Ciò che possiamo licenziare

martedì 18 febbraio 2025

La sedia vuota.

La Meloni Giorgia così presente sui social si perde gli appuntamenti topici. Potrebbe dire la sua,  se solo ne avesse una.


La vulgata attribuisce a Winston Churchill l’aforisma: “un taxi vuoto corre per le vie di Londra e si ferma al numero 10 di Downing  Street e ne scende il Primo Ministro Attlee”. La creatività italica è riuscita a dare corpo oltre che sostanza all’aforisma efficace il giusto. Accade infatti che due ministri del governo della Meloni Giorgia siano chiamati a giustificare il loro operato, nel fatto della liberazione di un assassino stupratore e trafficante di esseri umani. Fatto grave: pone lo Stivale sotto l’attenzione dell’Europa tutta e, forse con un po’ di presunzione, l’intero globo terracqueo tanto caro alla Presidente Meloni Giorgia. Ora su un tema così importante e avendo come attori il ministro dell’Interno e quello della Giustizia la logica avrebbe voluto la presenza, soprattutto fisica, di chi il governo guida. Era il 5 febbraio. E invece no. Certo non ha voluto imitare il suo riferimento storico, quello che definisce il migliore: “assumo io (io solo) la responsabilità (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto”  La Meloni Giorgia non ne è in grado e quindi non si è presentata lasciando la sedia, di un bel rosso fiammante, desolatamente vuota. Poi, per non essere da meno ha deciso di disertare l’incontro europeo sull’intelligenza artificiale, 10 e 11 febbraio. C’erano tutti  e l’Italia è stata rappresentata da Adolfo Urso, ministro. Importante sì, ma non è la stessa cosa. Quindi l’incontro di Monaco: ancora una volta assente, aveva judo! Dopo di che il vice presidente Usa, J.D. Vance, spiega all’Europa quanto sia antidemocratica (con qualche argomento non peregrino) e di come da adesso se la debba vedere da sola. La Meloni Giorgia silente. As usual. Deinde il vertice convocato da Macron Emanuel: invita solo sette paesi, con la Francia otto, si mettono intorno a un tavolo per un paio d’ore e chiacchierano amabilmente del nulla. Questa volta c’è anche la Meloni Giorgia. Allegria. Ma arriva ultima, con mezz’ora o giù di lì di ritardo, quando il meeting è già iniziato. Ci va come obbligata, con l’atteggiamento mal mostoso della bambina presuntuosa. Qui non potrà urlare: fun-zio.ne-ra-nno. È assente anche quando è presente. Peraltro non s’è capito bene cosa pensi e che decisione prenderà. E neanche lei lo sa. Evvabbè. A tutte queste assenze, come cameo, la dichiarazione sul caso Santanché: «Non ho le idee chiare». Sic transeat gloria mundi.


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