Non è possibile andare ad Alassio che sta dietro l'angolo, ma un salto alle Baleari è consentito. Se ne stupiscono anche due aedi draghiani come il Giannini e il Severgnini. Si inizia a camminare sulle acque e si finisce a studiare da palombaro
Quando il governo Draghi è arrivato, pur catapultato dal Quirinale, ho guardato la scena con il distacco dovuto ai tecnocrati che si intendono di numeri, ma spesso non del senso e della ragione che li tengono in piedi. E ho aggiunto alla ricetta anche un po’ di scetticismo, sapendo che il meglio si piazza stabilmente alle nostre spalle e due prese di ironia pensando che gli uomini della provvidenza iniziano camminando sulle acque e finiscono studiando da palombari. Il governo precedente non mi faceva impazzire, ma neanche mi dispiaceva troppo. Le ministre e i ministri davano l’impressione di impegnarsi nel lavoro pur con qualche doverosa sbavatura e alcune scelte che non si fa fatica a definire ad minchiam. Siamo in Italia del resto. A parte i presidenti delle regioni che tutti insieme si opponevano sempre a tutto, la caratteristica principale del governo precedente era di far arrabbiare una categoria, al massimo due, alla volta, avendo come riferimento il comitato tecnico-scientifico e spostandosi di lì poco o nulla. In fondo il governo precedente la pensava come il Professor Galli: “al virus di economia o di turismo non importa gran che”. E, tutto sommato, meglio un cliente convalescente domani che un cliente morto oggi. Banale, ma serio. Il camminatore acquatico ha esordito in silenzio, il che non è da tutti. Prima un mese e briscola di quiete, da cui ci si aspettava mari e monti, che invece ha partorito due cambi di commissari, che stanno facendo quello che facevano i precedenti e due conferenze stampa caratterizzate dal costante “dov’è” rivolto alla/al giornalista di turno. I soliti dpcm, i soliti consigli dei ministri turbolenti, le solite conferenze stampa che iniziano in ritardo, la novità di un condono, confessato candidamente, che ha fatto imbufalire tutti quelli che pagano regolarmente tasse e tributi, e sono la maggioranza, almeno numerica, degli italici per finire con la proclamata chiusura pasquale che arriverà fino a maggio. Pare. Ma poiché le bucce di banana galleggiano scivolare è un attimo. E infatti. Ecco le Baleari. Agli italici, per dirla con la giusta demagogia, che se lo possono permettere è concesso di prendere un aereo e trasferirsi per una settimana o giù di lì alle Baleari, mentre gli altri aspiranti vacanzieri che non se lo possono permettere, se ne devono stare ben chiusi in casa. Anzi non possono neppure raggiungere il parchetto che dista cinquecento metri, ma che, povero lui, è locato in un altro comune, quindi niet. A inquietarsi non sono solo i potenziali villeggianti di medio o corto raggio, ma anche i presidenti di regione, ovviamente, e gli albergatori e i bed&breakfast e i ristoratori e i tassisti e i parrucchieri e tutte le persone di vago buon senso e financo due aedi draghiani della prima ora come il Giannini Massino e il Severgnini Beppe che si domanda perché si possa andare fino alle Baleari e non ad Alassio che è dietro l’angolo. E infine c’è il Salvini Matteo che pur assiso al governo favoleggia come fosse all’opposizione. Mentre la Meloni Giorgia che sta all’opposizione ci sta per davvero dopo cotanto camminare sulle acque ha detto: “Non si capisce perché abbiamo cambiato governo”. Già perché? Il Conte Giuseppe camminava sulle uova che è più difficile che camminare sull’acqua e di suo non ne ha rotta neanche una.
Buona settimana e buona fortuna
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