A sentire le dichiarazioni dei leader dei partiti hanno vinto tutti, anche Renzi. A guardare i dati si scopre che hanno perso tutti. Salvini sperava in un tennistico 6-0 è finita invece come una partita scapoli-ammogliati. Del risultato del referendum s’è detto poco: smacco per i voltagabbana del palazzo.
E così, abbiamo scavallato anche questo election day e siamo passati indenni pure dalla maratona del Mentana Enrico, che spesso ha richiesto di assumere dosi massicce di Alka Selzer. Questa volta volta però al talk del Mentana s’è assistito ad un colpettino di scena quando il Sorgi Marcello se ne è uscito con l’idea di proporre al Presidente Mattarella uno scambio: rinnovo del mandato (ammesso e non concesso che il raddoppio interessi Mattarella) in cambio di elezioni anticipate. A orecchio una simile formulazione corre il rischio di andare a sbattere contro qualche articolo del codice penale, ma tant’è. Nessuno ha battuto ciglio a riprova che gli italici commenti sulla politica sono simili a quelli che si fanno per il calcio. Abbiamo il bar sport nel cuore. Fuori da questo exploit la trasmissione ha girato sul solito tran-tran di aspiranti azzeccagarbugli. Dalle urne dei sogni il Salvini Matteo si aspettava un punteggio tennistico tipo 6-0 e invece è uscito il banalmente più classico 3 a 3 delle partite scapoli ammogliati. E, come in tutti gli spogliatoi, ognuno dei leader ha sostenuto di aver vinto, beata innocenza e beata incoscienza, anche se in qualche modo la cosa risponde al quasi vero, come il quasi goal di Nicolò Carosio. E, a voler cercare il pelo nell’uovo, a menar vanto di vittoria ci è riuscito pure il Renzi Matteo che ai fiaschi oramai ha fatto l’abbonamento. Tuttavia il cinque e briscola per cento rimediato in Toscana gli ha dato l’agio di dimenticare lo zero sei del Veneto e il ridicolo 1,6 rimediato in Puglia, con nessun seggio.. Ognuno, si sa, si inganna come crede. Ciò nonostante a guardar bene, un po’ più o un po’ meno, tutti hanno invece perso. Lo Zingaretti ha perso le Marche, la Meloni ha perso la Puglia, Salvini ha perso la Toscana, Berlusconi ha perso la faccia e Di Maio ha perso ovunque. In altre parole il popolazzo bue ha deciso, regione per regione, di farsi governare da chi garantisce i suoi pratici e volatili interessi. Questa volta le Sardine sono state fuori dal gioco e ciò consentirà, è una speranza, di sentire in minor quantità infantili sbrodolate e magari anche qualche parolaccia di meno in televisione. Del referendum si è parlato quasi nulla forse perché quando il popolazzo bue si esprime in disaccordo con la supposta intellighenzia da salotto tv viene più facile ignorarlo. Ma ignorato o meno questa volta il popolazzo bue ha dato una lezione di dignità ai voltagabbana di tutti i colori che abitano il palazzo. Massimo rispetto al contempo per quelli della base del Pd e della sinistra tutta che mai hanno cambiato idea e non hanno paura di far la parte della minoranza. A loro lunga vita.
Buona settimana e Buona fortuna.