Il poker Alfano-Fassino-Latorre-Casini interviene
sul caso. Cala come asso a tresette la telefonata di Gentiloni ai Genitori. La
lucida analisi di Maurizio Caprara, che per essere lucida per davvero va letta
tra le righe. Ancora una volta: chi ha avuto ha avuto chi ha dato ha dato,
scordammoce o’ passato siamo italiani paesà. E la dirittura morale, il prestigio e l’amor proprio? roba da governi
seri.
Claudio Regeni e Paola Deffendi Genitori di Giulio |
Le agenzie di
giornata hanno battute le dichiarazioni di quattro personaggi, tra i maggiori, se
non i maggiori, esperti di politica estera italiana. Ha aperto il poker d’assi,
ne poteva essere diversamente il ministro degli esteri, Angelino Alfano. Per intenderci
quell’Alfano sbertucciato dal segretario del Pd Renzi, perché dopo aver coperto
due tra i più importanti ministeri non si sente in grado di portare il suo
miserrimo (per numeri) partito a superare la soglia del 3%. L’esimio statista, ha detto: «L’invio di Contini (prossimo
ambasciatore a Il Cairo ndr) contribuirà, tramite rapporti al più alto livello
con le competenti autorità egiziane al rafforzamento della collaborazione
giudiziaria e alla intensificazione di ogni attività utile a progressi nelle
attivtà investigative, perché nessuno spazio sia lasciato in ombra.»
A cotanto acume,
a parte la forma approssimativa, ha fatto eco la dichiarazione di Petro Fassino.
Per intenderci si tratta di quel Pietro Fassino che, da sottosegretario agli
Esteri, passò ore nell’anticamera di Milutinovic ministro
degli esteri serbo e che è noto altresì
per le sue improvvide dichiarazioni su Beppe Grillo e Chiara Appendino: «quando
avrete i voti ...». Il Fassino ha quindi twittato: «Il rientro dell’ambasciatore
italiano in Egitto consentirà di seguire direttamente l’accertamento della
verità sulla morte di Giulio Reggeni.» Chi potrebbe smentire sì autorevole dicitore.
Ovviamente non
poteva mancare l’esternazione del presidente della commissione Difesa di Nicola
Latorre. «La presenza al Cairo del nostro Ambasciatore renderà più
proficuo il lavoro di ricerca della verità.» Il Latorre in questione, ex
dalemiano ora renziano, è quello che disse a proposito di Fassino: «non capisce
un tubo»
Per finire il
poker non poteva mancare Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione
esteri del Senato: «L’intensificarsi della collaborazione giudiziaria sul caso
Reggeni e le nuove difficoltà sulla stabilizzazione della Libia hanno reso
indispensabile questo passo.» Il Pier Ferdinando Casini di cui si tratta è
quello che definì Totò Cuffaro “un perseguitato politico” e poi … impossibile riportare
trent’anni di valzer politici in poche righe.
Allora tre
domande: se la presenza dell’ambasciatore a Il Cairo è così importante e i suoi compiti così ben
descritti dai quattro di cui sopra perché quindici mesi addietro il
rappresentante dello Stato fu richiamato in Patria? Furono forse minchioni i
governanti di allora? O sono minchionate le dichiarazioni di adesso?
Interviene, ça va sans dire, anche il presidente del
consiglio Gentiloni che parla con i Genitori di Giulio Regeni. Naturalmente via
telefono, che si sa quanto questo mezzo infonda in chi chiama un caraggio da
leoni. Nella telefonata il presidente del consiglio ha detto: «L’ambasciatore
italiano al Cairo avrà il compito di contribuire all’azione di ricerca della verità sull’assassinio
di vostro figlio Giulio. Un impegno al quale non rinunceremo.» Se la frase
fosse stata recitata in un teatro questo sarebbe venuto giù… dalle risate.
Una domanda al
presidente Gentiloni: se Giulio fosse stato figlio suo, come avrebbe reagito a cotanta
telefonata?
Poi, per
fortuna, c’è l’articolo di Maurizio Caprara che, sul Corriere della Sera 15 agosto, racconta il fatto nella sua interezza.
A leggerlo tra le righe e poi neanche tanto. In sostanza dice Caprara che l’Egitto
è una «nazione troppo importante» (tra le righe: mica come l’Italia), per
questioni economiche (tra le righe: non dimenticate il ruolo dell’Eni e che quando
fu assassinato Regeni a il Cairo vi era una delegazione di un centinaio di industriali
italici accompagnati dalla allora ministra Guidi), per questioni di geopolitica
(tra le righe: al Sisi potrebbe aprire le porte a milioni di disperati e
riversarli in Libia e da lì in Italia) e per questioni militari (tra le righe: l’Egitto
potrebbe, se non lo fa già, armare il generale Haftar che governa la Cirenaica
e questi bombardare le navi italiane).
Conclusione,
sempre tra le righe: ormai è passato tempo, non si può continuare a perdere denaro
e a correre rischi per uno solo. E poi Giulio è morto e nulla lo riporterà in
vita. Quindi: una bella spolveratina di retorica e avanti come se niente fosse. In fondo chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammoce o' passato, siamo italiani, paesà.
Ultima domanda:
e la dirittura morale, il prestigio e l’amor prorio? Qui la risposta ce la si
ha già ed è chiara: tutta roba da governi seri.
Che enorme tristezza davanti a questo tipo di Italia, non più nostra, ma loro. Questo pezzullo è una pennellata col radoio che fa male.
RispondiEliminaCara Patrizia, son daccordo, solo che : L'Italia, mai e stata nostra, se lo scopri adesso, vuol dire che sei nata oggi. del resto, Un giovane così brillant ed impegnato, e un dramma, però, se pensiamo che in Italia, Fù assassinato Mattei, che avrebbe portato l'Italia credo a superare la germania, e non abbiamo avuto il diritto di sapere, sono successe qualche decine di stragi che tutti sappiamo che sono state stragi di stato, e non abbiamo avuto il diritto di sapere, fù assassinato Moro e non dai brigatisti, e niente, colaboriamo con la nato, che aiuta, organizza, e gestisce il terrorismo islamico, e noi con i nostri militari ed aerei collaboriamo con i criminali terroristi,: lo sò e una commiserazione, ma in questo scenario, un giovanotto a confronto cos'è?. La mia solidarietà alla famiglia e gli amici, e tutti speriamo che non si arrendano mai, sarebbe un vivere da morti. Un Saluto,
EliminaNoi vogliamo sapere che ha ucciso Regeni da un paese autoritario e antidemocratico come l'Egitto e noi che ci diciamo democratici non sappiamo ancora chi mise e chi volle mettere le bombe negli anni 60/70//80 del secolo scorso non riusciamo a sapere i mandanti dell'assassini di Ilaria Alpi che intuiamo fortemente che siano italiani....
RispondiEliminaAuguro a questi genitori tanta forza per andare avanti
RispondiEliminaAltro non ce che augurare hai genitori di avere la forza di continuare a lottare ma dovete credermi di questo governo non ce da avere nessuna speranza sono degli inetti
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