Ciò che possiamo licenziare

venerdì 4 marzo 2022

Attacco Russia alla Ucraina: 10 effetti collaterali.

Dalle televisioni sono spariti i virologi. Non si parla più di Covid anche se i morti sono 200 al giorno. Draghi s’è scoperto un animo guerriero e via dicendo. La retorica gira alla grande. 


A premessa dichiaro e dico che: nonostante io sia Castruccio Castracani che di guerre ne ha fatte a iosa confesso che la guerra, oggi come oggi, proprio non mi piace. Sarà che il nemico neanche si vede, sarà che non ci sono i cavalli, sarà che ai tempi miei la guerra si faceva prevalentemente col caldo, d’estate, sarà per chissà che. Comunque la guerra non mi piace più. E non mi piacciono le aggressioni. Meglio una bella discussione. Certo è che questa tra Russia e Ucraina sta provocando una sacco di effetti collaterali che vado a enumerare. Primo effetto: da tutte le televisioni sono spariti virologi e scienziati che ci hanno raccontato di tutto e di più, spesso battibeccando e contraddicendosi tra loro, quando avrebbero potuto cavarsela dicendo:«ci capiamo poco, ma ci stiamo lavorando.» Effetto due: al Covid, adesso, si dedicano pochi secondi giusto per dire che il livello di positività è all’8% e che i morti viaggino intorno ai 200 al giorno. Per inciso in dieci giorni, con la media del pollo, siamo a 2000, più di quanti ne abbia mietuti la guerra in corso. Però fanno meno effetto.  Terzo collaterale: il camminatore sulle acque, Draghi Mario, idolatrato come grande mediatore capace di mettere d’accordo diavolo ed acqua santa, si è scoperto un animo guerriero: sarà che in Europa è stato surclassato da Macron Emanuel, da Scholz Olaf e financo dal Johnson Bosis. Adesso s’è munito di metaforico usbergo e s’è lanciato nell’agone eurasiatico. Per dimostrare l’indole guerriera ha deciso di mandare mitragliatrici, giubbetti antiproiettili (proteggono poco più di una canottiera) e chissà che altro ai combattenti ucraini. Effetto quattro: queste armi non andranno, pare, all’esercito ucraino, ma a contractor, cioè a dire a mercenari. Questi si sa con chi cominciano le guerre, ma si scopre a cose fatte con chi le finiscono. Effetto cinque; le armi che il governo sta mandando, ha detto Lucio Caracciolo a otto-e-mezzo sono «vecchie di oltre cinquant’anni fa», la solita botta di creatività italica per svuotare i magazzini. Effetto sei: anche le pulci hanno la tosse. Il sindaco Sala Beppe ha intimato l’abiura, perché russo e amico di Putin, al Maestro Valerii Gergiev il quale non gli ha neanche risposto, semplicemente ha girato sui tacchi e se ne è andato e lo stesso ha fatto la soprano Anna Netrebko. I peracottari hanno detto «è malata» e lei ha risposto «No, sto benissimo, ma per voi non canto.» Effetto sette: l’aria di Milano fa male alla cultura. L’Università Bicocca prima ha cancellato il corso del Professor Paolo Nori su Dostoevskij poi appurata la fesseria gli hanno chiesto di inserire autori ucraini. Così facendo hanno raddoppiato la fesseria. Effetto otto: Marc Innaro corrispondente RAI da Mosca è stato silenziato e escluso dallo schermo per aver detto: « basta guardare la cartina geografica per capire che negli ultimo 30 anni, chi si è allargato non è stata la Russia, ma la Nato.» Il Pd ha chiesto, putinianamente, di epurarlo. Con altre parole aveva espresso lo stesso concetto il generale, in pensione, Fabio Mini. Effetto nove la Polonia ha scoperto di avere un grande cuore. In men che non si dica ha aperto le frontiere a centinaia di migliaia di profughi ucraini mentre in contemporanea sta costruendo un muro lungo 186 kilometri, costo 340 milioni di euro per tener fuori settemila (ma adesso saranno meno considerando quelli uccisi dal freddo, dalle malattie e dalla fame) migranti provenienti da Siria, Iraq, Yemen e Afghanistan. Effetto collaterale numero dieci, ultimo, per il momento, si sono inaugurate, in tv e radio, trasmissioni che hanno come sottotitolo in trasparenza tutta la guerra minuto per minuto. Con il solito strascico di retorica.  Churchill Winston diceva che gli italiani perdono le partite di calcio come fossero guerre e le guerre come fossero partite di calcio. Appunto.

Buona settimana e buona fortuna

 

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