Il 24 uscita del libro
di Bergoglio, il 27 due papi assurgono agli altari. In più si ha notizia di
cardinali che inaugurano spaziosi appartamenti che per spazzarli e spolverarli
per intero ci vuole un’impresa di pulizie. Le chiacchiere stanno a mille e i
fatti, come sempre, stanno a zero.
La fine di questo aprile in Vaticano si nostra ricca di avvenimenti non
s’è fatto in tempo a festeggiar la pasqua che già vengon avanti altri epocali eventi.
Il 24 del mese esce il primo libro di di Jorge Mario Bergoglio, che per
professione porta anche il nome di Francesco. Che un papa, soprattutto se di
origine gesuita, scriva molto ci sta. E a quanto pare Francesco non vuol essere
da meno. Questo probabilmente è solo l’inizio poiché seguiranno lettere, che da
quelle parti si chiamano epistole, e discorsi, che poi soprannominano qualche
volta omelie e talaltra prediche, e quindi
anche encicliche e nei momenti di stanca o di poco tempo si fa la raccolta dei
discorsi e delle prediche e si lancia un libro. Che è anche un bel business
perché verrà venduto alle parrocchie e
da queste ai fedeli nonché alle biblioteche di tutto lo stivale. L’editore è
Rizzoli Libri che notoriamente non è
un’opera pia ed anzi con autori di gran fama , come il papa per l’appunto,
risistema qualche parte del bilancio. Non male.
Questo di Bergoglio per l’appunto è una raccolta di cose già dette,
pure se in qualche parte un po’ rimaneggiate, anche perché in questo primo
periodo di pontificato Francesco s’è dato un gran daffare a lanciare proclami e
soprattutto a far telefonate. Che la bolletta vaticana è andata alle stelle. In
ogni caso di tempo per scritti nuovi ed originali ce ne è stato pochino.
Comunque sia come sia il titolo del libro non è male anzi ha un che di quasi
rivoluzionario che richiama alla mente il grande timoniere Mao Tze Tung, e
infatti recita: “La verità è un incontro. Omelie da santa Marta.” Mao diceva
che la verità è rivoluzionaria ma tra incontro e rivoluzione lo spazio è breve.
Tra le anticipazioni che sono state mandate ai giormali dall’efficiente ufficio
stampa vaticano si legge che il pontefice esorta al coraggio (e dagli con la
rivoluzione) e scrive: «abbiate il coraggio di chiedere.» E in effetti a
chiedere un lavoro, e una pensione dignitosa e magari anche una casa ce ne vuole del coraggio. Per chi ce l’ha ancora, il
coraggio. E non se l’è venduto per arrivare a fine mese.
Chi invece è riuscito a mettere insieme il coraggio per chiedere pare
sia stato il Cardinal Bertone. Ha fatto fatica, poveretto, questo lo si
immagina tra croci d’oro e bei gemelli per le camicie su misura e le berette di
fine seta, ma alla fine ce l’ha fatta,: ha chiesto un appartamentino da 700 metri
quadri ed è stato esaudito. Anche il cardinal Sodano ha raccolto tutte le sue
forze ed è riuscito a mettere insieme 400 metri quadri. Ha ragione papa
Francesco, bisogna avere il coraggio (o la faccia tosta) di chiedere. Questi
due hanno avuto e il coraggio e la faccia tosta, hanno chiesto ed hanno ottenuto.
Chissà se c’è qualcuno che avrà il coraggio di chiedere che questi due siano se
non proprio buttati fuori almeno spinti un po’ di lato perché non siano di
danno alla Chiesa e magari anche al buon gusto per non dire al buon senso. E
magari che questo qualcuno sia pure esaudito.
Domenica 27 aprile verranno canonizzati due nuovi santi: san Giovanni
XXIII e san Giovanni Paolo II. Il primo
ci ha messo decenni per arrivare sugli altari e ancora adesso tra i porporati
c’è qualcuno che storce il naso, mentre per il secondo è stata questione di
pochi anni, che nei tempi della Chiesa sono minuti se non addirittura secondi.
Ma G.P. secondo s’intendeva un po’ più di marketing e poi in qualche modo fa da
bilanciere con quell’altro. Quindi tutto in regola , che non si scontenta
nessuno. Comunque sarà una gran festa a Roma. Dalle valli bergamasche e dalla
Polonia caleranno nella città eterna milioni di turisti che sommati a quelli che già si trovano lì faranno un bel
numero. È un fatto della Chiesa ma la Città del Vaticano sta nel bel mezzo di
Roma e il Comune dovrà in ogni caso, e pure obtorto collo, partecipare
all’organizzazione.
Già si stanno predisponendo maxi schermi per quelli che non potranno
arrivare in piazza san Pietro, neanche si trattasse dei mondiali di calcio. E
poi per garantire almeno un poco il traffico dei torpedoni e mobiliterà la
polizia locale, che poi sono i pizzardoni, e si aumenteranno le corse dell’Atac.
Che già di suo quest’ultimo fatto ha del miracoloso e quindi è prevista la
distribuzione di generi di conforto:acqua, cappellini per il sole ombrelli per
la pioggia e ambulanze. Ovviamente i chiamati in servizio dovranno esser
pagati, capita ai lavoratori, e poiché son fuori orario questi saranno
straordinari. Pare che il tutto costerà
qualche milionata.
La stima, ad andar cauti pare si aggiri sui 7 e briscola milioni. Le
spese saranno a totale carico del Comune di Roma ce come si sa è già indebitato
fino al collo e per dirla chiara nun cià manco gli occhi pe’ piagne. Il
Vaticano spenderà zero. Come ti sbagli!
Forse qualcuno dovrebbe trovare il coraggio, come si ritorna sempre al
punto, di telefonare al papa e, se trova la linea libera e lui risponde,
rivolgergli questa piccola preghiera:
«A Francé, santità, ce
semo armati de coraggio coraggio
e per questo stamo qui a chiederte st’omaggio.
Méttete una mano sur
core l’artra in ta saccoccia
e tira quarche sòrdo per ripagà la generosità de Roma capoccia.
Santità, a Francé, a fa’ discorsi e tirar fori paroloni
alla
fine chi più chi meno son tutti bboni
che
ne diresti de cambià sta storia e caccia' a gente che c'ha tutta stà bboria »
Che il tutto, poi volendo, può essere tradotto anche in
spagnolo.
facciamo le cose in grande ...
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