Ciò che possiamo licenziare

domenica 11 dicembre 2022

Renziani di tutto il PD unitevi!

Bonaccini fa incetta di renziani d’antan e lavora per allargare il perimetro storico. Mette nel carniere anche l’Emiliano Michele e De Luca Vincenzo. Cosa vuol dire l’afflato ideale.


Questo è il grido che percorre lo stivale e fa fremere di passione: Renziani del PD unitevi! A questo va aggiunto un modesto corollario: …e finite di distruggere questo martoriato partito. La fine è meglio della tortura. Un po’ di storia: a distruggere il partito della sinistra hanno iniziato ex comunisti come il D’Alema Massimo, innamorato di Tony Blair, il Veltroni Walter, inventore del partito liquido e poi il neo-liberismo e via destrorseggiando con le ridicole liberalizzazioni fatte a favore di pochi e, come ovvio, a svantaggio di molti. Poi è arrivato il Renzi Matteo e ci ha pensato lui: da rottamatore si è trasformato in demolitore lasciando poche pietre una sull’altra. Era partito con buone intenzioni, ma ha avuto compagni di viaggio poco raccomandabili e, come si sa, chi va con lo zoppo impara a zoppicare. I segretari successivi hanno avuto come faro l’inanità, incistati nelle aree ztl e soprattutto incappaci di prendere alcuna decisione dirimente e siamo ad adesso. Un gran brutto adesso poiché i renziani del PD stanno dando l’assalto alla segreteria per trasformare quello che una volta era un partito di centrosinistra in un partito di centro e basta. E magari, visto quanto stanno combinando il Renzi Matteo e il Calenda Carlo in un partito di neocentrodestra. Il candidato all’apparenza più gettonato è il Bonaccini Stefano, ex comunista convertito al neoliberismo e al renzismo, come noto i convertiti sono i più intransigenti tra gli integralisti. Devono farsi perdonare il peccato originale. Partito con il supporto di base riformista, la corrente del Guerini Lorenzo, renziana che più renziana non si può, poco alla volta il Bonaccini sembra raggranellare consensi un po’ qua e un po’ là. Prima quello del Nardella Dario, renziano della prima ora e poi quello del Ricci Matteo da Pesaro. Emblematica la sua storia: parte da sinistra, ma si colora di renzismo e con l’uscita del Renzi sembra spostarsi a sinistra fino a parere intenzionato a correre per la segreteria nazionale, sempre da sinistra, ma ci ripensa e appoggia il Bonaccini e i suoi occhiali a goccia. Salto della quaglia? Ma gli acquisti del Bonaccini non si fermano a quel perimetro storico ed ecco mettere nel carniere l’Emiliano Michele, mal contati una quindicina d’anni in magistratura e circa una decina in aspettativa. Con il Renzi l’Emiliano diceva di avere poco da spartire, ma la politica è l’arte del possibile e anche oltre. Il prossimo arruolato pare, pare, sarà il De Luca Vincenzo. Anche lui ha avuto rapporti burrascosi con il Renzi, ma si è rappacificato e il figlio maggiore è entrato in Parlamento. Non che ci sia rapporto di causa effetto, ovviamente. E magari altri arriveranno. A questo punto la domanda è: che ci stanno a fare i renziani nel PD? Non potranno certo parlare di amore per il brand della ditta: più squalificato di così… L’attuale legislatura ha tutta l’aria di voler durare i cinque canonici anni e quindi potrebbero allegramente traslocare nel gruppo Azione-ItaliaViva e avranno tutto il tempo di organizzarsi per le prossime elezioni. Se non se ne vanno viene il dubbio sappiano di non avere in portafoglio tutti i voti incomprensibilmente accreditati e per molti ritornare in Parlamento potrà diventare difficile: la Bellanova Teresa docet. Esperienza confermata dal caso dei due Andrea. il Marcucci e il Romano. Al dunque: renziani del PD unitevi e finite di distruggere questo martoriato partito così magari se ne fa uno nuovo, magari anche bello sporco di periferia e di sinistra. Come alternativa andate a… esibirvi altrove. Qui avete già fatto.

Buona settimana e Buona fortuna.

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