Mettere le dita negli occhi del vicino e poi chiedergli il sale per la pasta non è l’arte del possibile.
Il buon Otto von
Bismarck, prima di ammettere che senza di lui tre grandi guerre non avrebbero
avuto luogo e, a spanne, ottantamila uomini nn sarebbero morti, ebbe a definire
la politica come “l'arte del possibile, la scienza del relativo”. Omise, il principe prussiano,
di aggiungere un codicillo: nel concetto di possibile non è incluso quello di
ridicolo. L’avesse fatto il nostro Presidente del Consiglio dal sorriso
apotropaico, fa tanta simpatia, non
avrebbe caricato la spesa pubblica del costo di una telefonata
intercontinentale. Difatti l’autoctono camminatore sulle acque dopo essersi
distinto come il più accanito dei guerrieri, standosene comodo in quel di Roma e il più feroce dei sanzionatori, qual mai fu veduto più duro e più bello, ha
indossato i modesti panni del questuante. Racconta infatti l’ufficio stampa accreditato
della telefonata intercorsa tra il Draghi Mario e il Putin Vladimir dove il
primo ha chiesto, s’immagina con la doverosa modestia e la giusta creanza, al
terribile massacratore di donne e bambini nonché scannatore di militi indifesi
di permettere la consegna del grano alle nazioni schierate in campo avverso e
con il suo nemico. La qual cosa è come dire: dopo aver messo le dita negli occhi
al vicino di pianerottolo bussa alla sua porta per avere il sale da mettere
nell’acqua della pasta. Se si raccontasse la seconda scena, omettendo i nomi di
personaggi ed interpreti, ci sarebbe da sganasciarsi. Aggiungendoli invece:
ancora di più, con pure qualche scuotimento di testa. Atto che mai si nega
all’udir di una sesquipedale sciocchezza raccontata con sussiegosa serietà. Ve
l’immaginate il mitico e a questo punto rimpianto, Andreotti divo Giulo in
questi panni? La mossa questuante, dopo essersi sgolato per il blocco delle
esportazioni, di solito si chiamano sanzioni, aver regalato armi, anche se
ferri vecchi, ribadire ogni tre per due che si stanno cercando alternative all’attuale
fornitore di gas e petrolio, non rientra nel novero dell’arte né della politica
e tanto meno del possibile. Semmai dell’avanspettacolo, quello cialtrone. Considerando,
or non è passato un mese, come lo stesso postulante cercasse di infiammare il
popolo tutto al grido di: la libertà val bene un condizionatore spento.
D’estate, ovviamente. Il fatto poi di aver sbandierato il contenuto della
telefonata ai quattro venti vien facile inserirlo nella categoria delle
bischerate. Così direbbero in Toscana. Non è dato sapere quanto il terribile
zar abbia ghignato: probabilmente molto, si racconta per certo se la sia cavata
con un amletico «vedremo». Il giorno appresso s’è saputo che lo zar continuerà
ad avere contatti con Macron e Scholtz, cioè quelli che contano. Alle elezioni
del 2023 mancano ancora molti mesi e a questi migliori non mancheranno le
possibilità per peggiorare.
Buona settimana
e buona fortuna