare le persone”. Bhè, dopo tanta alacrità un minimo, ma proprio minimo di stanchezza è comprensibile. E quindi scatta la confessione.
Vittorio Feltri |
Il sacramento della confessione è stata una bella invenzione, tanto per rifarsi una verginità magari svicolando dalle pene. Che se fosse stata d'uso comune al tempo di Giuda probabilmente questi avrebbe tenuto i denari e se la sarebbe cavata con tre pater-ave-gloria. Come probabilmente farà il Farina.
Giuda in mancanza scelse un'altra strada. Come dire.
Bene, caro Farina Renato, passi dalle parole ai fatti: cominci col dimettersi da deputato – così non avrà lo schermo della immunità nel caso la magistratura volesse interessarsi a lei – poi smetta di fare il giornalista che non è affar suo e che ne dice di una quarantina di giorni nel deserto, magari a pane e acqua, in fondo sulla location ha precedenti illustri. E anche la sua linea ne guadagnerebbe.
Se il deserto le sembra pena troppo grande inizi col togliersi il riporto. Magari guardandosi allo specchio proverà meno schifo. Forse.
Da parte di
RispondiEliminaAssociazioneCulturale LunaNera invece....credo che tu abbia proprio ragione!!
Da parte di
RispondiEliminaLaura Caputo a me, più che un paciarott' el par un purscel!
Da parte di:
RispondiEliminaFranca Paniconi Infami tutti e due.perchè credo che Farina abbia detto di averlo scritto lui per salvare il culo di Sallusti. Visto che lui è un "intoccabile"