Ciò che possiamo licenziare

domenica 30 marzo 2025

La MAGA Giorgia.

 Settimana ricca per la MAGA Giorgia, prima intervista con il Financial Times a far da tappetino a J.D. Vance poi a fare la smargiassa da Azione: non è lì per sostituire gli attuali alleati e Calenda abbozza.                                                



L’altro giorno l’autorevolissimo Financial Times ha deciso di dedicare qualche spazio alla MAGA Giorgia. Nell’intervista la nostra MAGA nazionale ha tentato un piccolo sgamuffo quando ha definito puerile la richiesta fattale di decidere da quale parte stare: con gli USA o con l’Unione Europea? In realtà la richiesta non è puerile, è semplicemente stupida. Come chiedere a una fascista (al femminile solo per parità di genere) se preferisce la dittatura o la democrazia. Si sa già qual è il vero sentire dell’interpellata a prescindere dalla risposta che potrà rappattumare. Quindi sarebbe opportuno avere domande intelligenti, o quanto meno non fesse, dall’opposizione. L’intervista è proseguita con la dichiarazione scontata, e qui il barbatrucco non ha funzionato poiché al cuore non si comanda e ha preso il sopravvento. E quindi ecco uscire in un afflato d’amorosi sensi la completa condivisione del discorso di J.D.Vance, vice presidente USA. Per intenderci quello del nuovo sceriffo arrivato in città, quello della poca democrazia in Europa, della censura verso gli avversari,quello del dovete difendervi da soli, tenuto a Monaco. Ripreso il controllo dei sensi la MAGA Giorgia ha riproposto la stantia formula del io sto con l’Italia e non si può fare a meno né dell’Europa né degli degli USA. Evvabbè.  Per sfruttare l’abbrivio a poche ore di distanza ecco la MAGA Giorgia al congresso di Calenda per recitare la solita stantia tiritera: vogliamo la pace e per questo dobbiamo armarci (3,5% ipotizza il Crosetto che ha le mani in pasta negli armamenti, nel senso che se ne intende e ha cercato di infilare la moglie nei servizi segreti), e dunque armare l’Ucraina perché faccia la guerra alla Russia per conto nostro (tanto a morire ci vanno i loro, finché ne hanno) mentre sui dazi neppure un accenno e le fabbriche italiane chiudono. Il suo mentore segreto (si fa per dire) era più esplicito: parlava di aratri e di spade, di Italia proletaria in lotta con le potenze demoplutocratiche, di battaglia del grano e di autarchia, e arrivava a preconizzare un’Europa fascista o fascistizzata, e quasi ci siamo. Ma la MAGA Giorgia preferisce giocare a rimpiattino perché non ha il phisique du role e non sarà ricattabile personalmente, ma lo è politicamente: il Salvini Matteo (ben ha imparato la lezione del Bossi Umberto) sta lì a ricordarglielo tutti i giorni. Infine la chicca: non sono qui per sostituire i miei attuali alleati, come fosse la padrona delle ferriere. By the way Salvini e la sua scalchignata Lega vale più del doppio di Azione. In ogni caso, al momento nessuno, Calenda in particolare, si è risentito da tanta arroganza. Beato lui.

Buona settimana e buona fortuna.

4 commenti:

  1. Interessante il flirt con Calenda, sicuramente una furbata che non serve a farla percepire meno fascista, piuttosto ondeggiante fra furbetta in cerca di paracarri per aiutarsi a reggere un gioco da cui non sa come uscirne e disperata per lo scarso interesse che suscita. Con l’illusione di essere in posizione strategica incomincia a temere di aver fatto un passo falso della durata di un éspace d’un matin che sarà, se mai lo sarà, la barzelletta di una parvenue presa per i fondelli dai due top gangsters del secolo.
    Speriamo che il fiasco che l’attende non la faccia aprire le gabbie dove nasconde i vecchi amici picchiatori.
    Con una situazione europea sempre più precaria e portatrice di morte la sciocchineria della nanerottola dai vestiti alla moda è una piccola mina pericolosa.
    Ahinoi!

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  2. Purtroppo, senza la reale e convinta partecipazione delle persone la democrazia soffre fino a soccombere sotto i colpi di chi le preferisce regimi autoritari, totalitari, dittatoriali.
    La democrazia deve essere coltivata e curata ogni giorno.
    Lo so, sono cose note trite e ritrite che scorrono come i titoli di coda nel disinteresse generale.
    Vale la pena ricordare che:
    "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
    e fui contento, perché rubacchiavano.
    ...
    Un giorno vennero a prendere me,
    e non c'era rimasto nessuno a protestare."

    Bertold Brecht, Martin Niemöller, Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

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  3. Purtroppo, senza la reale e convinta partecipazione delle persone la democrazia soffre fino a soccombere sotto i colpi di chi le preferisce regimi autoritari, totalitari, dittatoriali.
    La democrazia deve essere coltivata e curata ogni giorno.
    Lo so, sono cose note trite e ritrite che scorrono come i titoli di coda nel disinteresse generale.
    Vale la pena ricordare che:
    "Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
    e fui contento, perché rubacchiavano.
    ...
    Un giorno vennero a prendere me,
    e non c'era rimasto nessuno a protestare."

    Bertold Brecht, Martin Niemöller, Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

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    Risposte
    1. Che citazione lugubre!. Probabilmente azzeccata.
      La nostra generazione non poteva finire senza un po’ di dramma avendone schivato un bel po’…

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