Il ricatto: il miglior sistema per far prendere la decisione a quell’altro. Ricatto di Draghi ai pischelli del M5S, ricattino di Bonucci Leonardo al governo, ricattone di Macron ai francesi. Ma quello di Macron forse non è un ricatto, ma semplice buon senso.
Mentre
andava in scena la pasticciata riforma della riforma Bonafede, affossata su il Giornale con un lapidario: «a questo
punto era meglio tenersi la riforma Bonafede», dichiarato nientepopodimenochè dall’avvocato
Coppi, già legale degli esimii Berlusconi Silvio, Andreotti Giulio, Savoia Vittorio Emanuele e
da non dimenticare Lotti Luca, clientela di livello, partiva il primo ricatto:
«Se non si vota la Cartabia così com’è mi dimetto». Pare abbia detto il Draghi
prof. Mario. Ovviamente avendo a che fare con i pischelli del M5S ha avuto
gioco facile. Ma sarebbe stato mooolto divertente se uno di quei fanciullini
avesse risposto con lo spirito del fanciullino di Andersen: « Bene, fallo». Il Draghi professor Mario si sarebbe trovato
con le braghe in mano. Chissà come avrebbe spiegato al Presidente Mattarella e
all’italico popolo e alla UE che si dimetteva per essere contrario ad una legge
che impedisce ai ladri con il colletto bianco di scavallare la galera per
sopraggiunti termini di prescrizione. E gli esempi di prescritti nella storia
patria non mancano e non sono belli a vedersi. Il Draghi professor Mario ha
fatto un favore, come scrive il Travaglio Marco a indagati, genitori di indagati
e figli di indagati. Magari il Presidente Mattarella prima di firmare questa
insanità cartabiana potrebbe chiedere un parere alla Suprema Corte. I suoi
predecessori mai lo fecero e così abbiamo votato per anni con un sistema
elettorale anticostituzionale e visto delinquenti conclamati non entrare in galera
per altre vergognose leggi.
Il
secondo ricatto (s)degno di nota è stato di un calciatore, tale Bonucci
Leonardo da Viterbo che, credendosi Giulio Cesare di ritorno dalla Britannia, di
capa sua ha deciso di voler celebrare
un sontuoso trionfo per le strade di Roma. Ha trattato con il prefetto e magari
anche con qualcuno del governo dei “migliori”: ricattandolo. Ha minacciato di
non andare da Draghi con tutta la squadra se non gli avessero consentito di
fare il suo giretto. Sai che minaccia. E nessuno, omini, ominicchi, quaquaraquà
che fossero, ha avuto l’ardire di ribattere: «Non ci andare». E sarebbe stato
bello vedere questo rodomonte tornarsene a casa a piedi.
Il
terzo ricatto è più fine e si direbbe anche intelligente. Viene dalla Francia,
il cui Presidente ha stabilito che se non si è vaccinati non si può far questo
o non si può far quello. Come dire che senza patente non si può guidare e senza
pagare il biglietto non si può entrare a teatro. Quindi forse non è neanche un
ricatto, ma solo un’operazione di buon senso. Ecco perché i francesi sono
francesi e gli italiani sono italiani. Post scriptum: il 14 luglio in Francia
hanno festeggiato il 232 anni da che i sans-culottes presero la Bastiglia.
Gliene siamo grati, anche se non ne abbiamo capito il perché.
Buona
settimana e buona fortuna.
a Parigi hanno esposto la sanificatrice di Monsieur
RispondiEliminaJoseph-Ignace Guillotin