Ciò che possiamo licenziare

venerdì 9 aprile 2021

Draghi cerca un social media manager.

 Adesso la comunicazione non è più un tabù. Il Draghi Mario si è convertito ai social media, un modo per apparire umano. “Si parla solo se si ha qualcosa da dire” ha avuto non poche controindicazioni. I social media sono solo un mezzo ci vogliono anche i contenuti. Magari prendersi il Casalino Rocco.

Da qualche giorno la parola simbolo del precedente governo: comunicazione, fin’ora aborrita, sta facendo capolino anche in quello nuovo. Il Draghi Mario non cessa di stupire. D’altra parte è un unicum. In pochi mesi, pur facendo quasi nulla, sta facendo e disfacendo quasi tutto. Restando immobile: sorriso enigmatico, occhio gelido da professore, ironico, con in più una leggera punta di sadismo, quando risponde a scontati quesiti di giornaliste e giornalisti che cercano di sfuggire al suo sguardo. Inutilmente. Perché subito dopo la domanda il Presidente chiosa: “dov’è?”. Ieri, giovedì 8 aprile, data da segnare sul calendario, alla seconda o terza conferenza stampa, son così poche che ce le si dimentica, ci è stato disvelato il perché: fa fatica a rispondere, dopo il giochino togli-metti-togli la mascherina, senza avere “un contatto fisico, anzi visivo” con l’interlocutore. Che è un modo un po’ storto di voler sostenere di essere umano. Ma evidentemente questo non basta per frenare i sondaggi in discesa. Ci vuole qualcosa di più: più comunicazione sui social per esempio. E così d’un balzo viene superata la topica affermazione: “si parla solo se si ha qualcosa da dire” cui è seguito un bel silenzio, quale mai si è visto scritto, per diverse settimane. Però al camminatore sulle acque è sfuggito che il sottinteso recita: se si fa qualcosa si ha qualcosa da dire e allora si parla. Mettendo così in piedi il sillogismo hegeliano che: nulla si dice se nulla si fa. e se il governo nulla dice allora il governo nulla fa. Un bel autogol. E i sondaggi calano. Ci vuole un social media manager, pare abbia detto il Draghi Mario, che sappia destreggiarsi su Twitter, Facebook e Instagram e via dicendo. C’è da crederci se qualcuno nell’entourage pensa con invidia al Casalino Rocco di cui tutto si può dire meno che non conosca i meccanismi della comunicazione. Con l’evidente eccezione, ovvio, del Salvini Matteo che, pur nulla facendo, ma avendo divieto di incontro con la logica delle frasi semplici, straparla a ripetizione. Ancorché lontano dal Papete, dall’estate e dai mojito o whatever it is. Certo l’idea di prendersi il semidisoccupato Casalino Rocco può suonare come una scontata provocazione, ma un qualche pensierino dovrebbero farcelo. In fondo il governo dei migliori ha preso così tante cose dal quello dei peggiori che una più, una meno, poco cambia. Sarebbe un ulteriore segno di non discontinuità. Ma attenzione i social sono solo un mezzo occorrono anche i contenuti. E così, alla fine, anche i tecnocrati, tutti numeri e calcolatrici, scoprono che la comunicazione è importante.

La scoperta dell’acqua calda o più tecnologicamente quella dell’ombrello alla fine dà sempre soddisfazione. Succederà così anche questa volta.

Buona settimana e buona fortuna.

 

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