Ciò che possiamo licenziare

venerdì 24 aprile 2020

CoronaVirus cause ignote per effetti certi?

Ogni azione spesso si porta dietro degli effetti collaterali. Qualche volta positivi, qualche volta negativi e qualche volta dubbi. Accade anche per CoronaVirus.

Le acque del fiume Po sono tornate all'origine
CoronaVirus, come ogni evento, si porta appresso degli effetti non voluti definiti collaterali. In non pochi contesti la dizione, “effetti collaterali”, ha un che di cinico e di crudele. È accaduto talvolta che per colpire un capo nemico ci siano andati di mezzo i suoi ignari vicini, effetti collaterali, o che certe produzioni industriali assai profittevoli per pochi abbiano generato carcinoma per molti, altri effetti collaterali. CoronaVirus anche nel campo effetti collaterali dimostra una certa qual creatività, infatti ne ha messo sul tavolo ben tre tipologie: quelli negativi, quelli positivi e quelli dubbi, con tanti punti interrogativi. Di quelli negativi è inutile dire, sono sotto gli occhi di tutti. Quelli positivi sono di natura ecologica - riduzione dell’inquinamento e il ritorno all’azzurro delle acque del Po e del Canal Grande -  e anche politica: finalmente si è capito quanto sia stato idiota, per rimanere nel politicamente corretto, tagliare le spese per sanità, ricerca, scuola e università. Tanto per dirne quattro. Che in verità per capirlo non bisognava scomodare il CoronaVirus. Effetto collaterale dell’effetto collaterale quelli che prima sproloquiavano di tagli anziché andare a nascondersi sotto un tavolo sproloquiano ancora sulle solite comodissime e remuneratissime poltrone televisive. Poi ci sono gli effetti collaterali dubbi, nel senso che non si sa se siano positivi o negativi. Tra questi la caduta a pioggia di una montagna di miliardi nelle tasche di aziende e di lavoratori autonomi. È una buona cosa? Bah. Senz’altro alcuni se la passano male, decisamente male, ma non tutti, c’è il dubbio. Già, perché in questo momento di grande difficoltà sanitaria ed economica, nessuno si chiede dove siano finiti i profitti aziendali degli anni passati e perché gli imprenditori non li usino in questi frangenti. E se bastano un paio di mesi per mettere in ginocchio il sistema industriale italico ci si può ben chiedere su che razza di fondamenta questo poggi. In tutto questo ci si dimentica che l’Italia è il secondo paese al mondo per risparmio privato e qui vale la stessa domanda di prima e come soprammercato nessuno, ma proprio nessuno, sta parlando di evasione fiscale e di nero: 110mld annui che rappresentano l’equivalente di due manovre. E si tratta di una stima. Tanti, forse tantissimi stanno sfruttando la situazione. È il caso di chi proprietario di una attività di ristorazione, in località turistica, e già che c’è anche dei muri quindi nessun affitto da pagare, vacanze alle Maldive, vestito firmato o di chi, una fattura o uno scontrino ogni dieci, viaggia in auto superlusso. Entrambi in fila a mendicare i 600€. E li hanno pure ottenuti. Effetti collaterali. L’aspetto paradossale sta nell’incrocio tra l’esiguità dell’importo e la quantità delle richieste. Se questo è il paradigma come potremo cavarcela?
Buona settimana e buona fortuna.


 



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