Ciò che possiamo licenziare

venerdì 13 novembre 2020

Maledetti statali!

 Il Formigli Corrado di Piazzapulita li ha definiti “quelli con il culo caldo”. Uno ha timbrato il cartellino in mutande, qualche altro ha fatto la spesa durante l’orario di lavoro e poi le lunghe pause caffè. Non hanno quattordicesima, ricevono  la liquidazione a rate e in tempi biblici.


A premessa va detto che per statali si intendono tutti i dipendenti della pubblica amministrazione, quindi ministeriali, vigili del fuoco, dipendenti di regioni, province, che ancora esistono, e comuni,

e anche carabinieri, polizia, finanza, esercito, polizia carceraria, insegnanti, medici, infermieri, magistrati, dipendenti delle Asl o Usl o Asst come lo stesso servizio viene chiamato nelle diverse regioni. E chi più ne ha più ne metta. In totale fanno 3.240.000 persone al 2017. Tutta colpa loro se da sempre siamo nei guai. E non è bastato neanche ridurli di 200mila unità in nove anni per risolvere la situazione dell’italico stivale. Maledetti statali! E solo perché un burlone s’è messo a timbrare il cartellino in mutande, e qualche altro dadaista l’ha fatto anche per gli amici o chi è andato a fare la spesa o ha allungato la pausa caffè durante l’orario di lavoro, ma chi non l’ha mai fatto anche tra i privati? Evvia. E poi pochi casi, da sanzionare o licenziare ovviamente, ma pochi su oltre tre milioni e briscola di coscienziosi lavoratori  E adesso gli statali sono “quelli con il culo caldo” come, lo scorso 5 novembre a Piazzapulita,con mirabile metafora li ha definiti il Formigli Corrado, uno che certo freddo non ce l’ha. E anche il Cacciari Massimo, professore, ha iniziato a dire  che a pagare la crisi non devono essere solo i precari, che spesso lavorano nella pubblica amministrazione, e le partite IVA, che non tutte hanno virgineo stato. E già, i tutelati sono quelli della pubblica amministrazione: possono essere assunti solo tramite concorso, non vengono messi in cassa integrazione, difficilmente sono licenziati, non possono fare nero, non possono evadere le tasse. E qui finiscono le cattive notizie. Poi ci sono le buone: a parità di funzione hanno stipendi più bassi rispetto ai privati, a parte pochi furbacchioni apicali ben protetti dalla politica, i loro contratti di lavoro  vengono rinnovati a babbo morto e con spiccioli, non percepiscono la quattordicesima mensilità, quando vanno in pensione non ricevono nei tempi normali l’intero importo della liquidazione come tutti gli altri lavoratori, ma a rate. Già, a rate. Questo è stato un geniale colpo di creatività: l’erogazione avviene dopo 105 giorni per decesso o inabilità, dopo 12 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, se questa avviene per raggiunto limite di età o scadenza del contratto a tempo determinato, o per risoluzione unilaterale del datore di lavoro a seguito del raggiungimento dei requisiti della pensione anticipata. Se la prestazione non viene corrisposta entro i successivi tre mesi, che quindi arrivano a quindici, sono dovuti gli interessi al tasso legale per ogni giorno di ritardo. Bellissimo. E infine: dopo 24 mesi dalla cessazione in tutti gli altri casi: dimissioni volontarie con o senza diritto a pensione, licenziamento/destituzione. Equiparando il licenziamento o la destituzione alla pensione. Geniali. Se la prestazione non viene corrisposta entro i successivi tre mesi, bla, bla… Piccolo dettaglio: alcuni enti chiedono ai dipendenti anche se obbligati alla pensione, di scrivere la lettera di dimissione e quindi dall’anno si scavalla ai due. Furbetti. Ma non basta il Tfr: viene erogato in un’unica soluzione se l’importo è sotto i 50.000€ lordi avviene in due rate se è tra i 50/100.000€ in tre sopra i centomila. Alleluja. Si dirà che è immorale che il barbiere e i commessi di Camera e Senato guadagnino stipendi indecenti che possono arrivare fino a centomila euro annui, ma questa e la cartina di tornasole: la casta paga il silenzio. Sai che bello se i commessi raccontassero tutto quel che vedono, sentono e sopportano a Montecitorio e Palazzo Madama. By the way la media dei dipendenti pubblici sul totale lavoratori in Europa è del 16%,, in Italia è il 14%, si va del 29% della Svezia al 10% della Germania.  L’Italia è la quart’ultima in Europa.

Buona settimana e buona fortuna.

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