Una volta gli inciuci si facevano nell’ombra ora in televisione. Calenda sculaccia i berluscones e li invita a essere più amici del governo. La Meloni Giorgia ha i suoi bei problemi con Salvini e Berlusconi, ma saranno meno se si porta in casa il duo Calenda-Renzi?
Una volta
c’erano i grandi inciucisti (i maligni vedono in D’Alema Massimo il più grande
di tutti, ma forse è fama usurpata), questi zitti-zitti e
quatti-quatti,combinavano accordi nell’ombra delle sacrestie o più
prosaicamente nelle cucine. Accordi barattati per alte strategie o almeno dignitosi
compromessi, ma così non erano né mai sono stati. L’inciucio¹ è per definizione
vergognoso e nulla ha di nobile. Ora i tempi sono cambiati, si è nell’era della
comunicazione e tutto deve essere comunicato e così il Calenda Carlo l’idea
dell’inciucio l’ha resa pubblica. Raggranellata alla bell’e meglio una manciata
di deputati e senatori, in tutto sono 30, ha deciso di mettersi all’opposizione
del governo di destra, ma opposizione
responsabile. Il senso di opposizione
responsabile il Calenda Carlo l’ha chiarito in un battito di ciglia: ha
chiesto pubblicamente alla Presidente del Consiglio un appuntamento (i maligni
penseranno preceduto da chissà quante telefonate segrete avente a oggetto un
qualche do ut des) per presentarle una contromanovra, così il Calenda Carlo l’ha definita, alla legge di bilancio.
Ottenuto l’appuntamento s’è presentato con trentacinque pagine suddivise in
otto punti e ne ha fatto grazioso dono. Quando se n’è uscito, con l'aria paffutella del bimbo di buona famiglia ha dichiarato di
essere soddisfatto e ha aggiunto: «Giorgia Meloni è preparatissima e
intelligente: ha apprezzato». Poi per essere sicuro di far ben passare il
messaggio ha sculacciato pubblicamente Forza Italia e tutti i berluscones invitandoli ad appoggiare
con più energia il Governo e non mettersi a fare un’opposizione strisciante. E
così si arriva al paradosso: un partito di opposizione incita un partito di
governo ad essere più amico del governo. E questa volta il Calenda Carlo non era sotto cortisone.
L’inciucetto è ben visibile: il Calenda Carlo ed il suo federando amico Renzi
Matteo, lontano dalla ribalta non ci stanno bene e dunque si dicono disponibili. I
numeri non sono dalla loro: hanno la metà dei parlamentari di Forza Italia, ma
probabilmente stanno avviando altri inciucetti, questa volta nella tradizione cioè nascosti, per portare dalla loro forzisti
di scarsa fede. Così come ritengono, ahinoi con qualche ragione, di avere
l’appoggio dei renziani del PD. Quei renziani di cui il Letta Enrico, ci è o ci fa?, non s’è voluto
disfare. Per fortuna alcuni a lasciali fuori dal Parlamento hanno pensato gli
elettori. Però, però, però conviene alla Meloni Giorgia fare il cambio: Caleda
al posto di Forza Italia? Deve la Presidente del Consiglio ricordare le recenti
performance del Calenda Carlo, su tutte il bacio dato al Letta Enrico, i
precedenti non dicono bene e anche quelle del Renzi Matteo, orgogliosamente
rivendicante la sua capacità di far cadere un governo ogni due anni. Un’aspide
in seno forse è meno pericolosa. Certo la Presidente Meloni Giorgia potrà
agitare questo spauracchio con i riottosi alleati, ma il rischio di cadere dalla padella nella brace è dietro l’angolo.
Fidarsi del duo, ammesso che duri, Calenda-Renzi è un bell’azzardo. A meno che il
retro pensiero della Presidente non
ricattabile non sia per altre elezioni anticipate vista la crescita di cui
i sondaggi la accreditano. Magari spera in un plebiscito con un Parlamento
tutta dello stesso colore. Ma non sono più quei tempi. Dovrà farsene una
ragione.
Buona settimana
e Buona fortuna
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