Con una
intervista, brillante come non mai, il direttore della Agenzia delle Entrate,
dottor Ruffini Ernesto Maria, ha comunicato all’universo mondo che entro cinque
anni cinque i contribuenti non dovranno più compilare il modello 730. E l’Agenzia
smetterà il suo ruolo di controllore per metterlo nelle mani, niemtepopodimenoche,
del contribuente stesso. Notizia iperfantastica, E anche super dadaista. Quindi
gioia gaudioque. Ma poi, come nelle
migliori commedie all’italiana arriva il contrappasso: sarà l’Agenzia a
compilare il futuro 730 e il contribuente quando riceverà il modellino dovrà
decidere se ritenerlo buono oppure no. A questo punto i più avranno pensato che
il carnevale sia stato anticipato. E a leggere l’intervista del direttore
generale Ernesto Maria Ruffini il sospetto diviene quasi una solida certezza.
L’Agenzia
delle Entrate da sempre si è distinta per cercare i denari non dove sono realmente,
ma dove è più facile prenderli: quindi non tra i grandi evasori ma tra i lavoratori
a reddito fisso e i pensionati. Come dire che è più facile vuotare la cassetta
delle elemosine che quelle di sicurezza che stanno nei caveau. Quindi per dirla
con una vivida metafora, la sola ipotesi che il fisco smetta i panni del lupo
per indossare quelli dell’agnellino oltre che irrealistica è ridicola e mette a
dura prova la sanità mentale degli italici. Come crederci?
Negli ultimi
anni si è assistito a esilaranti perfomance di suddetto ente. E a voler andare
con ordine gli esempi non mancano. Come quando per recuperare le tasse non
pagate da una impresa, il fisco ha pensato bene di pignorarne gli strumenti di
lavoro: idea geniale. Quindi che si possa generare reddito per pagare il debito
senza avere gli strumenti di lavoro, che venduti all’asta rendono un decimo del
loro valore, è stata una ipotesi del tutto originale. In più recenti tempi la
precedente direttrice dell’Agenzia stessa si è esaltata e autocomplimentata per
essere riuscita ad ottenere tra il 30/40% (il rapporto tra incasso e dovuto non
è mai stato cristallino) dello spettante al netto, naturalmente, di more e sanzioni.
Se si considerassero anche queste ultime l’importo raccolto sarebbe stato percentualmente
di molto inferiore. Magari intorno al 10%?
Ora si immagini, grande sforzo di
fantasia, che un contribuente qualsiasi debba al fisco 2.000€ al netto di more
e sanzioni. Che farà l’Agenzia delle Entrate? Risposta A: si accontenta di 600,00€.
Risposta B: L’Agenzia fissa un termine di pagamento tassativo per 2.000€ più
more e sanzioni. E in caso di mancato pagamento minaccia di sequestrare lo
stipendio, la casa, l’auto, il televisore e già che c’è anche il canarino. In
mancanza di cane, gatto, criceto o furetto.
Nell’intervista il dottor Ernesto
Maria Ruffini ha dichiarato di aver reso nell’anno all’incirca 10 miliardi di IVA
e 2 miliardi di imposte sui redditi. Notevole. Però dai 2 miliardi mancano i
ventisette-euro-ventisette che il fisco mi deve da cinque anni. Pardon per la digressione
personale.
Sempre il dottor Ruffini Ernesto Maria batte sul tasto della responsabilità
del fisco e del controllo che sarà esercitato dal contribuente. In realtà il
controllo del contribuente c’è già. A supporto un fatto realmente accaduto in
sette step. Step uno, accade che il
fisco non legga, non si sa perché, dei versamenti effettati e allora, step due,
manda una gentile letterina di sollecito. Il contribuente, step tre, si rivolge
al commercialista, Questi, step quattro, contatta l’Agenzia e dimostra che il
versamento è stato effettivamente effettuato, Step cinque: l’Agenzia invia
lettera di annullamento della
comunicazione precedente. Step sei: il commercialista invia al contribuente la
fattura. Step sette: il contribuente paga il commercialista. Per l’errore dell’Agenzia
delle Entrate. C’è possibilità per il consumatore di ottenere il rimborso di
quanto è stato pagato al commercialista? La risposta è semplice: no. Quindi
quello che il dottor Ruffini Ernesto Maria prospetta con la bizzarra teoria
dell’inversione dei ruoli tra Agenzia delle Entrate e contribuente è semplicemente
l’ennesima riedizione del Gattopardo. E questa non è una novità. Già visto.
Purtroppo.
sinceramente mi pare una buona cosa anche perché si utilizza l'incrocio dei dati. Poi è evidente che ci sono buchi e buconi e che rimangono enormi in Italia l'elusione e l'evasione fiscali. Tanto è vero che lo scandalo dei paradisi fiscali è vergognosamente limitato all'aspetto di gossip e non è trattato invece, come in Commissione Europea e in altre sedi internazionali, come un problema non solo di legalità ma di giustizia sociale e di vera e propria democrazia. In questo momento mi sento particolarmente bendisposta perché l'altro giorno mi è arrivato un assegno della Banca d'Italia che mi dava quanto dovuto di rimborso dall'Agenzia delle Entrate per un errore del mio commercialista. E ciò senza l'accertamento fiscale che mi aveva anticipato lo stesso commercialista... Anche 35 euro di interessi per i due anni di attesa... Avevo messo in conto tempi più lunghi e zero interessi, oltre che il fastidioso accertamento fiscale perché sai bene che hai fatto tutto in regola, ma lo devi dimostrare...
RispondiEliminaFortunata. Come ho scritto il fisco mi deve 27€ da 5 anni. Chissà arriveranno. E poi il dottor Ruffini Ernesto Maria non lo sa ma cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia.
EliminaBentornato Castruccio ......e brillante ritorno !!!
RispondiEliminavedo che prendiamo abitudini e costumi francesi ???
RispondiEliminaattenzione, questa è un altra fregatura per mettercela nel cuxx, prima erano loro a dimostrare l'errore, ora invece sarai tu a doverlo fare e avranno sempre ragione loro
RispondiEliminaPer i contribuenti italiani, vista l'efficienza dell'Agenzia delle Entrate, saranno solo costi aggiuntivi
Eliminanon ho mai visto una cosa fatta per il popolo,chissà cosa cova sotto questa notizia
RispondiEliminaSe trovo un errore li posso multare?
RispondiEliminaNon credo. Rimarrà a suo carico il costo del commercialista
EliminaAssociazione a delinquere. Non sanno più come rubare i soldi ai cittadini.
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